Concerto strumentale “Madre Terra”
Caserta - 1 e 2 marzo 2014
Comunicato stampa
Finalmente vede la luce la data ZERO del concerto strumentale “Madre
Terra”. Si tratta di un vero tripudio di ritmi e suoni dal mondo che
inaugura il nuovo tour italiano del duo Maurizio Carbone e Michele Colucci,
coadiuvati dalla direzione artistica e dalla supervisione audio di Raffaele
Nasta.
Il concerto in realtà fa parte di un progetto culturale e musicale più
ampio, che si connota come un viaggio multimediale attraverso le culture
ancestrali dei popoli nativi di ogni luogo e latitudine del nostro
tartassato pianeta.
Le memorie della Terra, nel concerto del batterista e percussionista Carbone
e del tastierista Colucci, si trasformano in un percorso narrativo che
utilizza la musica sia come medicina dell'anima, sia come un ponte ideale
per unire le diverse identità e culture che, pur ignorandolo o
dimenticandolo, abitano il grembo della stessa madre, la madre di noi tutti:
la Terra.
Ogni brano presentato sarà anche l'occasione per viaggiare, dentro e fuori
di noi, alla riscoperta della bellezza di quei tanti e diversi popoli che
hanno scritto, e continuano a scrivere, la storia dell'umanità.
L'evento, proposto dalla Madre Terra production, in collaborazione con Sonus
Caserta, è previsto per il 1 marzo 2014, alle ore 20:00 Sold out, e 2 marzo
2014 alle ore 18:00, presso la sala della Sonus in via Marchesiello 42,
Caserta.
Con: Maurizio Carbone, drum & percussion, Michele Colucci, keyboard &
percussion
Lello Nasta supervisione audio & direttore artistico FHO
alla fine del concerto degustazione dei prodotti tipici del Gas Caserta -
Letture di gusto
info: Michele colucci 333 641 5203
Madre Terra: un concerto-progetto di Maurizio Carbone - di Marco Cinque
Ho avuto la gioia e la fortuna di collaborare per tanti anni con Maurizio
Carbone, un musicista (batterista e percussionista di Napoli) di grande
spessore, ma anche di passione artistica e sensibilità umana. Ed è stata una
lunga, intensa strada fatta di progetti che, attraverso le interazioni tra
musica, poesia e drammatizzazione, ci ha dato la possibilità, anzi il
privilegio, di entrare nel cuore vivo del tessuto sociale: piazze, teatri,
scuole, carceri, periferie, ecc.
In questi progetti, che spesso hanno veicolato contenuti importanti come i
diritti umani, civili e ambientali, ci ha accomunato l'utilizzo dei linguaggi
dell'arte, non tanto intesi come espressione vanesia, esibizionista,
autoreferenziale e autocelebrativa, ma come l'opportunità di creare un vero
tessuto di relazioni umane, sociali, culturali. E forse è proprio quel senso di
"collettività", che dovrebbe essere insito nei linguaggi dell'arte e della
comunicazione, in questo caso della musica, che ci riporta alla nostra vera
natura di "animali sociali": una natura ormai svilita, che sempre più stiamo
perdendo o svendendo sugli altari dell'individualismo, dell'egocentrismo, del
personalismo e di ogni altro ismo che tradisce il senso stesso della nostra
umanità. E cosa significa oggi "essere umani", se non tornare alle radici che ci
hanno generato, a quella coscienza che dovrebbe annullare barriere e differenze
per tornare di nuovo figli della stessa madre, la madre di noi tutti: la Terra?
E' proprio in questo progetto, ora rilanciato di nuovo e con forza da Maurizio,
assieme al giovane e talentuoso tastierista Michele Colucci, suo nuovo compagno
di suoni, che si ritorna alla strada maestra, cioè a quel concerto-progetto
"Madre Terra" mai dimenticato, mai abbandonato e sempre rinverdito.
Impossibile non menzionare il mentore di Maurizio, quel Dom Um Romao (Weather
Report), suo vecchio maestro-sciamano di musica ma soprattutto di vita, e son
certo che in qualche insondabile modo oggi lui lo starà guardando da lassù,
incoraggiandolo dai celesti pascoli della musica; proprio perché nella musica,
quella vera, nulla si perde se non siamo noi a smarrirci. E pure se Dom Um ci ha
lasciati, qualcosa ancora resta e vive nella terra che ha seminato. Anzi,
continuerà a vivere se, come lui ci ha insegnato, qualcuno continuerà a
seminare.
Ma torniamo a quel progetto "Madre Terra", già concretizzato nel secondo album
di Maurizio e realizzato qualche anno addietro con l'etichetta discografica "il
Manifesto" (a cui ebbi l'onore di partecipare, con musicisti quali lo stesso
Romao, Garrison Fewell, Marcello Colasurdo, Marzouk Mejri e tanti altri) e oggi,
di nuovo, rilanciato proprio con la collaborazione di Michele Colucci, artista e
musicista (pianista, tastierista e sperimentatore della musica elettronica) in
un tripudio caleidoscopico di ritmi e sonorità: un vero viaggio circolare
attorno al mondo, fatto di tamburi, flauti, fujare, didjeridoo, congas, oud,
voci, duduk, plettri e quant'altro. Sonorità originali e suonate con le
tastiere, ma anche pads elettronici, suoni della natura campionati e via
dicendo. Insomma, un tourbillon ritmico e sonoro che può vedere la luce grazie,
anche, anzi soprattutto, al lavoro appassionato e infaticabile di Raffaele Nasta,
sia come produttore artistico che come supervisore audio. Raffaele, forse,
rappresenta simbolicamente il "fusibile" di questo progetto, perché sappiamo,
anche se spesso lo dimentichiamo, quanto il piccolo e invisibile fusibile sia
fondamentale al funzionamento del più grandioso e fantasmagorico impianto
elettrico, allo stesso modo lui è tanto necessario alla realizzazione di "Madre
Terra".
Per esperienza diretta, posso dire che chi avrà la possibilità di partecipare a
questo nuovo progetto di Maurizio, non sarà semplicemente un ascoltatore o uno
spettatore, ma si sentirà parte di un viaggio sonoro, un percorso che parte da
dentro, che ci attraversa, che mescola i nostri spiriti ed esalta le passioni,
che ci prende per mano per farci riconoscere, finalmente, come figli e figlie
della stessa tribù: quella umana.