Timbuktu, un film da cui torni con il cuore gonfio

Un piccione seduto su un ramo...

Largo Baracche

 

Caserta Film Lab: eventi

Caserta - Aprile 2015

Comunicato stampa

Appuntamenti
6 aprile, ore 20.30, Cinema da leggere con la nota scrittrice Giusi Marchetta, vincitrice del Premio Calvino, e autrice di romanzi e racconti. Per l’occasione presenterà il suo ultimo lavoro ‘Lettori si cresce’, un saggio dedicato ai ragazzi ‘per contagiarli con l’entusiasmo della lettura’. L’evento, promosso in collaborazione con l’associazione Liberalibri, ha per sottotitolo il tema della favola come strumento per amplificare la creatività di adulti e bambini. Attraverso le favole si esplora il bene e il male, si entra in vissuti dove non ci si è ancora addentrati. Si scoprono cammini immaginari attraverso i quali i più piccoli iniziano ad interagire con il modo circostante. Seguirà la proiezione del nuovo film della Disney ‘Into the Woods’ con Meryl Streep, Emily Blunt, Anna Kendrick e Johnny Depp.
7 aprile, ore 21, 8 aprile, ore 17, Timbuctu’ di Abderrahmane Sissako (Mauritania)
Alle ore 20 del 7 Aprile, la proiezione sara` preceduta dal Cous cous Fest con degustazioni etniche. L`iniziativa si prefigge l`obiettivo di raccogliere fondi a sostegno del progetto `Cinema, La petite Cour d`Ornella`.
Non lontano da Timbuktu, occupata dai fondamentalisti religiosi, in una tenda tra le dune sabbiose vive Kidane, in pace con la moglie Satima, la figlia Toya e il dodicenne Issan, il giovanissimo guardiano della loro mandria di buoi. In paese le persone soffrono sottomesse al regime di terrore imposto dai jihadisti determinati a controllare le loro vite. Musica, risate, sigarette e addirittura il calcio, sono stati vietati. Le donne sono state obbligate a mettere il velo ma conservano la propria dignità. Ogni giorno una nuova corte improvvisata emette tragiche e assurde sentenze. Kidane e la sua famiglia riescono inizialmente a sottrarsi al caos che incombe su Timbuktu. Ma il loro destino muta improvvisamente quando Kidane uccide accidentalmente Amadou, il pastore che aveva massacrato “Gps”, il bue della mandria a cui erano più affezionati. Kidane sa che dovrà affrontare la corte e la nuova legge che hanno portato gli invasori.
13 Aprile, ore 20.30, Cinema da leggere con la scrittrice Liliana D`Angelo, autrice di `Chiedi alla Luna`, e Pasquale Costagliola dell`associazione `Terra Nostra`.
La ricerca della spiritualita` nell`uomo e` sempre andata di pari passo con la ricerca della verita`. L’evento, promosso in collaborazione con l’associazione Liberalibri. Da sempre l`essere umano esige risposte che possano alimentare la sua fede e la sua speranza di eternita`. Attraverso la segnalazione di alcuni testi i due ospiti della serata offriranno al pubblico uno spunto di riflessione sull`interpretazione della vita attraverso una elaborazione non meccanicistica ma trascendentale dell`esistenza. Seguira` la proiezione del film `Se Dio Vuole` di Edoardo Falcone con Alessandro Gassmann e Marco Giallini.
14  e 15 aprile, Un piccione seduto su un ramo riflette sull'esistenza di Roy Anderson (Svezia) - Leone d’oro a Venezia 2014
Lunedì 20 aprile, ore 21,15, Cinema da leggere (promossa in collaborazione con l’associazione Liberalibri) con il musicista Ferdinando Ghidelli, Pia Di Donato (Casertamusica) e Barbara Barsali (Liberalibri). In vista della Giornata Mondiale del Libro del 23 aprile i tre ospiti proporranno testi da leggere, da vivere, da condividere. Seguirà la proiezione del nuovo film di Nanni Moretti ‘Mia Madre’ con Margherita Buy, John Turturro, Giulia Lazzarini, Enrico Ianniello, Tony Laudadio e lo stesso Moretti. Il film è in concorso al 68esimo Festival di Cannes.
21 aprile, ore 21, Serata evento Caserta Film Lab in collaborazione con Figli del Bronx presentano: Largo Baracche di Gaetano Di Vaio (Italia) e Ore 12 di Toni D'Angelo
(Mercoledì 22 ore 17.30 solo replica film)
LARGO BARACCHE (durata 70')
Il produttore attore e regista Gaetano Di Vaio, fondatore nel 2003 della società di produzione Figli del Bronx e di recente in sala come attore in Take Five di Guido Lombardi, insiste sulla sua Napoli. Con una camera leggera, per lo più tenuta a mano, per strada e in pochi interni, filma sette ragazzi dei Quartieri Spagnoli: Carmine (alias 'o Track, dal nome del personaggio che interpreta in Gomorra - la serie di Stefano Sollima), Luca, Giuseppe, Giovanni (figlio dell'ex superboss dei Quartieri, Mario Savio), Mariano (detto 'o mericano), Gennario, Antonio. Hanno tra i 19 e i 32 anni, sono quasi tutti disoccupati ma dicono di volere una vita legale, un lavoro («perché non bisogna guadagnare per morire, bisogna guadagnare per vivere»). Il passato criminale di Di Vaio è il passepartout per ottenere da loro la fiducia, per fargli raccontare la violenza che hanno visto e respirato fin dalla nascita, ma soprattutto le loro aspirazioni di cambiamento. I Quartieri Spagnoli, dove si trova la piazza del titolo, sono segnati da sempre: destinati ad accogliere le milizie spagnole incaricate di reprimere le rivolte della popolazione, sono storicamente sede di malaffare. Con evidente scopo didattico, Di Vaio (che appare anche in una video intervista tv del 1990, mentre polemizza sulle presunte misure dello Stato nel legiferare e colpire il traffico di droga) intende ribaltare gli stereotipi su Napoli criminale e immaginare, partendo col dare voce ai suoi amici intervistati, un futuro differente.
Dare il buon esempio testimoniandolo con la propria vita: non solo Di Vaio, ma anche l'ex boss Savio e zio Ginetto detto "Tyson" rappresentano sulla loro pelle il fallimento della scelta criminale e danno ai ragazzi una spinta per l'emancipazione. Le priorità diventano uscire dal quartiere, confrontarsi con altre realtà, studiare. Per fare ciò bisogna imparare a distinguere il bene dal male, e per i ragazzi di Largo Baracche è più difficile, perché la malavita traumatizza ma continua anche ad avere un fascino paralizzante. Di Vaio inizia il film infatti con la messa in scena di un accoltellamento a seguito di una lite per «uno sguardo di troppo», giusto per entrare nel mood. Però la sua camera non abbellisce né mitizza Napoli: ne restituisce il buio dei vicoli, la socialità fatta di chiamate a voce, l'affollamento di motorini, la vita in strada, il pulsare di musica e commercio. Raffaella, l'unica universitaria ritratta nel film, crede che serva impegnarsi per uscire da quella vita di sopravvivenza, Mariano si appella al Comune per liberarsi dalla schiavitù di un'occupazione da parcheggiatore abusivo; Carmine e Gianni scelgono la pesca del granchio nel porto per confidarsi segreti e paure. Davanti all'obiettivo risultano tutti molto spontanei, e anche i brani di Pietra Montecorvino, Daniele Sepe e Nino D'Angelo (il primo, Angiulillo, da un testo di Massimo Troisi) non sono invasivi, ma aderiscono con naturalezza al racconto.
ORE 12 (durata 16')
Presentato come evento speciale alla nona edizione del Festival Internazionale del Film di Roma nella sezione Prospettive Italia, lo short nasce dal “Laboratorio Bronx-Mina” e dalla volontà del produttore e regista partenopeo Gaetano Di Vaio. Tra lunghi silenzi, detonazioni e il sibilare sordo dei proiettili, il regista mette in scena l’ultimo atto di una faida tra famiglie. L’amore è l’unica via d’uscita possibile, la violenza la strada da percorrere per sopravvivere. D’Angelo firma una “novella criminale” che mescola senza soluzione di continuità il mafia movie nuova generazione con il poliziottesco e lo spaghetti western old style, guardando con un occhio il Romeo e Giulietta shakespeariano e strizzando l’altro al cinema action hongkonghese di John Woo e Tsui Hark, dai quali prende in prestito l’estetica e alcune soluzioni visive (vedi la decelerazione temporale ottenuta grazie all’uso spasmodico del ralenti). Non è un caso che l’epilogo si tinga di sangue, in una danza di corpi e piombo che lascia dietro di sé una scia di morte e dolore.
Martedì 28 aprile, ore 21, e mercoledì 29 aprile, ore 17:30, Dancing with Maria di Ivan Gergolet (Italia/ Argentina/ Slovenia)
A più di 90 anni, con molte sfide e traguardi alle spalle, la celebre e affascinante danzatrice argentina non ha perso la verve e la grazia che ne hanno fatto una delle grandi stelle della danza. Nella sua casa-studio di Buenos Aires, Maria Fux ha una missione, quella di trasformare con la danza e la simbiosi con la musica i limiti di ognuno in risorse. Perché "la danza è l'incontro di un essere con gli altri" (Maria Fux).
Primo documentario ad esser selezionato alla Settimana Internazionale della Critica, opera del monfalconese Ivan Gergolet, prodotto dalla goriziana Transmedia e sostenuto dal Fondo Audiovisivo FVG
Non solo il biopic di una danzatrice senza eguali, ma poesia sulla danza, quella che cura, salva e nobilita l’uomo: luce sulla divina Maria Fux, 93enne, argentina, pioniera della danza terapia.
Nella sua sala prove di Buenos Aires, Maria accoglie tutti, sani e malati (fisici o psichici), uomini e donne, connazionali e stranieri, e li fa volare con spirito umanista, ironico perfezionismo e tensione psicofisica: un’esperienza collettiva, gioiosa e trascendente, quella che regala, mica i soliti quattro salti…
Così lontano così vicino dalla Pina (Bausch) di Wim Wenders, Dancing with Maria, diretto con pulizia ed empatia dal friulano Ivan Gergolet, è stato presentato alla Settimana della Critica dell’ultima Mostra di Venezia, dove ha incassato il Premio Civitas Vitae. Consigliato a chi crede nel potere terapeutico della danza e, nel caso, del balletto della macchina da presa: ciak, si balla!

Multicinema Duel, via Borsellino, Caserta

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