Leuciana Festival: A Cuor contento, Giovanni Lindo Ferretti
Belvedere di S. Leucio (CE) - 2 Settembre 2015
Articolo e foto di Lella De Lucia
Possiamo scomodare molte definizioni per Giovanni Lindo Ferretti. Punk
filosovietico, cattolico reazionario, uomo arcaico, simpatizzante fascista,
cantore salmodiante: tutti veri. In realtà Ferretti, nonostante la sua
personale affermazione di sentirsi parte di un mondo antico, è un perfetto
artista postmoderno, con tutte le sue apparenti contraddizioni.
Il concerto inizia prima dell’attacco musicale, con Giovanni Lindo che entra
in scena, accompagnato dagli ex Ustmamò Ezio Bonicelli e Luca Rossi, subito
accolto da una spontanea ovazione da parte del pubblico. In grande forma
fisica, finalmente lontano dal periodo della sua malattia che lo aveva
ridotto pelle ed ossa. Entra preceduto dal suo innegabile carisma che terrà
soggiogato il pubblico del Leuciana in una sorta di incanto. Pubblico molto
eterogeneo, dai 18 ai 60 anni, un segno trans generazionale che pochi
musicisti al mondo possono vantare.
La scaletta iniziale ha ritmi salmodianti e ipnotici e la voce di Ferretti è
semplicemente ammaliante, regalandoci emozionanti versioni di Amandoti,
Tomorrow, Radio Kabul.
Una performance di grande spessore artistico; e ci dispiace per coloro che
l’hanno perso.
Grande carisma, dicevamo, ma zero interazione con il pubblico, tranne un
accenno di un sorriso durante la fine del concerto con la performance dei
successi dei vecchi CCCP, con un pubblico finalmente in piedi sotto il
palco.
Giovanni Lindo Ferretti ha preferito non salutare gli ultimi fans
irriducibili che lo aspettavano fuori il backstage, e la cosa non sorprende;
nel backstage però sono entrati autorità istituzionali e rappresentanti del
clero. Il cantore salmodiante dal grande carisma e con poca empatia è fatto
così, da accettare con tutte le sue contraddizioni. Del resto già nel 1994
cantava: “non fare di me un idolo che io mi brucerò”.
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