Il Cantiere dell'immagine: personale di Francesco Napolitano
Caserta, dal 15 al 30 ottobre 2011
Comunicato stampa
Si apre il 15 ottobre (chiusura il 30), alle ore 18.30, la
personale di Francesco Napolitano “Il Cantiere dell’Immagine” alla Kouros
Arte Contemporanea, Via Magenta 81 - Aversa (CE),
Apertura dell’esposizione del professore Francesco Napolitano, tra
simbolismo, futurismo, surrealismo e impressionismo. La mostra, “Il Cantiere
dell’Immagine”, è un escursus lungo un decennio di ricerche su diversi stili
artistici e tecniche pittoriche che avrà come punto cardine la
partecipazione degli spettatori. Nei 15 giorni di apertura sarà, infatti,
possibile realizzare materiale artistico istantaneo grazie alla
disponibilità di tele ed oli. La mostra, sottoposta a un “ricambio” continuo
dell’arte esposta, intende stimolare l’animo artistico dei partecipanti. In
quanto cantiere, si lavorerà in continua e perfetta armonia tra varie forme
d’arte: dalla pittura alla poesia, fino alla musica (con l’esibizione di
diversi musicisti). Insomma un’ottima occasione per crescere a livello
artistico, ma soprattutto umano.
Temi sociali ed emotivi, reali ed onirici definiscono un suggestivo viaggio
psicologico. L’opera di Francesco Napoletano, attraverso la rappresentazione
di figure quasi larvali, ermafrodite e probabilmente asessuate, esprime
concettualmente una tesi antropologica dell’erotismo, dei dolori della
società e dell’animo umano. Distinguere volti e sesso dei soggetti è
operazione ardua e resa instabile dall’angoscioso terrore che a volte
possono incutere le figure. Anche la realtà zoofila è ben rappresentata
attraverso un microcosmo animale usato a modello per gli impianti
urbanistici ed architettonici creati dall’uomo. Non si può far altro che
apprezzare e imitare lo schema agghiacciante della tela del ragno o la
geometria perfetta delle celle realizzate dalle api. Il tema della
strumentalizzazione della figura animale viene rappresentato, ironizzando e
polemizzando con il loro utilizzo simbolico. Non troveremo mai un cavallo
ardimentoso e impennante, ma stanco e a testa bassa, in segno di protesta “anti-monumentalista”.
L’esaltazione di contestabili condottieri umani coincide con lo smarrimento
della dignità animale. Il cavallo assume quindi un habitus da ronzino (pelle
ed ossa) perché la sua fierezza sta nell’opportunità di mostrarsi - non
abbellimento per altri soggetti - ma animale reale, stanco del suo lavoro e
per questo emancipato. Tracce di elementi tecnici e concettuali di natura
Caravaggiesca si trovano nel modo di rappresentare la realtà, nuda e cruda
senza rimorsi o sotterfugi. Una sottile fierezza si trova nelle
rappresentazioni della volgarità o della realtà degradata dei corpi,
riflettendo il decadimento personale e collettivo dell’uomo moderno. In
questi elementi artistici, affiancati ironicamente alla volgarità mondana,
c’è una profonda riflessione sulla vita e la morte, ma anche la
consapevolezza che l’uomo possa comunque redimersi nel progresso. Altra
materia incandescente è la tensione fra la razionalità dell’umomo e
l’irrazionalità dei conflitti e della guerra. I contrasti, siano essi intimi
o collettivi, vengono affrontati con ironia, mettendone alla berlina gli
inganni e le ipocrisie.
Un interessante viaggio riflessivo intrapreso insieme ad un uomo di grande
carisma, il professore Francesco Napolitano.
Orari di apertura: tutti i giorni dalle 18,30 alle 22,00
Infoline: 339.6538417