Festival Ouverture di Officina Teatro: Incontri Ed Interviste

S. Leucio (CE), 23 settembre 2013

Articolo di Rossella Barsali, foto di Rossella e Barbara Barsali

25 Settembre

Di Mestiere Faccio Il Paesologo – Incontro col regista Andrea D’ambrosio
“La vita o è terribile o ti sfugge” (Franco Arminio)

“Il Paesologo è il fratello dei perduti, dei vagabondi” dice di sé nel film-documentario di D’Ambrosio il protagonista Franco Arminio, ripreso con poetico Verismo durante i suoi vagabondaggi nei paesi semideserti, morenti, sconosciuti, o che balzano alla ribalta per tristi primati. Realizzato nel 2011, il film è un omaggio semplice ma sentito al poeta, scrittore e regista di Bisaccia (Av), animatore di campagne civili.
“Quando si è in pochi, nessun cuore è acqua piovana” e in carrellata compaiono gli spettri delle case disabitate di contrade deserte. Solo, nei vicoli abbandonati, il Paesologo riflette sulla Storia, sulla Vita che cambia, che si anchilosa (“Siamo convalescenti prima di avere la malattia”) e così come cambia il modo di affrontarla (“Siamo stanchi di battaglie mai combattute”). Il film si conclude con una muta speranza, ma senza alcun pietismo.

CasertaMusica: Perché un film su Arminio?
Andrea D’Ambrosio: Stima e affetto per Arminio, conosciuto in occasione delle battaglie per i rifiuti tossici, mi hanno incoraggiato a tentare il film…Arminio quest’anno ha realizzato anche un Festival in Lucania, “La Luna e i Calanchi”, è autore sensibile e fecondo…legatissimo a Bisaccia (il paese natale, ndA) (vedi http://www.lalunaeicalanchi.it/la-luna-e-i-calanchi/)
Il documentario è del 2011, è stato presentato al Festival della Montagna di Trento, ed è vincitore del Premio Rossellini 2012. Ne esistono due versioni, una di queste contenuta nel libro di poesie di Franco Arminio “Le vacche erano vacche e gli uomini farfalle”

CM: I prossimi progetti? Ancora documentari?
D’Ambrosio: Un altro documentario all’attivo è I Figli della Madonna, sulla Ruota degli esposti a Napoli (gli orfani, ndA), ma ho in progetto un lungometraggio, con la Achab film, Produttore Porcelli, dal titolo “2€ l’ora”, con Massimo Ranieri e Maria Nazionale. Ma, a parte il cast, non anticipo altro. Vi aspetto numerosi.

26 Settembre

Davide Iodice – Regista | Drammaturgo “Gli Ultimi saranno i Primi” – (cvd: moderatrice: R. Barsali!)
Spesso si perde nel ragionamento, ma lo fa in modo cosi deliziosamente anti-teatrale che viene perdonato seduta stante. Come uno che “si lascia guardare” senza “voler farsi vedere”., citando i punti focali della sua filosofia teatrale.
Davide Iodice, ossia l’Anti-Teatro di Maniera, ma anche di Parola, di Figura, etc etc, trasforma poco a poco l’incontro ad Officina Teatro in una rara lezione che “si lascia ascoltare ,–anzi- sentire”. Nel racconto di aneddoti della sua lunga carriera teatrale spiccano artisti che a lasciarsi guardare non ci riuscivano proprio. Coma a tacere in scena, difficilissimo. O non fare assolutamente nulla, concedendosi al linguaggio del Corpo. Da qui la ricerca di una Non Attorialità, di qui muove il lavoro coi detenuti, negli OPG, e, da ultimo, La Fabbrica dei Sogni, girato in un dormitorio pubblico o “dormificio metropolitano”, del quale ci ha regalato una decina di minuti di proiezione.
Iodice ricorda la carismatica comunicativa espressa da Carmelo Bene (col quale ha lavorato) anche parlando di ovvietà, e cita il teatro giapponese (No, ndA), dove un bravo attore recita con la maschera, ed è capace addirittura di farle cambiare espressione a seconda della luminosità. Giappone, viaggi: alla domanda dell’importanza del Viaggio, Iodice getta la maschera dell’imperturbabilità, rammentando le sue origini proletarie e l’impossibilità –da ragazzino- di concedersi “viaggi turistici”. Poi, d’un colpo comprende: e racconta che in occasione di Zingari di R. Viviani è stato nomade per mesi, riscattandosi dalla stanzialità, e ritrovando dettagli familiari e amati in terre straniere. I segni teatrali universali, quelli che “si lasciano guardare”.
LA FABBRICA DEI SOGNI: girato in un dormitorio, racconta le storie degli Altri, di chi un posto per dormire non ce l’ha. Spesso non sono motivi economici quelli che spingono all’abbandono del proprio tetto. L’idea è toccante; se l’intento è quello di narrare con l’innocenza della Verità, il prodotto è perfetto. Ho detto se.

27 Settembre

Paolo Pasi – Scrittore | Giornalista “Tieni al caldo un’idea pericolosa” (estratto da Il sabotatore di campane” ed. Spartaco)
La presentazione di Paolo Pasi, scrittore, giornalista e cantautore per diletto, è affidata a Tiziana Di Monaco, fondatrice e curatrice insieme al suo staff delle Edizioni Spartaco, casa editrice indipendente di S. Maria Capua Vetere, presente da circa 17 anni sul mercato e dal 2003 con distribuzione nazionale. Giornalista mezzo busto del TGR lombardo delle 12, scrittore già affermato con “Memorie di un sognatore abusivo”, vincitore del Premio Ilaria Alpi e Giallomilanese, Pasi esordisce nel 2000 con una raccolta di racconti, incuriosendo Fernanda Pivano che diventerà il suo mentore, con prefazioni, e consigliandolo sull’attendibilità di Editori come Pironti, a Napoli. Qui il sodalizio con Spartaco, e la conferma del successo, unanime anche la critica. Pasi intrattiene per un’ora un pubblico insolito per Officina Teatro, in un percorso artistico che si snoda tra letture di brani da Il Sabotatore di Campane e brani musicali tratti da Fuori dagli Schermi, il suo ultimo cd autoprodotto. Lo spettacolo è già rodato, reduce dal talk show LANOTTEPICCOLA di Radio Prima Rete, condotto da Anselmo Pezza de Chiara e Giulio Caputo. Questa intersezione artistica, fatta di brani inediti e cover in acustico (voce e chitarra) potenzia il pathos narrativo del libro, che si avvicina al genere noir anni ‘40 con venature di grottesco (l’anarchico Gaetano –un omaggio a Bresci- subisce degli interrogatori perché si dichiari innocente!), di reality show (tutti indagati per un omicidio che non hanno commesso, il “nominato” della settimana è quello che viene scagionato e deve uscire di scena) ma anche storiche (un excursus di 40 anni di storia, dal ’70 ad oggi). Ringrazia, Paolo Pasi, le figlie di Pino Pinelli, Claudia in particolare, per la collaborazione, e canta G.Gaber (L’elezione) e P.Ciampi, (tra l’altro lui fa parte della giuria del premio Ciampi), citato in particolare per le questioni “dell’Amore e suoi grovigli”.
Un cocktail dove Zavattini sembra andare a braccetto con Orwell e Cronenberg»( la Repubblica)…
Non aggiungo altro!

consulta: Ouverture – 7 giorni prima: Edizione # 2

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