Un'estate da Re: Ezio Bosso "The Venice Concert"
Reggia, Caserta - 18 luglio 2017
Articolo di Rossella Barsali
“Se vi squilla il telefonino, stasera rispondiamo noi” : l’esordio del
Maestro Ezio Bosso, appena salito letteralmente di corsa sul palco del
Cortile della Reggia suona come un monito da vecchio prozio; invece è la
pura verità: è impossibile estraniarsi dal progetto musicale che, insieme
all’Orchestra del Teatro S. Carlo, il Maestro ha in serbo per la serata del
18 luglio, per la Caserta che accorre ad applaudire uno dei più interessanti
artisti e direttori d’orchestra viventi.
Ezio Bosso è un “giovane
favoloso”, in Italia ne nasce uno ogni 200 anni: vanta direzioni artistiche
delle più prestigiose, come la London Simphony, l’Accademia di Santa
Cecilia, la London String, ed esibizioni, oltre che nelle capitali europee,
anche a Sidney, New York, Buenos Aires. Non è inusuale, quindi, che col suo
vissuto compaia nei suoi progetti musicali la suggestione del viaggio, il
cui punto di partenza è Venezia, città natìa di A. Vivaldi, che – racconta
il Maestro- ha influenzato non poco il grande J.S. Bach, del quale ci
propone il Concerto Brandeburghese n.3 in sol maggiore, nei tempi Allegro,
Adagio e Allegro. Dirige e suona contemporaneamente, ed interpreta Bach con
spettacolare intensità, dando rilievo e nitidezza ai passaggi musicali che
hanno rivoluzionato la musica dal ‘600 in poi. Passaggi musicali, e paesaggi
musicali: Bosso è ben consapevole delle suggestioni evocate, ed inserisce
una sua composizione, “Split, postcard from far away”, per pianoforte ed
orchestra, da lui suonato e da lui diretta (gli basta un cenno del capo, un
sorriso, e la sezione di archi dirompe). Un balzo storico travolgente, uno
scenario totalmente diverso, ma nulla stride, anzi: conducendo il pubblico
nel suo personale mondo di suoni, avviluppa in una morsa amabile, che
stringe ancor di più con la sua “Rain, in your black eyes”, un omaggio al
tempo (atmosferico e non). Dei violini lui ne fa coreografia, ed è
spettacolo vedere gli archetti che danzano simultanei sulle corde ad un suo
cenno del capo!
Nell’intervallo, colgo brani di conversazioni tra i
musicisti del S. Carlo e un giornalista, e non c’è da stupirsi se Bosso
appare come un trascinatore, adorato da tutti i musicisti che hanno la
ventura di esser da lui diretti!
Il secondo tempo dello spettacolo vede
il M.stro Bosso impegnato nell’attività di Direttore d’orchestra, con
l’”Italiana” di F. Mendelssohn Bartholdy, Sinfonia n° 4 in la maggiore Op.90
(Allegro Vivace, Andante con moto, Con modo moderato, Saltarello, Presto –
una vera tarantella). Un’interpretazione audace, con crescendi sbalorditivi,
e un ritmo da Rimskij-Korsakov: i pianissimi, che in altre esecuzioni
risultano poco scanditi, lui li esige nitidi e precisi al millesimo. La
sapiente alternanza di silenzi e note lo consacra originalissimo rigoroso e
vitale, restituendoci una chiave di lettura piena e attuale, che annulla la
collocazione temporale delle opere ascoltate.
Ma tutto questo lo si
intuisce dopo: al momento, bastano i brividi e le lacrime, e quella
sensazione purtroppo dimenticata, appiattita da un quotidiano che cerca
continue fughe nell’altrove, chiamata esultanza.
Consulta: Un'estate da Re alla Reggia