Teatro in foresta "Trilogia" e "Io come Alice"” alla Cipresseta
Fontegreca (ce), 2 e 23 luglio 2011
Articolo di Rossella Barsali
Vieni, c’è una strada nel bosco (finché c’è ancora il bosco!)…
La Cipresseta di Fontegreca (Bosco degli Zappini) è un piccolo gioiello
naturale, un incanto dove convivono cipressi e piccoli ruscelli, laghetti e
pietre levigate, e da dove si leva un canto di fronde e battiti d’ali, e un
afrore di muschio e licheni. Una socchiusa timidezza, tipica dei boschi,
nasconde il resto, ma non si tratta della solita piccola e media fauna
esibita nei documentari. Si tratta dell’Uomo. Quando esercita la sua
fantasia costruttiva, l’Uomo scopre nella Natura inattese risorse di
comunicazione. E, senza violarla, la trasforma in una se stessa più
consapevole allo sguardo altrui, in una metafora sociale di forte impatto
intellettuale, come ha fatto egregiamente Roberto Solofria con la sua
“Trilogia” liberamente riadattata dai lavori di Italo Calvino, oppure in una
foresta delle meraviglie ricca di creature ibride e fantastiche, di forte
impatto emotivo, realizzata magistralmente da Michele Pagano nel suo “Io
come Alice” liberamente tratto dall’opera di Lewis Carrol.
Solofria ricava un angolo frondoso della Cipresseta per il suo Barone Rampante, che domina dall’alto, con partecipativo distacco, le piccole vicende umane, finché l’Amore non lo riavvicina agli uomini, e lo interseca col Cavaliere Inesistente, un involucro svuotato di carne ma colmo di umanità, e col Visconte Dimezzato, dualismo bene-male, che ritrova nell’Amore la sua ragion d’essere e la sua univocità. Assolutamente attuale ed originale la reinterpretazione del regista, che fa convergere le tre storie in un unico afflato d’amore, salvifico in ogni caso. Momenti lirici si alternano a trovate sceniche suggerite dall’ambientazione con la performance che resta circoscritta allo spazio scenico tradizionale del teatro. Teatro nel bosco, ma il lavoro, nonostante la bravura degli attori, risulta sottodimensionato rispetto alle opportunità fornite dall’ambientazione e alle capacità espressive dello stesso autore-regista.
Pagano reinterpreta la riflessione sul tempo e sulla felicità
dell’Alice di Carrol, sulla crescita e i suoi infiniti equilibri,
distillandone suggestioni e personaggi che popolano tutta la Cipresseta,
sfruttando qualsiasi spazio a disposizione, persino un impervio dirupo dove
colloca un Brucaliffo turco-meridionale, che offre al pubblico itinerante,
guidato da uno sparuto Bianconiglio, un gustoso dialogo. Piccole gag (Tira e
Molla, lo Stregatto), si alternano allo spettacolo naturale della Cipresseta,
arricchito da figure mascherate che, alla stregua di ninfe, fauni, folletti
ed animaletti dei boschi, si parano di fronte al pubblico senza distoglierlo
però dal filo della vicenda. Inversamente al primo lavoro, qui è il bosco a
far parte integrante del teatro, bosco che diventa quinte vive, e
fisarmonica e violino, inusuali strumenti acustici, ben sottolineano la
veridicità della finzione scenica.
“Teatro in foresta è un programma di valorizzazione delle risorse boschive
della provincia di Caserta, anche in un’ottica turistica e non
esclusivamente di sfruttamento economico, visto che è ignota ai più
l’esistenza di oasi forestali di tale bellezza. Le ricadute sul territorio
sono lì a testimoniare la buona riuscita dell’iniziativa.” conferma la
dr.ssa Agnese Rinaldi, del Settore Foreste di Caserta, a cui va il nostro
più caloroso… in bocca al lupo (visto che di foreste trattasi!).
Alcune immagini su: http://youtu.be/Tpg_eXyBfug
Consulta:
Eventi alla
Cipresseta di Fontegreca