Mostra: Il teatrino degli arresi di Livio Marino Atellano
Caserta - dal 27 Febbraio al 10 Marzo 2016
Comunicato stampa
Alla Unusual Art Gallery, la mostra a cura di Sueli Viana De Micco, (org.
Antonio Iorio) dal dal 27 febbraio 2016 al 10 marzo 2016.
Orari di
apertura 17,00-20,00 - ingresso libero.
Via Maielli, 45, 81100 Caserta.
Info: 3663865889- 3343065263 suelidemico@gmail.com
Livio Marino Atellano e’ nato ad Atella di Napoli nel 1946 e risiede a Capua (Caserta) dove vive e lavora. Diplomato al Liceo Artistico di Napoli, completa gli studi all’Accademia di Belle Arti della stessa città. E’ stato tra i promotori del “Gruppo Studio P 66 Terra di Lavoro”, della “Comune 2 , del “Collettivo Linea Continua Terra di Lavoro” ″ e del “Livio Marino & Antonello Tagliaferro S.r.L.”.Ha Insegnato Discipline Pittoriche al Liceo Artistico S. Maria Capua Vetere (Caserta).
Gli arresi siamo noi - Luca Palermo
Gli arresi siamo noi. Silenziosi esseri striscianti in una fogna che
chiamiamo società. Il pensiero, le azioni, la mente, le sperimentazioni non
trovano posto nella realtà quotidiana.
Devi pensare i pensieri di chi ha più
potere per restare a galla. Il potere: è tutto racchiuso in questa parola.
Viscidi giochi di potere portati avanti da chi ritiene che possa bastare questo
per far progredire la società. Invece la società regredisce sempre di più,
sempre più velocemente. La vita è misera se vissuta in tal modo. Per queste
ragioni gli arresi siamo noi. La nostra, tuttavia, è una resa costruttiva.
Alziamo le mani, sventoliamo bandiera bianca, ci ritiriamo dalle scene, facciamo
spazio a qualcun altro; qualcuno disposto a vendere persino la madre per vivere
il suo quarto d’ora di gloria; qualcuno che non teme di dover chinare la testa
perché il suo sguardo ha perso la fierezza che ci fa camminare dritti; qualcuno
che sarà servo per tutta la vita, credendo invece di essere il padrone. Testa
bassa, pugni chiusi guardiamo le nostre gambe macinare chilometri ed ingoiare
desideri racchiusi dentro un guscio ermetico; è un guscio impenetrabile: i
desideri, i sogni, le speranze e le ambizioni resteranno tali. Non c’è spazio
per tali cose nel nostro tempo. Un tempo in cui persino il darwinismo viene a
mancare: non sopravvive il più adatto, ma chi striscia meglio; chi accetta la
mediocrità e ne fa la sua ragione di vita. Allora dovremmo essere quasi felici
di esserci arresi: noi non sappiamo strisciare, non sapremo mai farlo. La nostra
resa non è un atto di vigliaccheria o una mancanza di coraggio. La nostra resa è
speranza, fiducia, serenità. Ci arrendiamo perché abbiamo degli ideali su cui
abbiamo costruito tutta la nostra vita e mai potremmo rinnegarli. La purezza
d’animo non appartiene al nostro tempo. Ci arrendiamo perché siamo stufi di
combattere quotidianamente una guerra tra poveri, mentre “i ricchi” ridono di
noi, di tutto. Ci arrendiamo perché vogliamo essere liberi.
Non vogliamo
passare il resto della nostra vita a dover dire grazie e a chinare il capo
dinanzi a chi ci ha permesso di ottenere qualcosa. Alziamo le mani e con le mani
alzate vi voltiamo le spalle e andiamo via. Fieri di quello che abbiamo fatto;
fieri di averlo fatto senza scendere mai a compromessi con il potente di turno.
Fieri di essere gli ultimi se i primi sono quelli che più di tutti hanno saputo
fingere. Dove ci porterà questa nostra resa? Ancora non lo sappiamo; forse
abbiamo persino paura di scoprirlo. Cercheremo il nostro spazio; uno spazio in
cui possiamo essere noi stessi, in cui non debba fingere, in cui non ci debba
essere bisogno di fingere. Voi che restate, invece, riflettete. Analizzate il
vostro vissuto quotidiano; ponetevi una domanda, una sola: ne vale la pena?
State vivendo una vita che non è la vostra. Chiedetevi: sarei mai riuscito/a ad
ottenere quello che ho senza aiuti?
Una buona metà di voi risponderà
mentendo a tale domanda; e la cosa che mette i brividi è che state mentendo
sapendo di mentire. Allora noi che ci arrendiamo stiamo vincendo.
Voi che
restate avete già perso.
Viva la resa.