Intervista agli Over the Edge

Caserta, Giugno 2012

Intervista di Giuseppe Balducci

Eccoci qui a scambiare quattro chiacchiere in compagnia di Jen Blossom, frontman e fondatrice degli Over the Edge, la band casertana dal sound forte e travolgente che ha registrato il suo nuovo album in America sotto la guida di Jason Rubal, noto produttore discografico.

G: Allora Jen, come nasce il progetto Over the Edge?
J: Gli Over the Edge nascono nell'inverno del 2008 quando io, cantante-chitarrista, ho messo in piedi il progetto con la batterista Tory Liar ed una bassista che, pochi mesi dopo, ha lasciato il posto a Pyge.

G: C’è qualcuno di voi che compone i pezzi, e li sviluppa con gli altri successivamente, oppure sono il frutto di un lavoro fatto insieme in sala prove? Chi scrive i testi?
J: La creazione dei nostri pezzi è qualcosa che avviene in modo molto spontaneo. Tutto parte da un’ idea strumentale, che nasce mentre siamo assieme oppure solamente ad uno di noi e poi, in un secondo momento, viene fatto ascoltare al resto del gruppo. Successivamente ognuno mette del suo se l’idea piace e si decide di lavorare su di essa. Quando poi il tutto ha assunto una struttura approssimativa la suoniamo ancora e ancora e, nel frattempo, io che mi occupo soprattutto dei testi, scrivo sempre nel momento in cui la musica mi “parla” e mi fa “parlare”. É tutta una questione di sensazioni, momenti, pensieri, istinti, periodi, stati d’animo...insomma è qualcosa di puramente astratto, è musica. Ecco perché alle domande tipo: ‘Di cosa parlano i vostri testi?’ è davvero difficile rispondere. Essi non mirano a trattare argomenti religiosi, politici o di attualità, ma parlano solo di noi, di quelle che sono le nostre vite, le nostre emozioni. Nel loro interno ci sono tutte quelle domande alle quali non troviamo risposta. Io scrivo quello che mi tormenta, che tormenta un po’ chiunque. E proprio per questo motivo, essendo testi alquanto ermetici, credo che ognuno ci si possa “immedesimare”...

G: Avete mai avuto contrasti interni alla band dovuti alle differenze di background artistico oppure vi siete ritrovati sempre allineati al concept generale?
J: Noi siamo 4 persone con personalità davvero molto diverse quanto affini. Di contrasti ne abbiamo spesso, come in ogni famiglia. Ma siamo quattro persone che, al di là di tutto, si rispettano, si stimano, e questo ci porta ad avere un gran feeling ed un grande affiatamento, sia nella vita di tutti i giorni sia quando suoniamo.

G: Cosa volete realizzare con la vostra musica? Quali sono i vostri intenti artistici?
J: Noi non suoniamo con l'intento di qualcosa che non sia solo l'esigenza di suonare. La musica per noi è come mangiare, dormire, bere...è un esigenza alla quale dobbiamo sottostare per sopravvivere. É qualcosa più forte di ogni volere. Spesso sembra quasi che sia una maledizione... essa non fa che costringerci ad una vita di rinunce, pur di poter portare avanti il nostro progetto, eppure siamo qui, con tutte le difficoltà che comporta, a credere che un giorno potremo vivere di musica...non smettiamo di crederci, nonostante spesso sembri così difficile, così assurdo...

G: C’è una canzone a cui siete particolarmente ‘affezionati’ o che abbia un significato particolare?
J: Tutto ciò che abbiamo creato è un pezzo di noi stessi. E, nonostante esistano canzoni che ci emozionino di più dispetto ad altre, ognuna di esse ci racconta. Ognuna di esse ha un significato particolare.

G: Qual è la vostra opinione del panorama musicale di Caserta ed italiano in generale?
J: Il panorama musicale di Caserta è sicuramente alquanto vasto e pieno di talenti ma la città, come l'Italia in generale, non offre seri spazi, né alcuna possibilità concreta...ma credere nella musica significa anche saper andare avanti senza fermarsi di fronte alle prime difficoltà oppure solo perché nessuno te ne da la possibilità.

G: Come siete riusciti a prendere contatti in America ed a registrare lì il vostro album?
J: Il potere che ha oggigiorno internet è infinito ed è stato grazie ad esso, più ovviamente la tenacia e l'estrema determinazione che abbiamo nel raggiungere ciò che vogliamo, a riuscire a farci scoprire da un produttore che vive dall'altra parte del mondo. Bisogna crederci e lavorare duramente, è questo che ci ha portati negli States.

G: La produzione del disco è stata affidata a Jason Rubal. Com’è stato lavorare con lui?
J: Lavorare con Jason Rubal è stato un vero onore per noi. É una persona che vanta una certa notorietà, avendo collaborato con grandi artisti del calibro dei Cure, Nine Inch Nails, Dresden Dools, Killswitch Engage etc. É un uomo che nutre una grande passione per il lavoro che fa. Ma la cosa più bella è che dal primo momento abbiamo scoperto soprattutto un grande amico!
Lui ci chiama la sua famiglia italiana, essendo noi la prima band italiana che produce.

G: Si prevede l’uscita del disco a breve. Come pensate di procedere nella diffusione della vostra musica? Tenderete soprattutto (e direttamente) allo scenario straniero oppure pensate di iniziare a farvi conoscere gradualmente partendo dalle zone in cui è nata la band? Avete già un tour fissato?
J: L'uscita del disco è prevista dopo la fine dell'estate. Il primo passo sarà quello di presentare ufficialmente il nuovo lavoro nella città in cui viviamo e da cui siamo partiti per poi girare live, il più possibile, grazie a tutte le collaborazioni, nazionali ed internazionali che ci stiamo creando col duro lavoro di tutti questi mesi. Promuoveremo questo lavoro con tutte le forze che abbiamo!
L'anno prossimo ci attende la nostra prima tournee americana organizzata dalla stessa collaboratrice del nostro produttore. Ovviamente è inutile dire che ci attira di più il panorama straniero...Over the Edge significa anche questo!!!

G: C’è una band in particolare con cui vorreste andare in tour?
J: Beh...il nostro sogno sarebbe poter dividere il palco con band come Foo Fighters, tutti i progetti di Jack White, Silversun pickups, Incubus, Autolux...
G: wow gli Incubus! Ho visto che la vostra pagina Facebook può vantare già più di 600 fan. C’è qualcosa che vorreste dire loro ed ai nostri amici di Casertamusica?

J: sicuramente il nostro messaggio principale è: “supportate sempre la musica indipendente perché solo così l'arte, la musica, il “nuovo”, non avrà fine.
G: grazie per quest’intervista Jen, ed in bocca al lupo per tutto!
J: grazie a te Giu, e crepi il lupo!

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