VI Baia Domizia Blues Festival: Missione (per conto di Dio) compiuta!
Baia Domizia (ce), 24 luglio 2011
Articolo di Rossella Barsali
Cosa avranno visto gli occhi mansueti ed allegri di Jimmy Burns,
approdato a Baia Domizia in una giornata ventosa e tersa di luglio
inoltrato, per fargli dire, in una intervista di una promettente
emittente locale, che il posto migliore dove abbia mai suonato è proprio
l’Italia, il Sud, e quindi Baia? Un vecchio bluesman crede più al colpo
d’occhio che alle “streghe”, che quest’anno, smesse le sembianze della
“bolla col verme”, hanno assunto l’aspetto di ratti e zanzare…Ed il colpo
d’occhio restituisce l’aspetto selvaggio delle alte canne che si piegano al
vento, il mare spumeggiante, gioventù che accorre, ma anche rigorosa e
puntuale professionalità nel soundcheck, ottima amplificazione di supporto,
contorno scenico da discreti cerimonieri, ed un gruppo di intro al main
artist di tutto rispetto, tanto da consentire la jam finale, con la delizia
della doppia armonica sul palco.
I Blues Addiruse affondano le radici in quella sottile linea di confine tra
american blues e musica tradizionale partenopea che, partendo dagli Showmen
di Mario Musella arriva fino a Raiz degli Almamegretta, passando attraverso
i Napoli Centrale e Pino Daniele prima maniera.
La band, seppure molto giovane (si sono formati nel 2004) convince per
sonorità, carica, ed impatto scenico. Ottime le tastiere meticce di
Alessandro Pagano, e la voce di Alfredo d’Ecclesiis buia e graffiante, come
la sua armonica. Dodici pezzi tiratissimi, molti tratti dall’ultimo lavoro,
Blues Addiruse . Saranno al MEI di Faenza dal 25 al 27 settembre.
Jimmy Burns calca il palco reduce da una tourneè europea. Lo show parte in
lenta progressione con la chitarra rovente di Burns che detta i ritmi ad una
giovane, ma molto solida, band italo-franco-ispanica con sugli scudi
l’armonicista madrileno Quique Gomez ed il chitarrista Luca Giordano da
Teramo. Mr Burns - settant’anni e non dimostrarli - macina blues autografi
uno dietro l’altro per più di un’ora di concerto. La sua chitarra sferza la
piazza con riff e liks senza tregua. La voce soulful tiene un’intonazione
d’acciaio per tutta la serata, nonostante un fastidioso vento che non
impedisce, tra l’altro, l’affollarsi del pubblico e la corale
partecipazione, soprattutto a partire da una Stand By Me in versione meno
sofferta rispetto all’originale. In un crescendo rossiniano, il Nostro
trascina il pubblico di tutte le età in una danza gioiosa, che culmina in
una roboante Rollin’n’Tumblin alla chitarra slide e nella jam finale, quando
la band viene raggiunta da d’ Ecclesiis, Pagano e (batterista) dei Blues
Addiruse.
Una volta, un tizio mi confidò che certa musica ha il potere di dare
differenti valenze alle immagini; non era un musicista, il tizio in
questione, era un fotografo…
Adesso so cosa hanno visto gli occhi mansueti ed allegri di Jimmy Burns,
approdato a Baia Domizia in una giornata ventosa e tersa di luglio
inoltrato.