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Mostra d'Arte Contemporanea: Arcaisti alla Reggia

Caserta, dal 4 al 26 Giugno 2011

Comunicato stampa

Sabato 4 giugno, alle ore 16.30, presso la Reggia - Salone di Rappresentanza della Pro Loco di Caserta si inaugura la mostra d'Arte Contemporanea “Arcaisti alla Reggia” a cura di Katia Princi Menniti; l'evento sarà presentato da Carlo Roberto Sciascia e da Massimo Stefani.
In occasione dell'inaugurazione della mostra, che gode del patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero degli Affari Esteri e della collaborazione della Pro Loco di Caserta, dell'Associazione “Arcaisti” e dell'Associazione Culturale “Ars Supra Partes”, è stato edito un catalogo a colori.
La mostra proseguirà fino al 26 giugno 2011 con il seguente orario: 9.15 – 12.45 giorni feriali, 9.30 – 12.00 la domenica e su appuntamento (tel. 0823/32 20 81 - 338/79 22 753).

La Pro Loco di Caserta ha volentieri accettato di accogliere questa mostra che, tra l’altro, si avvale della presenza di Paolo Levi, maggior critico d’Arte d’Italia, uomo integerrimo di ampie vedute e di cultura che mai ha voluto tradire l’Arte con la <A> maiuscola.
Il Presidente Francesco Giaquinto a tal proposito ha dichiarato: “La Pro Loco di Caserta è felice di poter accogliere nel suo salone di rappresentanza la mostra delle opere di venti artisti che, aderendo all’Arcaismo, hanno voluto sottolineare di non essere condizionati dai <giochi prettamente commerciali e di potere>. È un onore per la nostra associazione turistica accogliere nella sede tanti artisti, provenienti da tutta l’Italia ed in particolare Massimo Stefani, fondatore del movimento, la cui energia nelle proposizioni e nelle posizioni assunte contro la non arte è encomiabile. Un grazie, poi, va rivolto all’infaticabile socio ing. Carlo Roberto Sciascia, capace di organizzare a Caserta eventi di livello nazionale molto importanti”.

“Il Movimento Arcaista - ha affermato Massimo Stefani, ideatore e fondatore del movimento - è nato per il bisogno di ritrovare in Arte quei valori che l’hanno resa indispensabile all’animo umano, quelle forme che nei secoli si evolvevano mutando con il graduale mutare della nostra cultura e del nostro sapere. Millenni di storia dell’Arte che abbiamo ereditato dai nostri predecessori e a cui dobbiamo buona parte della formazione del nostro essere attuale, quella positiva, quella che abbiamo ancora dentro di noi, che dobbiamo proteggere, per il bene dell’Arte e per il nostro bene. Sembra incredibile ma oggi l’Arte è in pericolo, molti giurano che sia già morta, uccisa dall’ impossibilità di creare qualcosa di nuovo, che non sia già nato, come dire, se non si nasce non si vive. Per questo molti la dichiarano defunta, e allora via, chiudono con il passato e aprono alla provocazione, tanto se la provocazione è Arte, con questa possono creare ciò che vogliono, senza alcun bisogno di ricorrere al talento, alle tecniche, alla manualità, alla passione e alla sensibilità Umana. Non capiscono, o forse preferiscono non capire che l’Arte non è morta, è stata messa a tacere questo si, forse per il bene del consumismo, oppure perché gli ultimi 100 anni di storia tecnologica hanno ridotto al minimo quella sensibilità verso l’Armonia del Creato che da sempre ha ispirato il genere umano. Comunque sia, l’Arte vivrà finché esisterà I’uomo che ne comprenderà I’essenza ed il bisogno. L’Arcaismo perciò, è un Movimento Artistico aperto a tutti e a tutte le forme d’Arte che siano state concepite attraverso il talento, le tecniche, la passione, la sensibilità e l’intelligenza umana. Quindi per creare qualcosa di nuovo confidiamo nella fantasia, e nel fatto che quel che facciamo oggi e faremo domani, potrà essere simile ma mai uguale a ciò che abbiamo fatto ieri”.

Perfettamente in sintonia con il movimento, Carlo Roberto Sciascia afferma: “È giunto il momento per i veri ed onesti artisti, quelli che non si nascondono dietro le decine di pagine di critica tendenti a chiarire, a spiegare, a realizzare <filosofie> che interpretano opere senza valore … o, meglio, aventi finalità di lucro a scapito di compratori ignavi e, purtroppo, di Musei e Pinacoteche. Artisti figurativi di vero talento ve ne sono e non si capisce perché essi debbano essere emarginati da una critica d’arte sedicente <ufficiale> che giudica senza stabilire un criterio condiviso da tutti, preferendo un metro di giudizio improntato alla parzialità, alla commerciabilità e/o all’incapacità di molti di distinguere opere serie da altre non facilmente identificabili e di darne una giusta ed onesta valutazione. Il pubblico deve poter ammirare un’opera indipendentemente dalle <chiacchiere> dell’imbonitore di turno! Un testo critico deve solo fornire una <possibile> chiave di lettura che il fruitore può usare, se vuole, quando lo ritenga più opportuno, ma non può mai sostituirsi come importanza all’opera stessa. Occorre che nel settore vi sia maggiore correttezza ed onestà!”.

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