Fate Festival: una scommessa che dura...
Santa Maria Capua Vetere (CE) - 18 settembre 2015
Articolo di Pia Di Donato
Un mese fa si è conclusa la 14 edizione del festival a S. Potito
Sannitico. La partecipazione degli artisti e, quel che è ancora più
importante, degli abitanti del piccolo paese pedemontano è stata
straordinaria. Durante la settimana di festival i partecipanti hanno trovato
case aperte, disponibilità a prestare materiale di scena, a dare passaggi, e
la sera della premiazione tutto il paese si è riversato nella piccola piazza
parteggiando, più o meno apertamente, per i propri "beniamini". Un clima
davvero unico che ha meravigliato positivamente gli ospiti stranieri che
hanno promesso di tornare più che volentieri
Per farvi conoscere questo
festival e invitarvi a seguirlo l'anno prossimo, abbiamo intervistato
Rosaria Antonucci e Giuliana Conte: la prima è tra le fondatrici del
festival mentre la seconda cresciuta a "Pane e
Festival" oramai è responsabile di buona parte della kermesse
opera di Mono Gonzalez (Cile)
Pia Di Donato: Cominciamo con le domande di rito: come e quando è
nato il festival? Perché è stato scelto quel nome?
Rosaria Antonucci: Il Festival nasce nel
2004, dalla voglia di un gruppo di persone, di età diverse, che vogliono
provare a dare un taglio nuovo e diverso al paese, e renderlo culturalmente
attivo. La scelta del nome nasce un po per gioco, un po per una necessità
reale, quella di "fare", di rimboccarsi le maniche e rendersi attivi. Ma anche
per riferirsi a quel mondo incantato che tutti vorremmo, ma che solo grazie
alla partecipazione di tutti, può diventare tale.
P. D. D.: Negli anni
precedenti vi siete affiancati a Cinemadamare come
mai questa scelta?
R. A. : Lo spirito del Fate festival, è quello di rigenerarsi
ogni anno, e di renderlo internazionale, attraverso la partecipazione di
altri enti culturali, come il gemellaggio con il Centro D’Arte La Regenta
delle Isole canarie e il Centro di Cultura Di Copenaghen, e di ospitare
altri festival, come lo è stato con Cinemadamare negli anni scorsi, e il
Cici Film festival quest’anno.
opera di Mariela Arjas (Argentina)
P. D. D.: Questo festival è l’unica manifestazione che organizzate a S.
Potito?
R. A. : Come proloco organizziamo altri eventi, come il
Mercatino di Natale, che si svolge la prima domenica di dicembre, e tante
presentazioni di libri, piccoli concerti, mostre e attività che di anno in
anno proviamo, a volte, con fatica, a promuovere.
P. D. D.: Avete scelto di
coinvolgere i giovani fin dall’inizio e sono cresciuto con voi… so che
quest’anno c’è stato anche un mezzo passaggio di consegne….
R. A. : I giovani
sono l’anima di un paese, se non sono coinvolti loro, il paese non esiste, e
neanche le attività.
Hyuro (Argentina)
P. D. D.: Quando hai cominciato a
lavorare per il festival? Quanti ragazzi sono attualmente coinvolti?
Giuliana Conte: Sin
dall’inizio, perché mi piaceva l’idea di poter apportare pensieri nuovi al
paese, non vivendo a San Potito continuativamente.
Attualmente sono
coinvolti circa trenta ragazzi, ma indirettamente molti di più. Una ventina,
dai 15 ai 24 anni, sono l’anima del Festival, sono coloro che hanno reso
possibile la riuscita dell’ultima edizione, soprattutto grazie alla loro
curiosità e alla voglia di mettersi in gioco. Ma tante altre persone, non
solo ragazzi, sono state coinvolte nel festival e lo hanno reso possibile,
con un dolce, un colore, e un semplice sorriso di accoglienza.
Il
festival nasce dalla voglia di creare partecipazione, dalla voglia di fare,
da cui il nome, e quale miglior riuscita se non la partecipazione attiva
degli abitanti e partecipanti tutti?
6P. D. D.: La
rassegna ha un respiro internazionale: i vari artisti, registi, giardinieri
da dove provenivano? Ritorneranno per continuare qualche progetto iniziato?
G. C.:
L’obiettivo del festival è sempre stato quello di dare un respiro
internazionale al paese, di spezzare la routine quotidiana con qualcosa di
nuovo e inusuale, utilizzando diverse arti e tecniche. Per questo il
festival non ha una formula ben precisa, ma si rinnova, ogni anno, in base
alle necessità. Quest’anno abbiamo sentito la necessità di utilizzare l’arte
pubblica, il cinema e i giardini, come elementi principali e di contatto.
Il Fate Festival quest’anno è stato realizzato con i fondi FESR della
Regione Campania, con l’obiettivo di promuovere turisticamente il
territorio. Noi abbiamo deciso di promuoverlo non come una semplice visita
ai monumenti, che in realtà sono ben pochi, ma attraverso la partecipazione
attiva nel territorio, degli abitanti, e automaticamente dei turisti, che
sono stati attratti proprio dalla voglia partecipata e condivisa. Il turista
è stato completamente assorbito nello spazio, e trasformato da semplice
spettatore a protagonista.
Da qui la scelta del tema, la trasformazione,
rivelato, ai film maker in concorso per il CICI Film Festival, durante la
prima serata. La scelta del tema è stata molta indicativa per tutto il
festival, non soltanto per la sez. Cinema, poiché la trasformazione è stata
l’obiettivo sia materiale che immateriale del tutto.
Gli artisti
invitati sono stati tanti e diversi, tutti scelti con un criterio ben
preciso, creare partecipazione, e non realizzare un’opera calata dall’alto,
senza una connessione, se pur minima, con lo spazio intervenuto.
Le
provenienze sono state le più disparate, dalla Polonia, passando per
Singapore e Iran, anche se la predominanza è stata quella latina, poiché
crediamo che l’arte, soprattutto quella latino americana, è sempre stata
quella più tendente al sociale, e per questo più interessante per il nostro
progetto, e per lo sviluppo di progetti futuri che siano capaci di
autoalimentarsi continuamente.
Altre info sul Fate Festival: https://www.facebook.com/pages/FateFestival/1663692343846855,
Tutti i corti: https://www.youtube.com/watch?v=VYt7eKy6unQ&list=PLcDAY1RmgWkjN6EO7cGN_-Up38bvY45P3
Altre info sul Cici Film Festival:
https://www.facebook.com/cicifilm