69esima Mostra del Cinema di Venezia: “E’ stato il figlio” di Daniele Ciprì
Venezia, dal 29 Agosto al 8 Settembre 2012
Articolo di Giusi Ricciato
Tra gli italiani in gara per il Leone d’oro ha debuttato per primo, alla
69 Mostra Internazionale del cinema di Venezia, “E’ stato il figlio” di
Daniele Ciprì. Regista, sceneggiatore, direttore della fotografia e
montatore palermitano, Ciprì è noto al pubblico per il lavoro in coppia con
Franco Maresco in film come “Il ritorno di Cagliostro”(2003), “Come
inguaiammo il cinema italiano – La vera storia di Franco e Ciccio”(2004) e
“Era una volta”(2008).
Nella proiezione mattutina per la stampa raccoglie buoni applausi, forse
ancor più sentiti rispetto all’attesissimo "The Master" di Paul Thomas
Anderson, applaudito senza calore.
Il regista siciliano ci porta in una Palermo anni ’70 -anche se la pellicola
è stata girata a Brindisi- in alcuni quartieri popolari della città, nei
cantieri navali e sulla spiaggia, trasformati nella Kalsa di Palermo, uno
dei quattro rioni storici della città siciliana. La fotografia, curata dello
stesso Ciprì, è perfetta, sbiadita e ingiallita come un vecchio ricordo.
La storia, basata su fatti realmente accaduti, tratta dall’omonimo libro di
Roberto Alajmo, che insieme al regista e a Massimo Gaudioso ha scritto la
sceneggiatura, è incentrata sulle vicende della famiglia Ciraulo, persone un
po’ “particolari” che vivono in uno stato di continua precarietà.
Nicola Ciraulo è il capofamiglia, interpretato da un Toni Servillo
irriconoscibile in canotta bianca, pancetta esibita e occhiali. La precaria
quotidianità di piccole certezze è interrotta dall’uccisione della figlia
Serenella, colpita accidentalmente dal proiettile di un resoconto mafioso.
Il dramma si rivela anche un’opportunità grazie al lauto risarcimento
previsto dallo Stato per le vittime della mafia. Peccato che questa
possibilità spalanchi altre sventure: l’infinita procedura da seguire per
richiedere la somma, l’euforia che porta a spese al di sopra delle proprie
disponibilità nella lunga attesa della ricezione del denaro, e infine la
scelta di spendere gran parte dei 220 milioni ricevuti nell’acquisto di una
Mercedes. Lo stile narrativo conserva la sua tipica originalità nella
geometria delle inquadrature, nel soffermarsi sulle espressività, nei
dettagli di colore e nella scelta dei personaggi.
I sei attori protagonisti della famiglia Ciraulo sono eccellenti, Ciprì non
voleva neanche Toni Servillo nel cast. "In verità non avevo un immaginario
dei volti, quando mi hanno suggerito Toni ho pensato che fosse troppo per me
e che fosse impossibile averlo nel cast. Dopo il primo incontro ho subito
pensato fosse perfetto: il personaggio del libro è complicato, molto triste.
Toni l’ha reso superbo: ha la comicità dentro".
Toni Servillo aveva il timore di inciampare nel dialetto siciliano. Paura e
prova superata anche se se difficilmente la pellicola potrà ambire al Leone
d’oro - forse troppo italiano - ma potrà aver successo in sala (dove
arriverà il 14 settembre), e probabilmente neanche l’impeccabile Toni
Servillo vincerà la Coppa Volpi per cui invece oggi si candida con buone
possibilità lo scontroso Joaquin Phoenix di The Master.