Hamletica: eventi di Ottobre
Maddaloni (CE), ottobre 2011
Comunicato stampa
Mercoledì 26 ottobre 2011, ore 18:30, lo scrittore napoletano
Andrej Longo racconterà al pubblico in sala un po' del suo mondo narrativo
partendo dai suoi due romanzi di maggior successo, "Dieci" e "Lu Campu di
Girasoli" entrambi pubblicati da Adelphi.
In dialogo con l'autore sarà la Prof.ssa Cinzia Daddio
Dieci
Vanessa che "quando si mette le calze nere e la gonna corta di pelle pare
proprio 'na femmina"; il ragazzino tredicenne che uccide la madre "perchè
qualcuno doveva farlo",; la ragazza che può raccontare solo a un gatto di
stoffa di nome Monnezza cosa significhi abortire il figlio che suo padre le
ha messo in pancia; il piccolo malavitoso costretto ad abbassare gli occhi
davanti a un anziano pensionato pacatamente deciso a non abbassare i suoi;
il ragazzo detto Reibàn che nel corso di una notte balorda in compagnia dei
suoi amici Panzarotto e Roléx ruba la macchina sbagliata (è la macchina di
un boss) e si trova a dover uccidere per salvare la pelle: sono solo alcuni
dei personaggi che il lettore incontrerà in questi dieci racconti, dieci
come i comandamenti, e a questi intitolati.
Ogni personaggio viene fuori dalla pagina di Andrej Longo con una esattezza
quasi dolorosa "con le sue paure e i suoi rimorsi, le sue viltà e la sua
grazia", in virtù di una scrittura asciutta ed esigente, tutta costruita su
dialoghi rapidissimi, scarni, a volte brutali. Nei racconti di Longo non c'è
mai una parola superflua, ma ci sono tutte quelle che servono a darci, di
quell'universo metropolitano che si chiama Napoli, un'immagine radicalmente
nuova "e folgorante.
Lu Campo Di Girasoli
Il primo sorriso Caterina e Lorenzo se l'erano scambiato al party del
sindaco - "Ca lu chiamava party picchè faceva cchiù moderno. E cu lo
modernismo isso s'era vinciuto li votazioni". Era da un pezzo che Lorenzo
teneva nel cuore quella malattia, ma aveva cercato di non pensarci: perchè
sulla "vagliuncella" aveva messo gli occhi Rancio Fellone, il figlio
dell'uomo più ricco del paese, e lui, Lorenzo, era solo il nipote dello
scarparo,: "Pirciò aveva deciso che Caterina se l'aviva levare da la capa".
Poi quella sera lei l'aveva guardato, e non aveva smesso di guardarlo mentre
lui suonava la tamorra come mai prima...
Per raccontarci questa insolita «fiaba nera» Andrej crea una lingua che non
si identifica con nessuno dei dialetti del Meridione, ma ne contamina più di
uno: una lingua che l'autore stesso dice di non aver costruito a tavolino,
ma di avere «sognato». Il risultato è un impasto sorprendente e sapido,
ricco di tutti i colori, i suoni e i sapori dell'estate mediterranea: dal
giallo acceso dei girasoli al richiamo ossessivo e quasi minaccioso della
tammorra, al gusto forte e deciso del vino Primitivo.
Lo scrittore
Andrej Longo, scrittore ischitano, deve il suo nome particolare all'omaggio
che il padre volle fare a Guerra e pace.Di lui si sa poco perchè è piuttosto
restio a parlare di sè, neppure la sua data di nascita è conosciuta: «Non
voglio dire la mia età e mi dispiace anche far circolare la mia faccia.
Secondo me, meno si sa di uno scrittore, più si legge volentieri», ha
affermato in un articolo comparso sul Corriere della Sera del 27 gennaio
2008.
Ha lavorato come co-sceneggiatore del film Io speriamo che me la cavo per la
regia di Lina Wertmuller, è stato traduttore e adattatore per il
palcoscenico di Le relazioni pericolose di Choderlosde Laclos per la regia
di Pierpaolo Sepe. Tutte queste attività però non gli hanno permesso di
raggiungere la stabilità economica e l'indipendenza artistica perciò Longo
ha continuato ad alternare il lavoro di scrittore agli impieghi più vari,
dal bagnino al cameriere, sino a scoprire quello a lui più congeniale di
pizzaiolo: «Mi piace fare pizze perchè è un lavoro creativo, immediato, a
differenza della scrittura e, non da ultimo, mi ha dato la possibilità di
viaggiare. E' incredibile come il mio mestiere di pizzaiolo mi abbia aperto
il cervello, come mi abbia permesso di cogliere voci e storie che poi ho
sentito la necessità di trascrivere».
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