"Matilde Serao, ‘a Signora" di Nadia Verdile
Presentazioni in Provincia di Caserta - gennaio 2018
Comunicato stampa
8 Gennaio, alle 16.30, Municipio Storico di Santa Maria
Capua Vetere, presentazione dell’ultimo libro di Nadia Verdile, “Matilde
Serao, ‘a Signora”, edito dalla Pacini Fazzi di Lucca.
Prima tappa del
tour campano, l’incontro è stato organizzato da Gennaro Stanislao direttore
dei corsi dell’Università della terza Età di Santa Maria Capua Vetere e
presidente del Centro Culturale Il Pilastro, in collaborazione con il comune
della città del Foro. A parlarne con l’autrice il giornalista Franco Tontoli
dopo i saluti del sindaco Antonio Mirra. Il libro è l’ottavo volume della
Collana “Italiane” di cui Verdile è direttrice e tra le Italiane Matilde
Serao merita un posto di rilievo, sia come giornalista, sia come scrittrice
e ancor più come donna. Chi era Matilde Serao? Ne fece un breve ritratto la
scrittrice statunitense Edith Newbold Jones, nel 1934: «Ella non cercava di
profetare e di predominare: ciò che le interessava era di comunicare con
persone intelligenti. Il suo tirocinio di giornalista, prima al Mattino, il
giornale di suo marito Edoardo Scarfoglio, poi nel proprio quotidiano Il
Giorno, le aveva fornito una rude e pronta conoscenza della vita e
un'esperienza delle cose pubbliche, del tutto mancanti alle Corinne da
salotto: che ella superava in ispirito ed eloquenza. Aveva un senso
agilissimo del fair play, ascoltava con attenzione, non indugiava mai troppo
a lungo su di un punto solo ma piazzava le sue battute al momento giusto e
volentieri cedeva la parola all'interlocutore. La veemente immaginazione
della romanziera, si nutriva anche di larghe letture e d'una esperienza di
ceti sociali e di tipi umani fornitale dalle occasioni molteplici della sua
carriera giornalistica. Cultura ed esperienza si fondevano in lei nello
splendore di un saldo intelletto». Questo libro di Nadia Verdile ci aiuta a
conoscerla, poiché in esso è raccontata con passione e rigore storico
riemergendo nella sua dimensione di donna. L’incontro sarà coordinato da
Gennaro Stanislao.
Lunedì 22 gennaio, ore 17:30, Unione
degli Industriali, Caserta
Presentazione del libro di Nadia Verdile
"Matilde Serao, ‘a Signora", Pacini Fazzi Editore
La vita straordinaria
di una donna fuori dal comune fondatrice del quotidiano «Il Mattino»
A parlarne con l’autrice ci saranno, oltre al padrone di casa, Lorenzo Calò,
responsabile della redazione casertana de Il Mattino e la giornalista Lidia
Luberto. Il libro è l’ottavo volume della Collana “Italiane” di cui è
direttrice la stessa Verdile. «Tra le “Italiane” – spiega l’editrice
Francesca Fazzi - Matilde Serao merita un posto e se questo posto le viene
riconosciuto nel novantesimo anniversario della morte assume un significato
anche di riconoscenza. Una data, un ricordo, un impegno. La Collana, nata
solo nello scorso anno, ha oggi già otto titoli che si apprestano a
diventare dieci nel prossimo marzo. Consenso e apprezzamento giungono da più
parti e questo ci dà non solo gioia ma anche coscienza di quanto queste
biografie abbiano risposto ad un’esigenza di conoscenza dell’universo
femminile non sempre promosso». Cronista, lucida e verace, narratrice di
talento, anticipatrice di mode e linguaggi, Matilde Serao ha raccontato con
la sua penna donne, uomini e vicende di un’epoca, la politica, la giustizia,
il costume, acquerellando con tratto inconfondibile, la società dei suoi
tempi, per tanti versi ancora quella dei nostri. «Quando 28 anni fa pensai
la prima volta di scrivere una biografia della Serao – aggiunge Verdile -
ero giovane, a lei avevo dedicato già qualche anno di studi. Mi appassionava
la sua verve, l’ironia, talvolta il sarcasmo, mi piaceva la bellezza della
sua bruttezza, la disinvoltura della sua intelligenza, la sua risata crassa
e contagiosa. Mi piaceva quel suo modo di scrivere a metà strada tra la
dolcezza del sentimento e la crudezza della realtà. Mi piaceva e mi
appassionava la sua scrittura, verace come verace fu la sua dedizione alla
penna, alla parola, al fascino che essa esercita. Non fu mai schiava dei
giudizi della gente e mi piaceva anche per questo. Era una donna di destra,
monarchica, cattolica convertita e convinta, a tratti un po’ codina e in
questo suo guardare e vivere la vita non ci assomigliavamo e non ci
somigliamo. Fu sempre antifemminista, fu contro le battaglie per i diritti
civili e politici delle donne e in questo non ci somigliavamo e non ci
somigliamo. Ma io sentivo che la sua vita, fuori dal prodigio della
letteratura che tanto dà e tanto schiaccia, andava raccontata per quello che
era stata: la vita di una donna». Nel pomeriggio di lunedì saranno letti da
Dafne Rapuano e Francesco Maienza, attori della Compagnia della Città
Fabbrica Wojtyla, passi tratti dal libro.