Mostra/omaggio “Collettivo Lineacontinua Terra Di Lavoro”
Aversa (CE), 9 e 10 gennaio 2011
Comunicato stampa
Le associazioni culturali Ottantuno e Anymore,
in partnership con l’associazione culturale di Pordenone La Roggia,
allestiscono negli spazi pubblici dell’Ex Macello di Aversa una
mostra/omaggio dedicata al “Collettivo Lineacontinua Terra Di Lavoro”,
importante movimento casertano che dominò, tra gli anni settanta e ottanta,
le scene artistiche nazionali attraverso gli “interventi d’estetica
sociale”: installazioni d’arte concepite da artisti dell’avanguardia come
“strumento estetico” di critica sociale, adoperate contro le scellerate
iniziative politiche propinate all’epoca per il territorio campano.
Conferenza Stampa Domenica 9 Gennaio 2011 Ore 18, nell'Auditorium Ex Macello
Via J. Lennie Tristano – 81031 Aversa (Ce)
Durante la conferenza interverranno: Enzo Di Grazia - critico d'arte e
responsabile La Roggia, Enzo Battarra - critico d'arte, Umberto Panarella -
consigliere dell'Ordine degli Architetti P. P. e C. di Caserta
La mostra “IL Collettivo Lineacontinua Terra Di Lavoro. Caserta 1975 – 1980 una vicenda anomala” propone un excursus didattico/didascalico dell’attività del “Collettivo” mediante l’esposizione di un inedito apparato documentale (gentilmente fornito dal responsabile dell’associazione culturale LA ROGGIA, Enzo di Grazia) e di opere d’arte concepite durante il periodo in esame dai principali attori del movimento: gli artisti Raffaele Bova, Peppe Ferraro, Livio Marino, Aldo Ribattezzato, Antonello Tagliafierro.
“In un articolo de “la Gazzetta di Caserta”
del 3 aprile 1977 così è riassunta la vicenda: “Niente nasce per caso:
soprattutto un nome. Quando, infatti, nacque l'idea di uno spazio culturale
a Caserta, che fosse centro di coagulo delle iniziative sparse ed
individuali che si andavano svolgendo, l'obiettivo fondamentale che animò
Armando Napoletano era in pratica quello di evitare che la disgregazione che
andava caratterizzando sempre più marcatamente l'attività degli operatori
visivi portasse, dalla fase di stallo che alla fine del '75 si registrava,
ad una vera e propria morte culturale, o, quanto meno, ad un individualismo
aristocratico sterile e pericoloso”.
“L'intento era quello di fare in modo che gli spunti - avviati a livello di
operazioni con la “Proposta '66 Terra di Lavoro” e i premi “Caserta Club” e
trasferitisi poi nei centri artistici “Junk Culture”, “II Guizzo” e
“Oggetto”, intorno ai quali erano cresciuti ed erano andati definendo la
loro iniziativa i più qualificati operatori dell'avanguardia artistica a
Caserta - trovassero una continuità ed una chiarezza di visione in una
realtà che fosse al tempo stesso spazio operativo e centro di coagulo delle
forze e delle attività”.
“Di qui la decisione di realizzare un'associazione culturale per la ricerca
visiva, alla quale aderivano alcuni dei protagonisti delle iniziative
precedentemente realizzate ed esaurite; e, come spazio reale, un ambiente
che fosse punto di riferimento per l'incontro ed il dibattito, luogo di
operazioni e di manifestazioni”.
“Nasceva con queste premesse “Lineacontinua”, non una galleria di stampo
tradizionale, dove appendere oggetti, e neppure un centro culturale in cui
ospitare manifestazioni ed operatori; ma momento autenticamente propulsivo
della cultura di avanguardia a Caserta, capace di ospitare e sollecitare gli
operatori, di consentire l'incontro e il dibattito, il lavoro e la
realizzazione delle iniziative”.
“Ma Lineacontinua fu anche e soprattutto il punto di riferimento per un
gruppo di operatori che, nella ricerca (spesso affannosa e confusa) di una
linea comune, finiva per riconoscersi su una impostazione che diede luogo al
Collettivo, il quale non poteva prendere nome che dal centro”.
“La data “ufficiale” del’evento si colloca ai primi del 1976; ma molte
iniziative erano già state condotte dagli operatori che avrebbero dato vita
all’Associazione ma anche, e soprattutto, al Collettivo Lineacontinua Terra
di Lavoro”.
“Il nucleo operativo fu costituito da Armando Napoletano (che aveva
organizzato uno spazio espositivo nel suo negozio di rigattiere-antiquario
in via Colombo, a Caserta), da Raffaele Bova, Peppe Ferraro, Livio Marino e
Aldo Ribattezzato, ai quali successivamente si aggiunse Antonello
Tagliafierro; i testi che accompagnavano gli interventi e quelli dei volumi
editi nei primi anni furono stesi da me, Enzo di Grazia; successivamente, fu
Enzo Battarra ad occuparsene; in due fondamentali occasioni (Pordenone e
Firenze) ci fu anche un contributo sostanziale e, per qualche verso,
determinante, di Enzo Perna”.
Testo a cura di Enzo Di Grazia, critico d’arte, responsabile
dell’associazione culturale “La Roggia” di Pordenone (PN).
ANYMORE _ OTTANTUNO _ LA ROGGIA
ANYMORE è un’agenzia di pubbliche relazioni e club management. In sincronia
con la degenerazione della discoteca ed in linea con la tendenza dei club
“in”, nasce il concetto di clubbing: è questo il segmento della
comunicazione che ha dato ad ANYMORE la possibilità di affermarsi in
Campania e nel basso Lazio. Nell'idea che ANYMORE ha di clubbing rientra
tutto ciò che permette ad un party di essere esclusivo: dalla location alla
musica, dalla particolarità degli ambienti e delle scenografie alla qualità
del pubblico e dei servizi offerti. Dopo oltre dieci anni di attività,
ANYMORE dirama i suoi servizi anche nei campi della consulenza pubblicitaria
e dell’organizzazione di eventi artistici.
OTTANTUNO, studio d’architettura/spazio espositivo, nasce nel 2009 ad
Aversa, Caserta, come insieme collaborativo di architetti ed artisti teso
allo svolgimento di indagini sul “recupero culturale” del territorio.
OTTANTUNO riversa in modo eclettico le sue attenzioni sui disagi culturali e
territoriali dei contesti antropizzati, elaborando trasversalmente il
concetto di “trasformazione”, indagato nelle sue potenzialità compositive ed
espressive. OTTANTUNO segmenta la sua struttura in due macro-settori
dedicati alla progettazione architettonica e alla promozione di giovani
artisti campani mediante l’organizzazione di mostre e workshop. Il progetto
collettivo OTTANTUNO è fondato dagli architetti Caterina Belardo, Luigi
Rondinella, Silvia Tartaglione; la curatela degli eventi artistici è svolta
dalla storica dell’arte Lucia Ferrara; l’immagine di OTTANTUNO è curata dal
grafico Giacomo Ferrandino.
LA ROGGIA nasce a Pordenone nel marzo del 1970 come agenzia di vendita per
conto dell'organizzazione “Contemporarte”. Con questa denominazione ha
lavorato fino alla fine del 1971 con personali e collettive di artisti
proposti in esclusiva dall'organizzazione. Alla fine del 1971 nasceva “la
Roggia” come galleria autonoma. In dieci anni e con 167 mostre la proposta
fondamentale è stata quella degli artisti del territorio affermatisi in
quegli anni; accanto ad essi, sono stati proposti artisti di rilievo
nazionale ed internazionale con ampio spazio alle proposte sperimentali. La
galleria ha partecipato ad oltre venti edizioni di Expo Arte a Bari e di
Artefiera a Bologna nonché alla Fiera di Lubiana in Slovenia e di Granada in
Spagna. Fondatrice della galleria e successivamente presidente
dell'Associazione Culturale è la signora Giovanna Lisa; dal 1978 è
coadiuvata dal critico d'arte Enzo di Grazia