II Festival del Cinema Indipendente: 3° serata
Caserta, 20 Maggio 2011
Articolo di Clemente Tecchia
Si è concluso ieri sera il secondo Festival del Cinema
Indipendente di Caserta. Una tre giorni serrata, da veri cinefili: ore di
ottimo cinema proveniente da tutto il mondo, andare e venire dalla sala,
socializzare negli intervalli, buon vino rosso e ottimo cibo, ascoltare
musica e interventi degli autori. Un’esperienza straordinaria, e per varie
ragioni. Anzitutto l’organizzazione curata da giovani appassionati e che
rende davvero giustizia all’Indipendente del titolo della rassegna, che vale
due volte: indipendenti le proposte di cinema offerte agli spettatori,
indipendente (sia dal punto di vista artistico che economico) la nascita e
il funzionamento del festival stesso, un bambino che a due anni sa già stare
fermamente sulle proprie gambe. Per questo innanzitutto un grazie va a
coloro che hanno reso possibile a Caserta questo piccolo evento dal grande
significato, i membri del Collettivo Cinema Dal Basso: Valentina Sanseverino
che è stata anche madrina e presentatrice delle serate oltre che direttrice
artistica insieme a Giusi Ricciato, Novella Morrone al progetto grafico,
Alessandro Inglima per l’organizzazione generale e le proiezioni, e infine
Francesco Massarelli. Un ringraziamento doveroso anche ai ragazzi della
Compagnia Mutamenti e del Teatro Civico 14 che ha ospitato l’evento, Ilaria
Delli Paoli e Rosario Lerro in primis. Una sala, un telo bianco, un mac e un
proiettore, e naturalmente tanta passione e dedizione: questi i semplici
ingredienti per la ricetta del Festival che, come ha tenuto a precisare
Francesco Massarelli, anche quest’anno non ha voluto consegnare
riconoscimenti ad alcun lavoro in particolare, finendo così per premiare
ogni corto, documentario e film passato in visione, perché ognuno a suo modo
unico e originale. Tanto i lavori inviati ai curatori e da loro selezionati,
quanto i tre film che hanno chiuso i tre appuntamenti, e che sono stati
‘pizzicati’ e rigirati al pubblico con grande acume e sensibilità,
trattandosi di pellicole eccezionali.
Questa terza e ultima giornata ha preso il via con cinque cortometraggi: “Lo
Straniero” di Alberto D’Agnano e Dario Di Viesto, la storia di un solitario
contadino che scova nel suo campo un clandestino ricercato per stupro, e in
cui –dopo averlo trattato peggio d’un cane– ravviserà il figlio con cui è
entrato in urto e che l’ha abbandonato. È seguito lo spagnolo “Perder El
Tiempo” di Carlota Coronado e Giovanni Maccelli, cronaca delle avventure di
un anziano che a Madrid cerca, unendosi alle file presso banche e
supermercati, di dare una ragione allo scorrere insensato del tempo per un
pensionato in una grande città. È stata poi la volta di “Eclissi di fine
stagione” di Vito Palmieri, in cui una coppia di albanesi cerca di…
‘barcamenarsi’ nell’irreale scenario di una località balneare a fine
stagione, tra nostalgia di casa e difficoltà economiche, conservando però
una sorridente leggerezza. “Una Storia Semplice” di Roberto Zazzara presenta
invece l’annoiato girovagare in auto di un giovane pescarese, la cui accidia
finirà per trasformarsi in indifferente volontà omicida. Ancora, “Sayonara
Nippon” di Adam Selo è la divertente parodia del reportage di un improbabile
inviato giapponese, a caccia per le vie di Bologna del piatto e dello chef
che rispecchino più fedelmente l’italianità… con qualche sorpresa. A questo
punto il consueto intermezzo musicale, stasera curato dai Jenny Love’s
Dinner, mentre sullo schermo scorrono le belle immagini del collettivo
Everynone. Dopo il buffet, si è aperta la parte conclusiva che ha visto la
proiezione di “Parole Fotosensibili” di Donato Cutolo, un viaggio sulle
immagini, le note e le parole, alla ricerca di una donna desiderata,
ricordata, rimpianta. “Smàfuglar (Two Birds)” è invece una produzione
islandese di Rùnar Rùnarsson, la storia di quattro ragazzini che incappano
in una festa non proprio fatta per loro, dove tra birra e ketamina una di
loro finirà per essere violentata mentre è priva di coscienza. A seguire
l’intervento dei membri del Collettivo Latrones, grafici pubblicitari che
cercano di veicolare con immagini ad effetto temi e messaggi di stretta
attualità regionale, nazionale e mondiale, e che hanno arricchito il
festival con un’esposizione di loro lavori nella sala d’ingresso del teatro.
E finalmente il film della serata: “L’ Uomo Fiammifero” di Marco Chiarini,
la storia poetica di un fanciullo che cerca il fantastico Uomo del titolo e
finirà per trovare la maturità, e di un padre-padrone in cerca di un bel
niente ma che finirà per ritrovare l’innocenza.
In conclusione la proiezione dell’horror “L’origine dei Demoni” di Davide
Cancila ha chiuso idealmente il cerchio, completando il panorama di proposte
cinematografiche di questa edizione.
Naturalmente l’appuntamento è all’anno prossimo, per chiunque voglia vivere
un’esperienza indimenticabile, emozionarsi, ridere e commuoversi: in una
parola, nutrirsi l’anima con tanto buon cinema.
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II Festival del Cinema Indipendente