La città che ama quella squadra che ama la città...
Caserta, 23 Giugno 2010
Articolo di Francesco Massarelli
Solitamente Casertamusica non si interessa di sport per evitare quelle inutili diatribe che caratterizzano qualsiasi discorso sportivo. Ma il clima creatosi in città intorno al "sano" sport del basket è perfettamente in linea con le linee editoriali del sito che intendono presentare ciò che è bello e sano e valido della nostra provincia. (P.D.D.)
Ho lasciato sedimentare le emozioni dentro di me prima di mettere mano a
questa pagina. L’ho fatto perchè era da tanto tempo che di emozioni così non se
ne vivevano, forse temevamo di averle perdute per sempre e per questo, ora che
erano tornate, non sapevo come trattarle. Io sono della generazione di chi
l’estate dell’82 l’ha trascorsa tra i trionfi mundial dell’Italia di Bearzot e
le gite in vespa con gli amici a Pezza delle Noci per seguire i lavori di
costruzione del Palamaggiò. Io sono tra quelli che hanno visto la Juve di Boscia
e quella di Marcelletti, quella di Oscar e quella di Shack, sono tra quelli che
hanno gioito alle prodezze di Nando, di Enzino e di Sandrone Dell’Agnello.
Insomma sono tra quelli che il grande basket sulle tavole di quel palazzo,
costruito in 100 giorni, se l’è goduto per davvero. I ricordi sono un
meraviglioso dono fatto all’uomo, ma l’emozione di ritrovare nel presente i
ricordi di un tempo, beh, quello proprio non ha prezzo.. Eh si, ora ne siamo
certi, il popolo del basket a Caserta non dovrà più scavare nella memoria per
sentire battere forte il proprio cuore. La Juve, targata Pepsi, quest’anno ha
chiuso al terzo posto un campionato strepitoso e lo ha fatto togliendosi la
soddisfazione di andare a vincere, tra gli altri, a Bologna, Treviso, Milano (2
volte), Pesaro, Varese e Roma. Tutta la città è impazzita di gioia e si è
innamorata di coach Sacripanti, di capitan Di Bella, di Jumaine, di Michelori e
degli altri ragazzi. Tutta la città ci ha creduto e ha sognato quella finale
contro l’invincibile Siena. Ma mai sconfitta fu meno dolorosa. Quel giovedì di
giugno la Juve ha perso una gara5 importante solo per gli annali e per la
certezza di quel posto in Eurolega. Il risultato sfavorevole scritto su quel
tabellone non ha cambiato di una virgola il valore di un’impresa agonistica che
si era già trasformata in una pagina di storia per la nostra città. L’applauso,
lungo e commosso, che ha salutato la squadra dopo quella sconfitta è stato il
giusto tributo a chi su quelle tavole ha lasciato tutte le proprie energie, a
chi, sfidando il potere economico delle grandi squadre, a quel traguardo c’è
arrivato soprattutto con il potere del cuore. Troppo bella questa Juve perchè
fatta di uomini, prima ancora che di atleti, troppo bella perchè ha saputo
essere una squadra anche fuori dal campo. E in questa città, che noi stessi
troppo spesso bistrattiamo, ragazzi venuti dalla Lombardia, dagli Stati Uniti,
dalla Nigeria, dal Canada e da mezza Europa hanno trovato un posto di cui si
sono innamorati. Stacy Bowers, la moglie di Timmy è diventata un po’ il simbolo
di questa squadra-famiglia che con la città e i suoi tifosi ha stretto un legame
fortissimo; le bimbe di Jumaine le abbiamo viste ovunque, a casa dei nostri
amici con i figli della loro età e ai saggi della palestra; quell’angolo di
parterre che accoglieva mogli e figli con le canotte bianconere e i nomi dei
mariti/papà sulle spalle resterà tra le immagini più belle da conservare
nell’album di questa fantastica stagione, insieme a quelle foto che ritraggono
gli atleti e le loro famiglie giocare coi bambini degenti dell’Ospedale Civile.
Insomma questa Juve sa di antico perchè ci ha restituito non solo la gioia della
vittoria, ma anche il sapore di valori che lo sport sembra avere dimenticato.
Grazie è la parola che più spesso abbiamo sentito ripetere all’indirizzo di
questi ragazzi per tutta una stagione e ancora di più dopo la sconfitta finale
con Milano. Un grazie speciale naturalmente va ad un uomo che ha mantenuto
sempre i piedi piantati per terra, a quell’uomo che ha lanciato spesso grida di
allarme e invettive contro istituzioni e imprenditori che hanno continuato a
manifestare indifferenza verso la società. Questa squadra ha un presidente che
ha fatto della programmazione e della sana gestione economica il suo credo. E’ a
lui, è a Rosario Caputo che va il grazie più forte e l’augurio che finalmente
qualcuno voglia davvero sostenere ed incoraggiare i suoi sforzi. Forza Juve,
l’estate passa in fretta, noi abbiamo già voglia di tornare a palpitare per te.
Quest’anno anche in Europa.