14 Gennaio 1977, intervento a Nocera Inferiore, (SA), Rione Capocasale. I simboli del Collettivo su un gabinetto esterno nel cortile

 

Mostra/omaggio “Collettivo Lineacontinua Terra Di Lavoro”

Aversa (CE), 9 e 10 gennaio 2011

Comunicato stampa

Le associazioni culturali Ottantuno e Anymore, in partnership con l’associazione culturale di Pordenone La Roggia, allestiscono negli spazi pubblici dell’Ex Macello di Aversa una mostra/omaggio dedicata al “Collettivo Lineacontinua Terra Di Lavoro”, importante movimento casertano che dominò, tra gli anni settanta e ottanta, le scene artistiche nazionali attraverso gli “interventi d’estetica sociale”: installazioni d’arte concepite da artisti dell’avanguardia come “strumento estetico” di critica sociale, adoperate contro le scellerate iniziative politiche propinate all’epoca per il territorio campano.
Conferenza Stampa Domenica 9 Gennaio 2011 Ore 18, nell'Auditorium Ex Macello Via J. Lennie Tristano – 81031 Aversa (Ce)
Durante la conferenza interverranno: Enzo Di Grazia - critico d'arte e responsabile La Roggia, Enzo Battarra - critico d'arte, Umberto Panarella - consigliere dell'Ordine degli Architetti P. P. e C. di Caserta

La mostra “IL Collettivo Lineacontinua Terra Di Lavoro. Caserta 1975 – 1980 una vicenda anomala” propone un excursus didattico/didascalico dell’attività del “Collettivo” mediante l’esposizione di un inedito apparato documentale (gentilmente fornito dal responsabile dell’associazione culturale LA ROGGIA, Enzo di Grazia) e di opere d’arte concepite durante il periodo in esame dai principali attori del movimento: gli artisti Raffaele Bova, Peppe Ferraro, Livio Marino, Aldo Ribattezzato, Antonello Tagliafierro.

“In un articolo de “la Gazzetta di Caserta” del 3 aprile 1977 così è riassunta la vicenda: “Niente nasce per caso: soprattutto un nome. Quando, infatti, nacque l'idea di uno spazio culturale a Caserta, che fosse centro di coagulo delle iniziative sparse ed individuali che si andavano svolgendo, l'obiettivo fondamentale che animò Armando Napoletano era in pratica quello di evitare che la disgregazione che andava caratterizzando sempre più marcatamente l'attività degli operatori visivi portasse, dalla fase di stallo che alla fine del '75 si registrava, ad una vera e propria morte culturale, o, quanto meno, ad un individualismo aristocratico sterile e pericoloso”.
“L'intento era quello di fare in modo che gli spunti - avviati a livello di operazioni con la “Proposta '66 Terra di Lavoro” e i premi “Caserta Club” e trasferitisi poi nei centri artistici “Junk Culture”, “II Guizzo” e “Oggetto”, intorno ai quali erano cresciuti ed erano andati definendo la loro iniziativa i più qualificati operatori dell'avanguardia artistica a Caserta - trovassero una continuità ed una chiarezza di visione in una realtà che fosse al tempo stesso spazio operativo e centro di coagulo delle forze e delle attività”.
“Di qui la decisione di realizzare un'associazione culturale per la ricerca visiva, alla quale aderivano alcuni dei protagonisti delle iniziative precedentemente realizzate ed esaurite; e, come spazio reale, un ambiente che fosse punto di riferimento per l'incontro ed il dibattito, luogo di operazioni e di manifestazioni”.
“Nasceva con queste premesse “Lineacontinua”, non una galleria di stampo tradizionale, dove appendere oggetti, e neppure un centro culturale in cui ospitare manifestazioni ed operatori; ma momento autenticamente propulsivo della cultura di avanguardia a Caserta, capace di ospitare e sollecitare gli operatori, di consentire l'incontro e il dibattito, il lavoro e la realizzazione delle iniziative”.
“Ma Lineacontinua fu anche e soprattutto il punto di riferimento per un gruppo di operatori che, nella ricerca (spesso affannosa e confusa) di una linea comune, finiva per riconoscersi su una impostazione che diede luogo al Collettivo, il quale non poteva prendere nome che dal centro”.
“La data “ufficiale” del’evento si colloca ai primi del 1976; ma molte iniziative erano già state condotte dagli operatori che avrebbero dato vita all’Associazione ma anche, e soprattutto, al Collettivo Lineacontinua Terra di Lavoro”.
“Il nucleo operativo fu costituito da Armando Napoletano (che aveva organizzato uno spazio espositivo nel suo negozio di rigattiere-antiquario in via Colombo, a Caserta), da Raffaele Bova, Peppe Ferraro, Livio Marino e Aldo Ribattezzato, ai quali successivamente si aggiunse Antonello Tagliafierro; i testi che accompagnavano gli interventi e quelli dei volumi editi nei primi anni furono stesi da me, Enzo di Grazia; successivamente, fu Enzo Battarra ad occuparsene; in due fondamentali occasioni (Pordenone e Firenze)  ci fu anche un contributo sostanziale e, per qualche verso, determinante, di Enzo Perna”.
Testo a cura di Enzo Di Grazia, critico d’arte, responsabile dell’associazione culturale “La Roggia” di Pordenone (PN).

ANYMORE _ OTTANTUNO _ LA ROGGIA
ANYMORE è un’agenzia di pubbliche relazioni e club management. In sincronia con la degenerazione della discoteca ed in linea con la tendenza dei club “in”, nasce il concetto di clubbing: è questo il segmento della comunicazione che ha dato ad ANYMORE la possibilità di affermarsi in Campania e nel basso Lazio. Nell'idea che ANYMORE ha di clubbing rientra tutto ciò che permette ad un party di essere esclusivo: dalla location alla musica, dalla particolarità degli ambienti e delle scenografie alla qualità del pubblico e dei servizi offerti. Dopo oltre dieci anni di attività, ANYMORE dirama i suoi servizi anche nei campi della consulenza pubblicitaria e dell’organizzazione di eventi artistici.
OTTANTUNO, studio d’architettura/spazio espositivo, nasce nel 2009 ad Aversa, Caserta, come insieme collaborativo di architetti ed artisti teso allo svolgimento di indagini sul “recupero culturale” del territorio.
OTTANTUNO riversa in modo eclettico le sue attenzioni sui disagi culturali e territoriali dei contesti antropizzati, elaborando trasversalmente il concetto di “trasformazione”, indagato nelle sue potenzialità compositive ed espressive. OTTANTUNO segmenta la sua struttura in due macro-settori dedicati alla progettazione architettonica e alla promozione di giovani artisti campani mediante l’organizzazione di mostre e workshop. Il progetto collettivo OTTANTUNO è fondato dagli architetti Caterina Belardo, Luigi Rondinella, Silvia Tartaglione; la curatela degli eventi artistici è svolta dalla storica dell’arte Lucia Ferrara; l’immagine di OTTANTUNO è curata dal grafico Giacomo Ferrandino.
LA ROGGIA nasce a Pordenone nel marzo del 1970 come agenzia di vendita per conto dell'organizzazione “Contemporarte”. Con questa denominazione ha lavorato fino alla fine del 1971 con personali e collettive di artisti proposti in esclusiva dall'organizzazione. Alla fine del 1971 nasceva “la Roggia” come galleria autonoma. In dieci anni e con 167 mostre la proposta fondamentale è stata quella degli artisti del territorio affermatisi in quegli anni; accanto ad essi, sono stati proposti artisti di rilievo nazionale ed internazionale con ampio spazio alle proposte sperimentali. La galleria ha partecipato ad oltre venti edizioni di Expo Arte a Bari e di Artefiera a Bologna nonché alla Fiera di Lubiana in Slovenia e di Granada in Spagna. Fondatrice della galleria e successivamente presidente dell'Associazione Culturale è la signora Giovanna Lisa; dal 1978 è coadiuvata dal critico d'arte Enzo di Grazia

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