Il Festival fra fermenti e attese
Casertamusica al Festival Internazionale del Film di Roma, 1 Novembre 2010
Articolo e foto di Shadi Zabihian e Christian Quacinella
Vari fermenti hanno caratterizzato le prime giornate di questo Festival in
cui i lavoratori dello spettacolo, dopo aver occupato il red carpet
impedendo la rituale cerimonia, hanno protestato contro i tagli alla cultura
previsti dal Governo. Nell'adesione totale a questa manifestazione, numerosi
personaggi del mondo del cinema e della televisione, oltre a molti di coloro
i quali lavorano dietro le quinte (i cosiddetti operai del mondo dello
spettacolo), hanno espresso il proprio punto di vista parlando a voce alta
davanti a un foltissimo gruppo di persone accorse per l'occasione.
Questa quinta giornata del Festival si apre all'insegna di tre film
attesissimi: "Rabbit Hole" di John Cameron Mitchell, che vede protagonisti
Nicole Kidman ed Aaron Eckhart, "Una vita tranquilla" di Claudio Cupellini
con il "nostro" Toni Servillo, e una pellicola che già da mesi fa parlare di
sé nonostante sia appena uscita in America: "The Social Network" di David
Fincher, dedicato alla parabola di Facebook.
Il film di Cupellini, prodotto da Fabrizio Mosca in collaborazione con Rai
Cinema, è stato sceneggiato dal capuano Filippo Gravino che nel 2001 vinse
il premio Solinas per questo soggetto. L'idea primigenia nacque da un fatto
di cronaca: Gravino aveva letto su un giornale locale un articolo
riguardante i treni che portavano le balle di rifiuti in Germania, partendo
da Marcianise. Tra gli sceneggiatori della pellicola compaiono lo stesso
Cupellini insieme a Guido Iaculano. Nel cast artistico e tecnico figurano
altri due casertani: Marco D'Amore, uno dei protagonisti del film, nel ruolo
di Diego, figlio di Rosario Russo (Toni Servillo), e Giuseppe Trepiccione
che ha realizzato il montaggio della pellicola. In conferenza stampa il
regista e Servillo hanno sottolineato che la relazione complessa tra un
padre e un figlio è il nucleo attorno al quale ruota l'intera vicenda.
Rosario cerca di redimersi fuggendo dal passato, ma è proprio la comparsa
del figlio a non concedere redenzione alcuna. La cura minuziosa riservata ai
dialoghi nei quali si alternano tedesco, italiano e napoletano è indice del
ruolo fondamentale che svolge la lingua nel film, poiché, come sottolinea
Servillo, attraverso di essa si snoda l'identità del personaggio: i tre
idiomi sono una sorta di "tane" entro cui Rosario nasconde il proprio essere
anche a sé stesso.
Per interpretare i rispettivi ruoli, Servillo e l'attrice tedesca Juliane
Kohler hanno fatto un lavoro speculare: uno ha dovuto studiare duramente per
recitare in tedesco, l'altra ha dovuto fare lo stesso per recitare in
italiano. Per ciò che invece concerne il personaggio di Diego, Cupellini ci
ha rivelato che D'Amore provava a ripetere alcuni gesti che Toni faceva in
scena: in questo modo, il risultato di questa operazione, sottolineava una
certa appartenenza alla stessa famiglia.
Questa sera, pioggia permettendo, il cast di "Una vita tranquilla" sfilerà
sul red carpet. Ricordiamo che il film è in concorso nella Selezione
Ufficiale di questa quinta edizione del Festival Internazionale del Film di
Roma e che l'uscita nelle sale è prevista per il cinque novembre.
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