Mostra “I colori e la carne del poeta” di Prisco De Vivo
Caserta - dal 29 Novembre al 5 Dicembre 2016
Comunicato stampa
Prisco De Vivo (1971), artista e poeta napoletano presente dal 1990 nel
circuito dell’arte nazionale ed internazionale (Germania, Svizzera, New York
etc…), sarà ospitato, per la prima volta, dal Museo d’Arte Contemporanea di
Caserta con la mostra I Colori e la carne del poeta, a cura di Luca Palermo;
in tale occasione si renderà omaggio, attraverso le sue opere pittoriche ed
installative, ai poeti che maggiormente hanno influenzato il suo modus
operandi e che, negli ultimi anni, hanno condizionato la sua ricerca e la
sua metodologia lavorativa.
Muovendo da tali presupposti, lo spettatore
intraprenderà un “viaggio” trasversale che metterà in relazione l’arte
visiva di Prisco De Vivo con momenti significativi della vita e dei processi
creativi di poeti come Silvia Plath, Anna Achmatova, Ingeborg Bachmann,
Antonin Artaud, Gabriele D’annunzio, Ezra Pound, Arthur Rimbaud e Giacomo
Leopardi.
La pittura di Prisco De Vivo, ad un primo e superficiale
sguardo appare formulare una ricerca accostabile a quanto espresso prima da
Munch e, poi, da tutto l’espressionismo tedesco; tuttavia, andando più in
profondità, risulta chiara l’attitudine letteraria e filosofica dell’artista
che, pur partendo da una siffatta piattaforma, tende ad indagare l’animo e
l’inquietudine umana attraverso una rappresentazione che diventa man mano
sempre più concettuale.
La sua propensione verso un concettualismo
formale e contenutistico è maggiormente evidente nelle installazioni
proposte che, oltre ad aggiungere un tassello di fondamentale importanza
alla comprensione di eventi e tratti distintivi della vita dei suddetti
poeti, creano un circolo di rimandi continui con le opere pittoriche alle
quali costantemente si rapportano. È un’estetica del dolore quella
rappresentata da Prisco De Vivo: un dolore che è fisico, ma soprattutto
morale ed interiore. È il dolore che i poeti esprimono nei loro versi, ma è
anche il dolore che gli artisti imprimono sulla tela: la scrittura, in tal
modo, si fa pittura; il verbo si fa carne. E se tra il periodo
rinascimentale e quello neoclassico era la poesia a dover intercettare ed
interpretare la prassi artistica (ut pictura poiesis), nei lavori di Prisco
De Vivo questo rapporto è totalmente ribaltato: l’arte diventa ancella della
poesia, ne coglie le sfumature, fornisce nuove ed inedite chiavi di lettura
e permette allo spettatore di penetrarne il “mistero” attraverso un sapiente
uso del mezzo pittorico.