Fermata d'autobus Olio su tela 2010 cm 70x70

New York subway, 18th Street station - Oil on canvas, 1980 - cm 124x91

Creatura marina Olio su tela 2010_cm 70x50

 

Mostra di Meredith Peters "Elogio della Curiosità”

Capua (CE), dal 30 ottobre al 30 novembre 2010

Comunicato stampa

Al Museo Civico di Arte Contemporanea Terra di Lavoro, direttore artistico Giovanni Vinciguerra, sabato 30 ottobre ore 18 la vernice della mostra di Meredith Peters "Elogio della Curiosità” che sarà visitabile dal 30 ottobre al 30 novembre 2010. Catalogo con testo di Alessandro Manna
L'artista americana Meredith Peters, da un anno stabilitasi a Caserta, presenta al Museo Civico di Arte Contemporanea di Capua, una retrospettiva sulla sua produzione pittorica.
La carrellata sul lavoro di molti anni ci porta dalle scene metropolitane di New York alle figure africane, dai ritratti alle figure ambientate, dal mondo animale ai paesaggi.
La curiosità è la molla determinante nella pittura della Peters, e come scrive Alessandro Manna nel testo che accompagna la personale: “Questo è il metodo di Meredith Peters: guardare e dubitare, osservare e analizzare, trovare nel mondo reale un frammento di se stessa e poi rappresentarlo. Dipingere diventa dare forma al dialogo (che a volte si trasforma in alterco) tra le osservazioni oggettive e le intuizioni intime ed intellettuali; la tela diventa il luogo dell'equilibrio precario tra la conoscenza e l'introspezione.”
Alla inaugurazione saranno presenti -oltre all'artista - il dott. Carmine Antropoli, Presidente del C.d.A. del Museo ed e i curatori della mostra, Alessandro Manna e Giovanni Vinciguerra.

nota di Alessandro Manna

Questa mostra non si intitola “Un'americana a Caserta”. L'artista americana Meredith Peters dopo la nascita e gli studi negli States, e dopo un percorso professionale come capo dell’unità d’indicizzazione dei documenti dell’Organizzazione delle Nazioni Unite a Ginevra, ha deciso effettivamente di approdare a Caserta alla fine dello scorso anno, ma le opere in rassegna sono tutte o quasi antecedenti al suo arrivo all'ombra della Reggia.
Questa mostra potrebbe invece chiamarsi “L'elogio della curiosità”, perché di una genuina e incolmabile curiosità per il mondo sono intessute le tele della Peters: nel nucleo di ogni opera è evidente la volontà di conoscenza e di comprensione del reale raffigurato.
La curiosità è il motore della conoscenza, l'altro da sé, in fondo, bisogna andare a cercarselo, spinti da un certo desiderio, come l'Ulisse dantesco che, finalmente ad Itaca, decide comunque di rimettersi in viaggio per soddisfare la sua insoddisfabile voglia di conoscenza.
Vivere con curiosità quasi totale, avere interesse per quasi tutte le occasioni della vicenda umana e per tutto il nostro pianeta, è una molla indispensabile per trasformare in osservare il fisiologico atto di vedere.
Inserire in ogni cosa vista, anzi osservata, il proprio spirito, la propria personale visione del mondo, un intimo segmento di cosmologia è un work flow che accompagna chi riesce a porsi degli interrogativi, non banali, ma comunque dalle risposte insoddisfacenti per il proprio giudizio.
Questo è il metodo di Meredith Peters: guardare e dubitare, osservare e analizzare, trovare nel mondo reale un frammento di se stessa e poi rappresentarlo. Dipingere diventa dare forma al dialogo (che a volte si trasforma in alterco) tra le osservazioni oggettive e le intuizioni intime ed intellettuali; la tela diventa il luogo dell'equilibrio precario tra la conoscenza e l'introspezione.
La realtà quotidiana, di ogni tipo, - da quella newyorchese a quella dell'America Latina, fino a quella africana - è sempre la causa scatenante dell'opera, eppure questa si ammanta di un'aura misteriosa, allusiva, a tratti anche sopra le righe, che diventa quasi magnetica per l'osservatore. Sembra di intuire a volte – e solo in filigrana – il flusso di coscienza che porta la pittrice dallo spunto iniziale alla realizzazione conclusiva.
Insomma al mondo fenomenico osservato con attenzione si sovrappone, tono su tono, la volontà di raffigurare, l'impeto comunicativo, quasi un filtro espressionista, che trasfigura innocenti (e a volte persino modernamente romantiche) visioni in campiture dense ed opache, dure ed inquietanti, scene contemporanee ed attuali smarriscono il senso del tempo, escono dal continuum cronologico e si cristallizzano, immobili, indefinite ed indefinibili.
C'è spesso un osservatore nelle opere, un terzo che guarda; a volte insieme alla pittrice, altre volte in una direzione diversa, in una sorta di triangolazione visuale, che serve ad individuare con maggiore precisione le coordinate, spaziali ed intellettive, geografiche e spirituali, dell'idea rappresentata.
Due elementi sono alla base dell'arte secondo Nietsche: un grande realismo ed una grande irrealtà, e la Peters cerca continuamente una sintesi di questo itinerario pendolare usando il pennello sulla tela come un rabdomante usa la sua asticella; il cercatore è convinto che sia la stanghetta a spingerlo, Meredith Peters sa che è il suo essere interiore, non solo inconscio, a spingere la sua bacchetta-pennello.

Museo Civico di Arte Contemporanea Terra di Lavoro, Via Asilo Infantile - Capua

Casertamusica.com - Portale di musica, arte e cultura casertana. Testi ed immagini, ove non diversamente specificato, sono proprietà di Casertamusica.com e della Associazione Casertamusica & Arte. Vietata ogni riproduzione, copia, elaborazione anche parziale. Tutti i diritti riservati. Per segnalazioni: redazione@casertamusica.com
Related sites: Orchestra Popolare Campana - Locali Caserta - Corepolis - Centro Yoga L'Arnia.