Intervista: Riccardo Ceres e "E il mondo non c'è più"
E' in uscita il secondo lavoro discografico del musicista casertano
Intervista a cura di Ferdinando Ghidelli
In occasione della presentazione del secondo lavoro discografico di Riccardo Ceres "E il mondo non c'è più", Casertamusica propone una intervista al musicista casertano
9 novembre ore 21.00, Riccardo Ceres presenta il suo nuovo disco "E il mondo non c'è più" alle ore 21, presso il Teatro Civico 14, Vicolo Della Ratta, Caserta, con la rabdomantica partecipazione del Maestro Fabio Tommasone al piano. (video: http://youtu.be/3wQNw4YGY5A)
Ferdinando Ghidelli: IIlustraci in generale questo tuo terzo lavoro
discografico
Riccardo Ceres: Descrivere il proprio lavoro è come descrivere se stessi,
quindi molto molto complicato. "e il mondo non c'è più" è il mio modo di vedere
le cose che mi circondano, bisogna sviscerare ed eviscerare gli accadimenti che
ci circondano, bisogna raschiare a fondo tutti i barili, bisogna provare a dire
di no, ad essere indisponenti, ma senza risultare offensivi e retorici ed in
questo la lingua italiana può aiutare molto. Credo che "e il mondo non c'è pù"
non sia un disco da "primo ascolto" credo che sia più un non luogo a cui
affezionarsi ed in cui ritornare per ritrovare un attimo in cui perdersi e
dimenticare.
F.G.: Può essere inteso come una continuazione del discorso artistico
proposto nei precedenti lavori oppure contiene qualcosa di nuovo rispetto al
passato?
R:C.: Questo progetto discografico è, riguardo la produzione artistica,
diverso da James Kunisada Carpante, stavolta ho cercato di inserire gli
strumenti indispensabili. La musica vuole essere colonna sonora dei testi che
spero siano stati valorizzati da questo approccio meno invasivo delle note.
Molto in risalto il piano suonato dall'eccellente Fabio Tommasone e la voce,
accompagnati qua e la da eccellenti musicisti, tutti Casertani. Perchè quando ti
senti smarrito e il mondo non c'è più, esiste solo un posto in cui tu possa
ritornare, a casa.
F.G.: Considerando la difficoltà del mercato discografico attuale e più
in generale dell'intera economia, cosa ti senti di dire al riguardo ?
R:C.: E' importante rendersi conto della scena discografica attuale e
sicuramente le cose sono molto cambiate. L'autoproduzione sta acquisendo un
nuovo significato, più forte, più coerente, diretto ad un pubblico che sembra
stanco di rimanere immobile a fagocitare tutte le proposte delle major e di
quello che proviene da oltreoceano. Ormai il mercato discografico è un pò come
la moda, se quest'anno va il blu, tutti a sfornare capi tinti di blu che
naturalmente durano solo una stagione. Quindi l'autoproduzione, una
distribuzione, un buon ufficio stampa e naturalmente tanti concerti live
attualmente fanno molto più rumore di un logo conosciuto sul retro della
copertina del tuo disco.
F.G.: In virtù della tua esperienza cosa ti sentiresti di dire ad un
giovane che intenderebbe intraprendere la carriera cantautorale?
R:C.: Leggere molto, chiedersi il perchè delle cose che lo circondano,
essere coerente con se stesso e con il pubblico che è quello che nel bene e nel
male la fa da padrone, scegliere la strada migliore, quella che più si adatti
alle sue scarpe e avere sempre a portata di sguardo la mappa su cui è segnato il
"dove" si vuole arrivare.