Mostra "A Love Supreme" di Mario Giacobone
S. Maria Capua Vetere (CE), dal 27 febbraio al 6 Marzo 2011
Comunicato stampa
Sarà inaugurata domenica 27 febbraio, alle ore 10,30, nello Spazio espositivo Centro Culturale “Il Pilastro”, (Via Roberto d’Angiò 54 a Santa Maria Capua Vetere) la mostra di arte contemporanea "A Love Supreme" di Mario Giacobone a cura di Luigi Fusco e Gennaro Stanislao. Presentazione di Luigi Fusco. La mostra sarà visitabile fino al 6 Marzo
Testo Critico: “A Love Supreme”
Supremo è l'amore così come è sublime l'arte
di Mario Giacobone, caratterizzata da una pittura vivace e rivolta alla
scoperta di una nuova identità ed allo svelamento di moderne soluzioni
tecniche più vicine a modelli informali. Al di là della componente
ritrattistica, già insita nel percorso dell'artista, c'è in ogni suo quadro
un gesto, o dir si voglia “tocco”, che rende all'insieme dell'esposizione un
effetto determinante che non ha alcuna criticità, ma, al contrario, presenta
esiti inaspettati e spesso carichi di una forte connotazione di tipo
emozionale. L'intera produzione pittorica si basa sul principio della
riconoscibilità, quindi non si tratta della mera realizzazione di un
ritratto di ignoto o di un qualsiasi personaggio più o meno noto, sia esso
un politico od una very important person, ma di una precisa volontà di
riprodurre, su differenti supporti, tutte le icone del rock, del blues, del
jazz e del soul, che hanno contraddistinto lo scenario musicale degli anni
Sessanta e Settanta del Novecento. Di certo Mario non è il primo autore che
si dedica a tali rappresentazioni, altri, in passato, già vi si sono
cimentati e molti altri ancora vi si avvicineranno in un futuro anche
prossimo, ma sicuramente è il primo, almeno in ambito campano, che ha
inaugurato una ritrattistica piacevolmente evidenziata da tratti pittorici
che, sempre più frequentemente, risentono di svariate influenze informali.
Le immagini di Jimi Hendrix, di Charles Mingus, di John Coltrane o di Miles
Davis, solo per citarne alcuni, sono divenute, nel tempo, il pretesto utile
alla creazione di un'opera segnata soprattutto dall'uso sapiente del colore
e da interventi cromatici che in svariati tratti prendono il sopravvento
sulla stessa raffigurazione. Ogni gesto od ogni tipologia di intervento è
svelato attraverso una kunstwollen indagatrice che consente di “liberare”,
quanto più possibile, le sconfinate opportunità che può offrire il campo
della pittura. La ricerca di Mario non tiene poi conto del portato
accademico, la cui influenza è del tutto assente nella sua formazione da
autodidatta, ma del proprio istinto intellettuale e tecnico pratico. Sono
questi gli aspetti che maggiormente si percepiscono nell'osservare ogni suo
singolo dipinto, con il risultato di restar sorpresi ed abbagliati da una
incomprensibile “meraviglia”. L'altro dato che rende le sue opere fortunate
è il senso della gradevolezza che si coglie anche in una visione più
superficiale; ciò è il risultato della felice commistione dei colori
utilizzati, privi di qualsivoglia eccesso cromatico o di qualsiasi
forzatura, che potrebbero emergere anche dal più intuitivo ed innocente
gesto della pennellata. La pittura di Mario è poi universale, nel senso che
i soggetti raffigurati, proprio per la loro notorietà, sono facilmente
riconoscibili da chiunque ed ovunque. La particolarità di tali musicisti è
che sono stati storicizzati dal pubblico così come dalla critica, ed
appartengono, da tempo, alla sfera dei miti e forse, più di qualsiasi altra
divinità del passato o del presente, la loro fama non tramonterà mai. Il
dedicarsi alla loro rappresentazione è quasi sicuramente il frutto di uno
sconfinata venerazione che l'artista prova nei loro confronti, ed, a
margine, non bisogna dimenticare che Mario prima che pittore si definisce
chitarrista. Il confine fra queste due, apparentemente distinte,
manifestazioni artistiche è sottile, poiché non intercorre alcuna
interferenza fra i differenti generi artistici, in quanto conducono tutti
alla ricerca del bello così come del sublime. L'amore svelato è anche di
tipo spirituale, del resto l'autore si cimenta nella sua instancabile
produzione con un fare “irrazionale”, spinto da pulsioni incontrollabili;
del resto tutta la vera arte conosciuta è sempre l'espressione di una idea
partorita al di fuori di qualsiasi schema convenzionale e prefigurato.
(Luigi Fusco)
Mario Giacobone
Nato a Capua, si è formato da autodidatta cominciando a disegnare i
ritratti di musicisti famosi degli anni Sessanta e Settanta,
specializzandosi nella pittura ad acrilico e nella realizzazione di lavori
grafici che celebrano le grandi personalità del rock, del jazz e del blues.
Vive e lavora a Capua (Caserta) dove svolge l'attività di pittore e di
musicista.
Centro Culturale “Il Pilastro”
Il Centro Culturale “Il Pilastro” nasce il 24 febbraio del 1994; la sua
denominazione deriva dalla circostanza che nella sede del Centro è presente
un reperto archeologico del I-II secolo d.C. costituente uno “stipite di un
portale di un edificio pubblico”, come da una ricostruzione fatta dalla
Soprintendenza Archeologica per le Province di Napoli e Caserta. Il blocco
di calcare è ciò che rimane dello stipite sinistro del portale di un
edificio pubblico risalente al I-II secolo d.C. aperto sul cardo (strada
orientata nord-sud). Al livello del piano stradale antico furono ritrovati
anche basoli non più in sito ma certamente pertinenti al rivestimento della
strada.
Patron del Centro Culturale è Gennaro Stanislao, il quale, in quasi venti
anni di attività, è riuscito a promuovere innumerevoli appuntamenti
culturali, soffermandosi specialmente nell’organizzazione di mostre d’arte
contemporanea; in particolare si ricordano le esposizioni dedicate a Carmine
Di Ruggiero, Domenico Spinosa e Guglielmo Roehrssen.