Radici Fest/ Buskers al Borgo, l'intervista agli organizzatori.
Casertavecchia (CE)
Articolo e foto di Roberta Cacciapuoti
Un mese fa il Borgo di Casertavecchia è stato palcoscenico di uno degli eventi più attesi dell'estate casertana, che, seppur giovane, ha saputo ritagliarsi uno spazio di attenzione importante da parte del pubblico dell'intera provincia e non solo. Il 4 e 5 luglio scorsi si è infatti tenuta la seconda edizione del Radici Fest - Buskers al Borgo, il primo festival di artisti di strada di Caserta organizzato dalla Associazione di Promozione sociale “ZEROZERO LIVE” e dalla “PRO LOCO CASERTANTICA”, con il patrocinio morale del Comune di Caserta. Il Radici Fest nasce dall'esigenza di condividere cultura, musica, arte in maniera totalmente gratuita e valorizzare il Borgo di Casertavecchia che, nonostante le tante criticità, è un bellissimo palcoscenico naturale. Abbiamo intervistato Marco, uno degli organizzatori, per tirare le somme di questa seconda edizione. Ecco cosa ci ha risposto.
R.C. Siete alla seconda edizione del Radici Fest. Come è nata l'idea?
Cosa vi ha ispirato del Borgo di Casertavecchia?
M.M. Il festival è nato davvero per caso, in una sera di inverno tra un
bicchiere di vino e uno di birra, mentre quattro amici chiacchieravano buttando
giù idee. Volevamo organizzare qualcosa di nuovo, di innovativo per la città di
Caserta, qualcosa che riuscisse a divenire un appuntamento annuale, che sapesse
andare oltre alle solite dinamiche casertane del singolo evento o del singolo
concerto, completamente scollegato dal territorio ma che soprattutto sapesse
uscire da quel provincialismo che troppo spesso limita lo sviluppo culturale e
turistico di Terra di Lavoro. Così, uno di noi ha esclamato “oh ma perché non
facciamo un festival di artisti di strada?!”. L’idea è piaciuta a tutti e ci
siamo subito attivati per trovare una location adeguata ed il borgo di
Casertavecchia, come diciamo sempre, è un palcoscenico naturale perfetto per un
festival di artisti di strada. I suoi vicoli, le sue stradine, il suoi angoli
poco illuminati, la piazza, le zone sconosciute anche a noi casertani, era lì
che volevamo portare le nostre idee e le nostre forze, in quel borgo un po’
trascurato, un po’ abbandonato ma che sa ancora offrire paesaggi magnifici Il
Radici Fest, però, non sarebbe nato se i ragazzi della Pro Loco Casertantica non
avessero sposato immediatamente la nostra proposta e poco dopo il nostro primo
incontro, eravamo già proiettati nell’organizzazione del festival.
R.C. Da cosa è nata la scelta di invitare gli artisti come "buskers"
a esibirsi in strada? E come rispondono gli artisti a questo tipo di iniziative?
M. M. La scelta è stata la diretta conseguenza di come avevamo immaginato
di impostare il festival. Nessun palco, nessuna barriera, nessuna separazione
tra l’artista ed il pubblico, ma soprattutto un festival completamente gratuito.
La scelta quindi di invitare buskers campani e non che si sarebbero esibiti a
cappello tra i vicoli del borgo è stata una scelta quasi obbligata, o per meglio
dire voluta da tutti noi e molti artisti che quotidianamente si esibiscono come
buskers anche in altri festival d’Italia hanno risposto positivamente a questa
nuova esperienza.
R.C. La seconda edizione ha confermato i risultati della prima. Sono
state inserite tante nuove iniziative. Siete soddisfatti dal risultato?
M.M. Siamo ovviamente soddisfatti, nonostante le mille difficoltà
organizzative e i tanti imprevisti che ogni festival riserva. La prima edizione
fu una scommessa, non immaginavano che più di 3000 persone rispondessero alla
chiamata di questi pazzi che per la prima volta portavano l’arte di strada in un
borgo medioevale a Caserta. Quest’anno abbiamo scommesso, invece, su una due
giorni, perché a noi fare le cose semplici davvero non piace! Eravamo un po’
titubanti sulla riuscita del festival spalmato su due giorni, anche per motivi
organizzativi e logistici, ma anche questa volta ci siamo dovuti ricredere;
vedere sia sabato che domenica tutto il borgo invaso da turisti e non è stato il
miglior risultato che il nostro festival potesse raggiungere. Quest’anno,
inoltre, abbiamo provato anche a fare un piccolo salto di qualità, invitando non
solo buskers ma anche un circo, il Circo sotto le stelle, e un gruppo di musica
swing (Tintinnette Swing Orchestra) a chiudere le due serate. Due spettacoli
stupendi che hanno dato un grande valore aggiunto al festival.
R.C. Avete già idee per le prossime edizioni?
M.M. Abbiamo delle certezze. La prima è la volontà di riuscire a
realizzare la terza edizione del Radici Fest nel luglio del 2016. La seconda
certezza è quella di provare ad organizzarlo ancora nel borgo di Casertavecchia,
non sappiamo ancora in che forme e in che giorni, ma dopo un po’ di relax estivo
ci rimetteremo a lavoro.
L’idea di base è sempre la stessa, cioè costruire un festival che sappia rendere
dignità alla città di Caserta ed al suo borgo grazie all’arte di strada espressa
in tutte le sue forme; un festival che sappia unire musica, arte circense,
storia e cultura, tradizioni e magia. Ci riproveremo ancora nel 2016, voi
seguiteci e sosteneteci!