Luglio in Jazz al Centro Commerciale Campania
Marcianise (CE) - 9 Giugno 2015
Comunicato stampa
Pubblicato il programma di Luglio in Jazz 2015 in Piazza Campania!
Le prenotazioni online saranno disponibili dal 15 giugno su
www.campania.com.
programma:
1 luglio, ore 21:30, Al Jarreau, opening Pietro Condorelli Quartet
Al Jarreau
Cantante moderno, capace di esplorare con la voce tutte le timbriche, su
ritmi swing, pop, jazz e R&B, è un baritono naturale ed è sempre stato noto
per la sua capacità di evoluzione timbrica e per il modo di saltare fra le
ottave. Oltre ad avere pubblicato, dagli anni ’60 ad oggi, una sessantina di
lavori, è significativo del suo talento pensare che i giurati della
Recording Academy hanno candidato Al Jarreau alla nomination di ben 12
Grammy, di cui 7 gli sono stati assegnati. Oltre a ciò è impressionante
pensare che nomination e vittorie hanno avuto luogo nell’arco degli ultimi
40 anni, dagli anni ’70 ai 2000, dando testimonianza della sua continuità di
successo e carriera.
Pietro Condorelli Quartet
Progetto nato da un’idea di Pietro Condorelli che ha riunito tre giovani
musicisti come lui appassionati di jazz e con origini casertane: oltre a
Condorelli – guitar, Ciro Imperato – double bass, Lello Petrarca – keys,
Luigi Caiazzo – drums.
Pietro Condorelli milanese, ma di origini casertane, diplomato in chitarra
classica e laureato al DAMS, dal 1980 svolge attività concertistica in
Italia e all’estero. Ha collaborato con importanti esponenti del jazz
internazionale, segnalandosi come uno dei migliori chitarristi jazz
italiani. Ha collaborato dal 1994 al 1996 con Area, noto gruppo jazz e
progressive rock. Ha al suo attivo anche un’intensa attività didattica, è
titolare della cattedra di jazz presso il Conservatorio San Pietro a Majella
di Napoli.
10 luglio, ore 21:30, The Yellowjackets opening Jerry Popolo Trio
The Yellowjackets
La mitica band degli anni ’70, nata su iniziativa di Robben Ford, del
tastieristapianista Russell Ferrante e del bassista Jimmy Haslip entrambi
affermati turnisti e session-man ricercati, continua ad esplorare e
sperimentare nel campo della poliritmia, mischiando e fondendo diversi
generi musicali: blues, pop, R&B, jazz. I primi lavori si sviluppano attorno
all’esplosione della musica fusion che in quegli anni affascina molti
artisti di estrazione jazzistica (Chick Corea, Miles Davis, Lee Ritenour,
Dave Grusin, ecc) . Attorno ai leader ruotano via via una serie di
strumentisti dell’area rock-fusion di quegli anni come il batterista Ricky
Lawson (già con Michael Jackson e Al Jarreau) e il sassofonista James Russo.
La formazione trova una certa stabilità con l’ingresso in formazione prima
del batterista William Kennedy poi, dopo qualche anno, del sassofonista Bob
Minzer quest’ultimo molto conosciuto negli ambienti jazz. Con questa
formazione, che
rimarrà invariata fino al 2001, quando arrivera’ Marcus Baylor alla
batteria, il suono degli Yellowjackets cambia sensibilmente rimanendo non
più legato alla fusion nuda e cruda, ma inserito molto più a fondo in un
contesto jazz, il tutto dovuto senza dubbio all’apporto di Minzer
affascinato sì dalle sonorità Coltraniane ma anche dall’elettricità soft di
Ferrante e Haslip. Nel 2003 gli Yellowjackets ricevono la nomination per il
Grammy per “Best Contemporary Jazz Album”. Nel 2006 gli Yellowjackets hanno
festeggiato degnamente i 25 anni di ininterrotta attività pubblicando
insieme un CD registrato dal vivo al New Morning di Parigi e un DVD filmato
in Italia.
Il 2012 segna l’ingresso nel gruppo di Felix Pastorius al basso al posto di
Jimmy Haslip ed Il 2013 il ritorno di William Kennedy alla batteria.
Jerry Popolo Trio
Jerry Popolo – Sax
Francesco Marziani – Hammond
Giuseppe D’ Alessandro –
Drums
JERRY POPOLO
Dal 1985 lavora sia in ambito jazzistico che in produzioni TV e di pop music.
Oltre a diplomarsi al Conservatorio di Musica di Salerno, ha approfondito lo
studio della musica e del sax, partecipando a stage con jazzisti come Jerry
Bergonzi, George Garzone e Dave Liebman. Suona in Festival Jazz, Club,
rassegne, brevi tour, anche con musicisti come Tony Scott, Kenny Barron,
Stefano Di Battista e molti altri. Nell’ambito della pop music, ha suonato
in numerose orchestre in trasmissioni TV RAI e Mediaset, e ha inciso e
partecipato a tour di artisti come Andrea Bocelli, Buddy Miles, Renato Zero.
15 luglio, ore 21:30, Michel Camilo Trio opening Dario Deidda Trio
Michel Camilo Trio
Compositore e pianista straordinario, direttore d’orchestra, docente e
visiting professor, produttore al top, vincitore di Grammy e Emmy, insignito
dei più alti onori civili da parte del suo paese nativo, Santo Domingo;
Michel Camilo (1954) è tutte queste cose e molto di più. E’ un uomo di
sconfinati entusiasmo, passione per la musica e amore per la vita. L’arte e
il virtuosismo di Michel Camilo hanno gettato ponti tra i generi del jazz,
della classica, e della musica popolare del mondo. Come compositore da
sapore ai suoi brani con le spezie dei ritmi caraibici e delle armonie jazz.
Vederlo esibirsi dal vivo è come essere testimone dell’energia di una
tempesta tropicale scatenata su ottantotto tasti. Il regista, premio Oscar,
Fernando Truebac che lo avuto nel suo documentario sul jazz latino “Calle
54” dice di lui:. “Michel Camilo è uno dei migliori musicisti in
circolazione. Che si tratti di jazz, classica, musica latino americana e
musica da film Michel è nel suo elemento. Ogni volta che lo vedo suonare mi
sento come se stessi assistendo ad un miracolo. Già membro della all’eta di
16 anni coltiva in modo sempre più intenso la sua curiosità per il jazz e
nel 1979 si stabilisce a New York dove si perfeziona alla Mannes e alla
Julliard School of Music. Nel 1983 la versione dei Manhattan Transfer del
suo brano “Why Not?” vince il Grammy e da lì in poi la carriera di Camilo
non conosce momenti di crisi. Nel 1985 debutta alla Carnegie Hall e suona
sia in America che in Europa e Asia. Nel 1987 debutta come direttore
d’orchestra dirigendo National Symphony Orchestra di Santo Domingo e viene
nominato direttore artistico dell’Heineken Jazz Festival del suo paese
natale. Lascia la direzione nel 1992 perché i suoi innumerevoli impegni dal
vivo lo chiamano in giro per tutto il mondo. La sua discografia personale
comprende venti album che spaziano dal jazz latino alla musica classica ma
la sua principale passione è quella di suonare di fronte a un pubblico, cosa
che non ha mai smesso di fare dal giorno del suo debutto.
Con all’attivo 23 album come leader o solista, Camilo ha partecipato alla
realizzazione di numerosissimi album di colleghi fra i quali Adalberto
Alvarez, Ana Belen, Marc Bernstein, Paquito D’Rivera, Urszula Dudziak, Nilda
Fernandez, Dizzy Gillespie, Katia & Marielle Labeque, Bireli Lagrene, Chuck
Loeb e Manhattan.
Il progetto col quale si presenta al pubblico italiano è il Michel Camilo
Trio nella sua formazione storica con il contrabbassista Lincoln Goines e il
batterista Cliff Almond, unanimemente riconosciuto come uno dei migliori
trii al mondo.
LINCOLN GOINES
Bassista acustico e elettrico, compositorre e insegnante, Lincoln Goines
(1953) è un pilastro e uno dei più richiesti session nella scena musicale
latina di New York. Ha suonato e registrato a livello internazionale con una
lunga lista di artisti tra cui Dizzy Gillespie, Sonny Rollins, Gato
Barbieri, Carly Simon, Dave Grusin, Paquito D’Rivera, Michel Camilo, Tania
Maria, Eliane Elias, Michael Brecker, Bob Berg, Bob Mintzer, Mike Stern, e
Wayne Krantz. E’ professore associato di basso presso il Breklee College of
Music di Boston e membro della facoltà The Bass Collective di New York.
CLIFF ALMOND
Dall’età di ventuno anni Cliff Almond (1967) è uno dei più apprezzati e
richiesti batteristi della scena musicale jazz. Ha al suo attivo, oltre a
una stabile collaborazione con Michel Camilo. lavori co asrtisti quali
Michael Brecker, Richard Bona, Bob Berg, Jeff Berlin, Boston Symphony
Orchestra, Bunnie Brunell, The Commodores, Celia Cruz, Danish Radio Big
Band, Paquito d’Rivera, John Faddis, Claire Fischer, Jeff Golub, Antonio
Hart, Toninho Horta, Giovanni Hidalgo, Wayne Johnson, Yuka Kawamura, Ketama,
Wayne Krantz, Manhattan Transfer, Eric Marienthal, Patti Labelle, Chuck Loeb,
London Symphony Orchestra, Chris Minh Doky, Eddie Palmieri, John Patitucci,
Tito Puente, Quruli, Bud Shank, Ricky Skaggs, Sounds of Blackness, Mike
Stern, Terence Blanchard, Clark Terry, Umo Jazz Orchestra (finland), Hikaru
Utada, Dave Valentin, Victor Wooten, John Tropea, Will Lee e Akiko Yano.n
Patitucci, Tito Puente, Quruli, Bud Shank, Ricky Skaggs, Sounds of Blackness,
Mike Stern, Terence Blanchard, Clark Terry, Umo Jazz Orchestra (finland),
Hikaru Utada, Dave Valentin, Victor Wooten, John Tropea, Will Lee e Akiko
Yano.
Dario Deidda Trio
Dario Deidda – Bass
Marcello Giannini – Guitar
Stefano Costanzo – Drums
Vanta collaborazioni nel circuito jazzistico con E. Rava, T. De Piscopo, M.
Urbani, S. Di Battista e con musicisti stranieri come G. Coleman, M. Miller,
K. Lightsey, S. Grossman. Nel 1999 ha fatto parte della band di Pino
Daniele; suona stabilmente nei tour italiani di Carl Anderson (il Giuda di
“Jesus Christ Superstar”) e fa parte dei “Pure Funk Live” di Gegè Telesforo
registrando anche il nuovo CD per la “Go Jazz”. Ha fatto parte di numerose
band TV in Il Caso Sanremo, Costanzo Show, L’Ottavo Nano, Roxy Bar,
collaborando anche con Laura Pausini, Fiorella Mannoia, Elisa, Max Gazzè, e
Alex Britti.
22 luglio, ore 21:30, Stanley Clarke Band opening Walter Ricci Trio
Stanley Clarke Band
Il leggendario bassista Stanley Clarke (1951) considera il suo ultimo album
“UP” il più energico, ritmico e divertente dei quaranta realizzati in
carriera. Oltre all’inconfondibile virtuosismo e acume tecnico in “UP”
risulta evidente la gioia profusa nella registrazione. A differenza degli
ultimi album nei quali è preminente l’uso del contrabbasso, in questo ultimo
lavoro il numero di brani suonati col basso elettrico e con il contrabbasso
è praticamente uguale.
“Il mio obiettivo era quello di fare un disco con i miei amici.” Dice
Clarke. “L’essermi circondato delle persone con le quali mi piace stare ha
fatto sì che le registrazioni non hanno comportato nessuno sforzo e ogni
singola sessione è risultata divertente. Ognuno è venuto preparato e pronto
a suonare. Sono tutti grandi musicisti e sono venuti in sala per dare tutto
quello che hanno.” Come nel suo precedente lavoro discografico “Stanley
Clarke Band”, premiato con il Grammy nella categoria “Best Contemporary Jazz
Album 2011, in UP hanno suonato due ex compagni di band, co-vincitori con
Stanley di quel Grammy; il pianista /tastierista Ruslan Sirita e il
batterista Ronald Bruner Jr che è stato in tour con Stanley per ben sette
anni. All’album hanno preso parte anche due degli attuali membri della band,
i giovanissimi e talentuosi Beka Gochiashvili al pianoforte e Mike Mitchell
alla batteria. Oltre a questi amici Stanley ha invitato a suonare in UP i
chitarristi Joe Walsh, Jimmy Herring ed Paul Jackson Jr; i batteristi
Stewart Copeland, Gerry Brown e John Robinson; il tastierista Greg
Phillinganes e Phil Davis alle tastiere e al sintetizzatore; Chick Corea al
pianoforte acustico; i sassofonisti Kamasi Washington, Doug Webb e Dan
Higgins; i vocalists Jessica Vautor, Natasha Agrama e Patrice Quinn; Gary
Grant alla tromba e Andy Martin al trombone e ai fiati; il percussionista
Lenny Castro; Nick Mancini alla marimba e l’Harlem String Quartet con ai
violini Ilmar Gavilán e Melissa White, Jaime Amador alla viola e il
violoncellista Matthew Zalkind.
Per portare in tour questo nuovo progetto Clarke ha scelto di allestire una
band di tutti giovani e ha scelto indubbiamente fra i migliori: il
prodigioso pianista georgiano Beka Gochiasvili (1996) che è stato
praticamente adottato dalla comunità jazzistica cui fa capo Chick Corea e
che dall’età di sedici anni si è trasferito negli USA per perfezionarsi
nello studio del jazz; il versatile tastierista Cameron Graves (1982) e lo
stupefacente Michael Mitchell (1994) alla batteria, uno dei nuovi astri
dello strumento.
Stanley Clarke, basso elettrico e contrabbasso
Beka Gochiasvili, pianoforte
Cameron Graves, tastiere
Michael Mitchell, batteria
Walter Ricci Trio
Walter Ricci – Voice
Antonio Capasso – Hammond
Elio Coppola – Drums
Stimolato dal padre, diplomato al conservatorio, ad ascoltare ogni genere
musicale, Walter resta incuriosito fin da giovanissimo dal jazz, di cui
ascolta e apprende gli stili swing, bebop, contemporary jazz, tanto che già
a 14 anni si esibisce nei migliori Club italiani con il suo quartetto.
Nel 2006 vince il “Premio Nazionale Massimo Urbani”; nel 2008 incontra
Stefano Di Battista, che lo ospita nelle sue Tournée; lavora a “Domenica In”
con artisti internazionali, per arrivare a collaborare con Mario Biondi. Nel
2012 suona al Lincoln Center di New York. Walter Ricci continua ad esibirsi
con il suo quartetto e in altri progetti, dimostrando una padronanza vocale
da vero crooner.
28 luglio, ore 21:30, Chucho Valdes: Irakere 40 opening Mario Nappi
Trio
Chucho Valdes: Irakere 40
Vincitore di cinque GRAMMY® e tre Latin Grammy Awards, il pianista cubano,
compositore e arrangiatore Chucho Valdés è la figura più influente nella
moderna jazz afro-cubano.
Come il quotidiano El Periódico da Barcellona, in Spagna, ha recentemente
osservato “, dopo la sua presentazione al Voll-Damm Festival Internacional
de Jazz di Barcellona, nel suo primo concerto come resident [artista], il
gigante del pianoforte cubano ha sostenuto il suo posto non solo come
interprete ma come il creatore di un suono che è ormai è ovunque nel jazz
latino, ma 40 anni fa … deve essere apparsa come come una rivoluzione. ”
In questo progetto Valdés rivisita e reinterpreta la musica del suo, gruppo
leggendario, Irakere, con un gruppo di giovani musicisti.
Secondo una verifica sul risultato di una serata, sul quotidiano El País, “i
risultati sono stati schiaccianti. Scintille all’Auditorium, dove tutti i
presenti fsi sono alzati in piedi cantando e ballando con i successi come
Xiomara Mayoral o Bacalao con pan”.
Ma questo è solo uno dei progetti importanti di Valdés.
Nel mese di ottobre 2014, a L’Avana, Cuba, Valdés si è riunito sul palco con
il suo vecchio amico e mentore, chitarrista, compositore e direttore
d’orchestra Leo Brower, aiutandolo a chiudere il VI Festival de Música de
Cámara con la prima de Concierto de los ancestros, per pianoforte e
orchestra, scritto da Brower e dedicata a Chucho.
Nel mese di settembre, Valdés si è esibito in concerto all’ apertura della
stagione 2014-2015 del Jazz at Lincoln Center. Nella serata inoltre si è
esibito il trombettista e compositore Wynton Marsalis, il cantante cubano e
percussionista Pedrito Martínez e la Jazz at Lincoln Center Orchestra.
Valdés si è esibito nella prima della suite “Ochas”, scrita da Marsalis per
pianoforte, batà, voci e orchestra.
”Il Sig. Valdés ha potenziato l’energia
“, ha osservato il New York Times. “facendo parlare il pianoforte con
grandi, duri e suonanti accordi e note singole, come schegge di frecce di
fuoco. La forza e il carisma nella sua tecnica non invecchiano mai.”
Tutte
queste esibizioni, così come i suoi concerti da solista, continuano
l’espansione del ricco vocabolario impostato sul suo lavoro più recente,
Border-Free (Sin Fronteras), che comprende otto brani – tutti tranne uno
nuovi originali – e si tratta di un altro esempio di ricerca musicale di
Valdés , quello in cui i marcatori convenzionali di stili e tradizioni si
confondono e scompaiono.
In questa registrazione, Valdes è di nuovo in
primo piano con i suoi Afro-Cuban Messengers, e le composizioni comprendono
cenni al flamenco, la musica Gnawa del Marocco e i ritmi rituali della
Orishas, le divinità della religione afro-cubana Santería. Ci sono
menzioni di hard-bop e danzón ma anche echi di Bach, Rachmaninov e Miles
Davis – e tuttavia la somma totale è un suono profondamente personale e
aperto. Ed è tutto Chucho Valdés.
“Da quando ero studente ho avuto questa idea di prendere elementi disparati,
mescolandoli e vedere cosa succedeva. E a poco a poco, nel corso del tempo,
ho trovato la mia via “, dice Chucho. «E mi piace perché è una ricerca che
ti costringe a indagare e studiare. E non è tutto sulla musica afro-cubana.
Sono sempre alla ricerca di cose nuove. ”
Il concetto di Border-Free “è stato quello di fare molte cose diverse, ma
tutte nel mio proprio stile personale. Ora, che è qualcosa molto difficile
da raggiungere”
Mario Nappi Trio
Mario Nappi – Piano, Corrado Cirillo – Doublebass, Luca Mignano – Drums
Trio giovane di fresca percezione, dalle geometrie improvvisative che
attingono al linguaggio del Jazz afroamericano, riportandolo ai giorni
nostri con naturalezza e maturità; il risultato finale è una ventata di
freschezza e nuove sonorità.
Intraprende da giovane lo studio della musica, dedicandosi al pianoforte e
poi alla composizione strumentale e vocale presso il Conservatorio di Napoli
San Pietro a Majella. Si è già esibito in numerosi Festival di rinomanza
internazionale, in tutto il mondo.
Nel 2012 fonda il Trio, con cui vince il Premio Nazionale giovani talenti
del jazz italiano Chicco Bettinardi al Piacenza Jazz 2013, il Premio del
Pubblico e l’European Jazz Contest 2013 a Maastricht. Da solo vince il
Premio Miglior Solista al Festival di Fara in Sabina 2013; al Bergamo Jazz
2014, il Premio come miglior arrangiamento su tema dato.
31 luglio, ore 21:30, Noa 100% Gil Dor Solis String Quartet 70%
opening Martino Goglia Iodice Trio
Noa100% Gil Dor Solis String Quartet70%
Achinoam Nini Barak in arte Noa, cantante israeliana da tempo regina di una
musica senza più confini, Gil Dor da sempre suo chitarrista e direttore
musicale, il Solis String Quartet, stimato ed affermato quartetto d’archi
che con i due collabora attivamente da più di dieci anni, realizzano “Noapolis”.
Noapolis è un omaggio alla cultura e alla canzone classica napoletana,
l’inizio di un viaggio, senza limiti di tempo.
Un concerto dove l’arte e lo spessore di Noa si fondono con la maestria e la
visione degli archi del Solis String Quartet attraverso una propria
raffinata e originale rilettura negli arrangiamenti rendendo questo concerto
unico nel suo genere, raccontando una Napoli non oleografica bensì una città
che è stata ed è a pieno titolo una autentica capitale culturale europea. E
il Mediterraneo torna ad essere un luogo privilegiato di incantro fra popoli
e culture, mentre il grande amore per l’Italia, il suo sud, la sua storia,
per il suo linguaggio e la sua musica, da parte della cantante israeliana, e
le radici profondamente partenopee del Solis String Quartet unitamente alla
grande attenzione e rispetto delle tradizioni ed alla ricerca musicale che
da sempre il gruppo dedica alla canzone classica napoletana, fanno il resto.
Un mare di musica e di sogni, un mare di lacrime e speranze, un concerto di
forti emozioni che lascia spazio a tutte le passioni.
Martino Goglia Iodice Trio
Giulio Martino – Sax Tenore e Soprano, Gianluigi Goglia – Bass, Pietro
Iodice – Drums
La formula “piano less” non rappresenta certo una novità nel jazz;
essenzialità, maggiore libertà ed un notevole interplay tra i musicisti:
queste le caratteristiche del trio.
GIULIO MARTINO
Si avvia alla musica, suonando prima la batteria, poi il pianoforte, per
passare, a 18 anni, al sax alto e in seguito al sax tenore approfondendo la
tecnica con Steve Grossman e Jerry Bergonzi. Cominciano così importanti
collaborazioni con musicisti italiani e stranieri, su tutti Eliot Zigmud,
Steve Smith, Miroslav Vitous e Peggy Stern con la quale, nel 2008, realizza
il disco Blood & Treasure. Nel 2007 esce un lavoro sulle musiche di Wayne
Shorter, realizzato con il pianista Arrigo Cappelletti. Al suo attivo, oltre
50 pubblicazioni discografiche. E’ primo sassofono tenore dell’Orchestra
Napoletana di Jazz.
GIANLUIGI GOGLIA
Classe 1971, nell’87 si avvicina al Jazz e inizia lo studio del contrabbasso
prima da autodidatta, poi presso il Conservatorio di Avellino dove segue
anche corsi di composizione. Dal 1996 inizia l’attività professionale di
contrabbassista/bassista Jazz collaborando con artisti italiani e
internazionali quali Antonio Golino, Franco Coppola, Pietro Condorelli,
Peggy Stern, Brian Melvin, Rotem Sivani. Attualmente fa parte stabilmente
del Pietro Condorelli Trio e Quartet. Negli anni accademici 2008/09 e
2009/10 insegna Basso e Contrabbasso Jazz, al Conservatorio S.Pietro a
Maiella di Napoli.
PIETRO IODICE
Inizia studiando clarinetto, poi si appassiona alla batteria e al jazz. A
Roma, nell’88 diventa subito batterista di spicco del panorama jazzistico
italiano, suonando in Club e Festival Jazz di rilievo nazionale ed
internazionale. Partecipa a molte trasmissioni Radio e TV. Con Mario
Corvini, fonda la Corvini & Iodice Roma Jazz Ensemble (RJE), fucina di
talenti da cui sono usciti anche Javier Girotto e Stefano di Battista,
citata nel “Down Beat” come orchestra di sicuro valore musicale nel panorama
Jazz italiano. La RJE è ora orchestra stabile dell’auditorium, diventando la
PMJO, Parco della Musica Jazz Orchestra