Renaud Garcia Fons

Antonio "Kiko" Ruiz

Manomanouche

Pesce - Michelino Iorizzo

Barby (100x100) - Michelino Iorizzo

 

Musica nel Borgo a Piedimonte Matese

Piedimonte Matese (CE), 12 e 13 giugno 2010

Comunicato stampa

L’Associazione culturale LiberaMente è lieta di presentare la quarta edizione di Musica nel Borgo che si terrà nei giorni 12 e 13 giugno nel Chiostro di S. Domenico, nello splendido centro storico di Piedimonte Matese.
Le prime tre edizioni, di grande successo, hanno visto ospiti importanti artisti come Loredana Lubrano, Stefano “Cocco” Cantini, Ares Tavolazzi, Walter Paoli, Valerio Silvestro, Mad Vocal Ensemble, Fabrizio Bosso, Irio De Paula, Neapolis in Fabula, Danilo Rea, Paolo Damiani, Remo Anzovino con Marco Anzovino e Gianni Fassetta.
12 giugno, un grande musicista d’oltralpe, Renaud Garcia Fons insieme al chitarrista Antonio “Kiko” Ruiz
Renaud Garcia Fons
Renaud Garcia-Fons ( francese ma con origini catalane) suona uno speciale contrabbasso con aggiunta una quinta corda, che ne allarga la tessitura e ne rende più agevole l’impiego come strumento solista. Così Garcia-Fons riesce a far brillare il proprio virtuosismo, sorretto da un’originalità di tecnica e di pensiero musicale che gli sono valse la definizione di “Paganini del contrabbasso”. Il virtuoso bassista ha dato prova del suo estro esplorando i suoni del mondo, dall’Andalusia all’America Latina, dall’India al mondo arabo, ma sempre con una matrice mediterranea che a volte sfocia nella musica classica. Oltre ad aver collaborato con i più noti esponenti della musica creativa francese (Nguyên Lê, Dhafer Youssef, Michel Godard), dal 1987 al ’93 Garcia-Fons è stato membro proprio dell’Orchestre de Contrebasses. Verrà accompagnato dalla splendida chitarra flamenco dello spagnolo Antonio “Kiko” Ruiz.
Antonio "Kiko" Ruiz
Il percorso artistico di Antonio ‘Kiko’ Ruiz è davvero tra i più affascinanti: a nove anni di età Antonio si ferisce gravemente alla mano sinistra ed il padre immagina per questo bimbo che rischia di perdere l’uso della mano un gioco che gli permetta di riabilitarne le funzioni. Gli insegna qualche accordo alla chitarra e Kiko si innamora perdutamente di quello strumento e delle sue sonorità, continuando ad applicarsi nello studio fino al suo esordio sul palcosecenico insieme a Bernardo Sandoval. Il flamenco è la sua passione e per poterne studiare tutti i segreti si trasferisce in Andalusia dove a Siviglia fa l’incontro della sua vita, conoscendo Manolo Sanlucar, senza dubbio il suo maestro, apprendendo la filosofia di vita e la tecnica chitarristica dei rumberos ma soprattutto sviluppando la sua sensibilità musicale.
13 giugno, i Manomanouche Quartet con Sabrina Pallini.
Il progetto Manomanouche nasce nel 2001 dall’incontro di musicisti di differente estrazione, con una consolidata esperienza professionale e con l’intento di far conoscere ad un pubblico più vasto la cultura e la tradizione musicale degli zingari Manouches.
Collaborano con il progetto diversi artisti di livello nazionale ed europeo. Nell’arco di soli tre anni Manomanouche diventa una realtà di riferimento nel panorama Gypsy Jazz: un caso unico per la qualità della ricerca, dell’arrangiamento e per la valenza personale ed emotiva che questo progetto ha per i suoi musicisti.
La loro intensa attività concertistica li porta a assumere e consolidare uno stile sempre più personale, ricco di contaminazioni diverse ma senza mai dimenticare l’essenza, lo spirito che li caratterizza e dal quale traggono ispirazione.
La proposta artistica dei Manomanouche è quindi caratterizzata da un personale ed originale lavoro di ricerca del suono, degli strumenti e dell’approccio caratteristici dello Swing Manouche. Una musica basata sull’improvvisazione, aperta alle contaminazioni e derivante principalmente dalla fusione dello swing, del folklore tzigano e della melodia Italiana.
Il progetto Manomanouche propone un repertorio di arrangiamenti di brani del noto chitarrista e compositore Django Reinhardt, alcuni standards, valzer gipsy-musette e diversi brani originali.
Il concerto Manomanouche ha un impatto immediato sul pubblico ed è completamente realizzato con strumenti acustici.
Nunzio Barbieri: Chitarra acustica
Pierre Steeve Jino Touche: Contrabbasso
Luca Enipeo: Chitarra acustica
Massimo Pitzianti: Fisarmonica e Bandoneon
Sabrina Pallini: Voce

Oltre alla musica quest’anno ci sarà un importante appuntamento con l’arte.
Durante la rassegna Michelino Iorizzo, uno dei più significativi pittori della scuola romana contemporanea, esporrà nelle sale del complesso di San Domenico, le sue recenti opere nella mostra “RIFLESSI” .
Michelino Iorizzo nasce a Roma il 9 Febbraio 1971, da famiglia di modeste origini. Sin dalla tenera età è manifesto in lui un vivo senso del tratto che perfezionerà durante gli anni del liceo artistico (1985) e che porterà a maturazione, quando nel 1989 entra nell’Accademia di Belle Arti di Roma.
Durante gli anni dell’Accademia, Iorizzo entra nel vivo della tendenza della Scuola Romana.
Subisce le influenze del suo Maestro nonché amico Sandro Trotti ed del grande Luigi Montanarini, i quali infondono in lui il tratto espressionista, realista nonché purista della Scuola Romana.
Durante questi anni (1989 – 1993) è protagonista in diverse mostre collettive: Premio Pandosia – Città di Marano. Premio di pittura Rocchi – Roma. Mostra di pittura nelle sale del “Quadriportico” – Roma.
Nel 1990, scelto dal critico d’arte Giorgio Marcou, partecipa alla II Biennale di Grafica in Grecia, con disegni monotipo, che interessano lo sport, in particolare la pesistica.
Le prime produzioni pittoriche di Michelino Iorizzo, si concentrano interamente sul ritratto. Numerosi sono quelli femminili e gli autoritratti. Emblematico della sua ricerca ‘Io in ombra’, del millenovecentonovantatre.
Parallelamente, Iorizzo inizia una serie di produzioni paesaggistiche, principalmente incentrati sulla raffigurazione del mito della città imperiale e sulle vedute della città eterna osservata dal Pincio e dal Gianicolo (1991 – la prima Roma olio su tela).
Nel 1997, dopo l’incontro con Hyun Sook e la cultura d’Oriente, compie il primo viaggio in Corea. La cultura orientale, influenzerà vivamente il modo di esprimersi dell’autore, segnandone un nuovo percorso.
Nasce infatti una nuova creazione artistica, caratterizzata dall’utilizzo di tecniche raffigurative asiatiche che si materializzano nella riproduzione di pesci.
La pesca, sua grande passione, ispira costantemente l’autore; presente in diverse forme, queste ultime entrano in contrasto generando i più originali percorsi, dei quali, osservando tutto il periodo successivo ne è chiaramente manifesto il percorso evolutivo.
Dal 2005, inizia una nuova e ricca produzione pittorica, che lo condurrà a diverse esposizioni, nelle quali sono evidenti tinte diluite e velature distese su colori intensi – Tivoli – Scuderie Estensi: circa cinquantacinque opere, tra olii e disegni; numerose sono le mostre personali, fra le quali quella presso la Galleria delle Tartarughe e presenze internazionali, che lodano il nuovo ciclo di Iorizzo, Dae Gu – Korea in: The 29th exhibition of Korean education art.
Nel 2007 è coinvolto nel progetto della ex Chiesa di San Carlo Borromeo del 1620, in Cortona. La navata, ospita dipinti che raffigurano il ciclo della vita, dalla Genesi al Peccato originale, attraverso i vizi capitali, che il Maestro ha concepito in chiave originale, sino al trionfo della luce sulle tenebre; il tutto rappresentato attraverso un comporsi di intensità di colori e di forti anatomie. Quest’ultime, le forme di corpi, sono raccontate dalla sua attività d’artista anche in forma scultorea. Fortemente allegorico è L’abbraccio, opera donata a Domenico Marchetta, Consigliere del Presidente della Repubblica, amico ed estimatore dell’artista.
Nel 2008 è ospite a : The Orange Gallery – Seul.
Il tempo della consacrazione della sua arte giunge nel 2009 anno nel quale espone presso il Museo di Arte Moderna di HUBEI in Cina.
Le opere dell’artista possono essere acquistate direttamente nella sua galleria.

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