Fabbrica Wojtyla in «Moti Terra in Terrae Motus» per il ventennale della scomparsa di Lucio Amelio
Caserta - 19 dicembre 2014
Comunicato stampa
Dal giorno 10 dicembre, come sancisce la Gazzetta Ufficiale, la Reggia di
Caserta è Museo. Entra a far parte della élite delle Soprintendenze
speciali, come gli Uffizi di Firenze e gli Scavi di Pompei. D’ora in poi
brillerà di luce propria, con dirette risorse finanziarie, vivendo d’incassi
ed iniziative, pubbliche e private, obbligatoriamente d’eccellenza.
Il ministro Dario Franceschini ha portato a termine il lavoro di un italiano
che davvero merita il giusto plauso, l’ex ministro Massimo Bray, l’anno
scorso nominato Cavaliere della Fabbrica Wojtyla, perché caratterialmente
legato al motto «andate, date e non dite il nome» che Karol Wojtyla affidò
alla silenziosa Fabbrica che porta il suo nome ed ha sede nella città di
Caserta.
Non è quindi casuale la scelta del Teatro Stabile di Innovazione della Città
di Caserta «Fabbrica Wojtyla» quale primo intervento artistico del nuovo
«Museo Reggia di Caserta».
Moti Terra in Terrae Motus di Patrizio Ranieri Ciu è la innovativa
istallazione teatrale di giovani talenti casertani che il 19 dicembre alla
Reggia di Caserta, definisce e riaccende i fari sul percorso di Terrae Motus,
la mostra permanente all’interno delle sale del Palazzo Reale della
collezione d’arte contemporanea del ‘900 di Lucio Amelio che, per volere del
direttore Vincenzo Mazzarella, la dirigenza della Reggia intende ricordare
nel ventennale della sua scomparsa.
Era da poco accaduto il terremoto in Campania e grandi artisti avanguardisti
come Andy Warhol, Robert Rauschenberg, Joseph Beuys, Keith Haring, Mimmo
Paladino, Michelangelo Pistoletto, Emilio Vedova vollero a loro modo
interpretare la vicinanza alla terra campana e a Lucio Amelio, il più
illustre sostenitore dell’arte contemporanea tra gli anni ‘70 e ‘80.
Giunsero così istallazioni e dipinti, oggi tra i più interessanti al mondo
proprio in quanto varietà d’espressione ispirata da un tema comune, e che
Amelio volle collocare poi nella Reggia di Caserta, preannunciandone così il
ruolo oggi acquisito di Museo.
Moti Terra in Terrae Motus inserisce tra questi capolavori pittorici i
monologhi del terremoto sociale dei nostri tempi, le scosse umane che stanno
caratterizzando il nostro vivere quotidiano. Bambini uccisi o scomparsi,
donne abusate, clandestini e poveri abbandonati a destini sconosciuti sono i
protagonisti di questa istallazione artistica a tutto campo con la danza
contemporanea indice di «una speranza che attraversa la tragedia del
Terremoto mentre una donna comune guarda, osserva, ragiona e domanda… senza
risposta».
La performance teatrale, unica nel suo genere e che sarebbe piaciuta in
particolare a Lucio Amelio, scritta e diretta da Patrizio Ranieri Ciu, si
avvale della coreografia di Alessia Famoso con la supervisione di Natasha
D’Andrea e la partecipazione straordinaria dell’attrice Tina Gesumaria.
L’ingresso è libero ma si suggerisce di prendere contatti con la
soprintendenza del per le prenotazioni durante la rappresentazione.