Mostra d'Arte contemporanea: Arte – Violenza - Spiritualità
Caserta - dal 27 febbraio al 10 Marzo 2015
Comunicato stampa
Venerdì 27 febbraio, ore 16:30, nella di Caserta, Sala degli
Specchi dell'Ente Provinciale di Caserta, avrà luogo una conferenza sul tema
"Arte – Violenza – Spiritualità", organizzata dalla Pro Loco di Caserta e
Ars Supra Partes con i patrocini Provincia di Caserta, Comune di Caserta,
Consolato onorario dell'Uzbekistan, Unicef della Provincia di Caserta, Ente
Provinciale per il Turismo di Caserta, Unione regioni storiche europee,
Associazione Genitori Italiani, Associazione"Spazio Donna" di Caserta,
Fidapa Calatia di Maddaloni. Sono previsti gli interventi di S. E. Vescovo
di Caserta mons. Giovanni D'Alise, del Presidente della Provincia di Caserta
dott. Domenico Zinzi, del Sindaco di Caserta dott. Pio Del Gaudio, del
Questore di Caserta dott. Francesco Messina, del Commissario dell'Ept di
Caserta dott. Lucia Ranucci, del Console onorario dell'Uzbekistan avv.
Vittorio Giorgi della Responsabile provinciale dell'Unicef della Provincia
di Caserta prof. Rosalia Pannitti, dei D.S. Delle Scuole Superiori di
Caserta proff. Marina Campanile, Giuseppe De Nubbio, Antonia Di Pippo,
Emilia Nocerino, Roberto Papa, Antonella Serpico, Luigi Suppa, Antonietta
Tarantino, Adele Vairo, della vice Presidente dell'Associazione "Spazio
Donna" Grassito, del Presidente dell'AGE di Caserta prof. Gennaro Bernardo,
della past President della Fidapa "Calazia" di Maddaloni prof. Wilma
Ambrosio, del Presidente della Pro Loco di Caserta ing. Carlo Roberto
Sciascia. Modererà la prof. Silvana Virgilio.
Alle ore 18.00, sempre nella Reggia, Salone di rappresentanza della Pro Loco
di Caserta, vi sarà un intermezzo musicale del soprano Teresa Sparaco e del
pianista Dario Basso che prevede il seguente programma: - “Addio del
passato” da La Traviata di Giuseppe Verdi, - “Porgi amor” da Le Nozze di
Figaro di Wolfgang Amadeus Mozart, “Lascia ch'io pianga” dal Rinaldo di
Georg Friedrich Händel.
Sarà inaugurata la mostra d'Arte contemporanea sullo stesso tema,
organizzazione a cura da Ottavia Patrizia Santo e Rosa Belardo, allestimento
del dott. Sara Cicatiello e dell'arch. Patrizia Moschese, presentazione
critica di Carlo Roberto Sciascia.
Esporranno i seguenti artisti: Rosalba Ascione, Mario Cacace, Carmela Cafaro,
Pina Candileno, Melina Cesarano, Maria Rosaria Cioffi, Maria Cristillo,
Luigi Del Sesto, Nina Esposito, Leonilda Fappiano, Maria Guarneschella,
Tiziana Iannace, Lena Lanca, Maria Marino, Roberta Marzi, Laura Messore,
Jenny Morales, Brunilda Myetia, Paolo Naldi, Antonio Napoletano, Nikka
(Mimma Concilio), Carmen Pomella, Massimo Pozza, Filippo Schisani, Anna
Scopetta, Ivana Storto, Donatella Tamburrino.
La mostra proseguirà fino al 10 marzo 2015 con il seguente orario: 09:30 –
12:00 o su appuntamento (3 - 338/79 22 753)
Arte – Violenza - Spiritualità di Carlo Roberto Sciascia
Il titolo dell'evento "Arte – Violenza – Spiritualità" può apparire singolare
per l'abbinamento di tre parole che sembrano non avere nulla in comune; ma, a
ben vedere, esso sottolinea che la violenza, prettamente terrena, si contrappone
alla spiritualità che è legata all'immateriale, mentre all'arte è affidato il
compito di legare il terreno con il trascendente.
In questi giorni, nei quali vi è un fermento "femminile" che si esalta per
quella legge sul "femminicidio", emanata di recente, a conferma che, purrtroppo,
in Italia vi sono gruppi che sono sempre disposti a lottare per alcune cause più
o meno giuste e forze politiche maggiori con adepti pronti far loro le suddette
cause solo per ottenere un maggiore consenso politico in termini di voti e di
notorietà; in effetti, a ben vedere, questa legge è fondamentalmente razzista in
quanto stigmatizza una differenza tra la forza dell'uomo e quella della donna,
discriminando il primo rispetto alla seconda.
Infatti, ciò che caratterizza una visione razzista è il considerare il colore
della pelle, la religione professata, il sesso, il modo di vivere, gli eventuali
handycap distintivi di parte dell'umanità e ciò permette di stabilire
immotivatamente chi sta dalla parte del giusto e chi no, chi è “normale” e chi
no, chi preferibilmente deve essere “eliminato” e chi no. Si pensi, per esempio,
un rapinatore con due ostaggi; se decide di ucciderne uno per ottenere qualcosa
in cambio, sapendo che, se decidesse di sopprimere la donna, andrebbe incontro a
guai pesanti, preferirà eliminare l'uomo e, in seguito, ricercare tutte le
attenuanti possibili.
Più semplice sarebbe in quella legge cambiare la parola “donna” con “essere più
debole”, ma certamente non attrarrebbe in modo decisivo l'attenzione dei mass
media e dei cittadini.
La violenza è un atto esecrebile che rende l'uomo peggio delle bestie; infatti,
esse aggrediscono solo per mangiare o per difendere il proprio habitat o per
mostrarsi con la forza superiori ad altri simili, mentre l'uomo è capace di
uccidere anche solo per piacere. Essa va combattuta per se stessa, certo non per
difendere una <categoria di umani>!
La spiritualità, strettamente legata al trascendente, dovrebbe superare la
materialità per proiettare l'uomo verso l'ente superiore, verso la divinità;
ebbene, spesso proprio in nome di un dio si è pronti ad uccidere; i ghetti nei
quali si <rinchiudevano> gli ebrei, le crociate, le invasioni saracene, gli
eccidi dell'Isis riportano sulla terra le <invocate pretese> di affermazione
della propria superiore religione.
Ecco che si delinea il compito supremo dell'Arte: attuare un collegamento in
grado di congiungere la materia e lo spirito, armonizzare la posizione dell'uomo
con quella dell'<oltreuomo>, come direbbe Friedrich Wilhelm Nietzsche. Quindi,
l’arte infrange il recinto angusto e angoscioso del finito, in cui l’uomo è
immerso finché vive sulla terra, per aprire un varco verso l’infinito e per
realizzare un ponte tra l'immanente ed il trascendente, ruolo che la rende
veramente unica per il linguaggio universale della bellezza.
La bellezza, infatti, porta alla catarsi facendo volgere l’attenzione ai
contenuti attraverso la contemplazione di forme che indicano l’energia primigena
dell’essere e si aprono all’Assoluto. Anche gli eventi più drammatici, che
intristiscono il particolare del singolo soggetto e danno colori crepuscolari
alla scena di questo mondo, attraverso l’Arte si sublimano.
L'arte rivolta agli uomini e di loro esalta la profonda spiritualità, ma anche
la passionalità, l'attaccamento alla terra, gli slanci e le riflessioni in modo
che possano ritrovare se stessi e l’essenza della vita permettendo loro di
distaccarsi dalla bruta materia.
È per questo motivo che don Cesare Angelini ha affermato che "il mondo ha
bisogno di bellezza per non oscurarsi nella disperazione ... la bellezza come
verità mette gioia nel cuore degli uomini; è il frutto prezioso che resiste
all'usura del tempo, che unisce le generazioni e le congiunge nell'ammirazione".