Acqua e Biblioteche
La manifestazione di Liberalibri per corpo e .. anima, 11 Aprile 2010
Articolo di Andrea A. Ianniello
Come funziona l’Italia. L’Italia funziona così, che, quando non c’è crisi
non ci sono soldi per la cultura, quando poi c’è crisi non ci sono soldi per
la cultura. In questa consolidata tendenza secolare, Caserta può vantarsi di
aver raggiunto nuove altezze: la Biblioteca Comunale “A. Ruggiero” è
sparita, dopo la chiusura dell’importante collezione della Biblioteca
Tescione. Questo è stato il primo tema dell’incontro dell’Associazione
Liberalibri al Caseificio Bubalus, S. Nicola la Strada, V.le Carlo III,
insieme all’altro tema dell’incontro: il problema della privatizzazione
dell’acqua. Quest’ultimo problema è stato brevemente messo in luce da Mena
Moretta, volitiva animatrice di un’Associazione per l’acqua. L’incontro
culturale organizzato dell’associazione Liberalibri ha visto la presenza di
Enzo De Rosa, Edoardo Filippone di Gerardo Del Prete. Sono intervenuti anche
Giovanni Santamaria, presidente dell’associazione Macchina da Presa, Pia Di
Donato che ha sottolineato del perché dell’importanza della Biblioteca,
Giovanni Saladino ha chiacchierato dell’importanza dell’ombra in opposizione
al sole, Ilda Bottone dei luoghi naturali letterali della Provincia di
Caserta e la maestra Anna Paolella che si è soffermata sulle delle
filastrocche di Rodari. Si è anche presentato il libro di R. De Simone,
Complotto contro Carlo di Borbone, Vozza editore 2009, un libro adatto al
luogo di presentazione, il Viale Carlo III. Si tratta di un romanzo storico,
che offre l’occasione di ripensare allo Stato della pianura campana in
quell’epoca e com’è divenuta oggi, meramente una quantità di terreno da
vendere a grosse catene per fare centri commerciali, dopo una pluridecennale
devastazione dovuta prima alla speculazione edilizia, poi alla cosiddetta
“emergenza” rifiuti, mai del tutto risolta, del tutto dimentichi del
passato, che è come se non fosse mai esistito. Qui non ci sono stati né
Greci, né Etruschi, né Sanniti, né antichi Romani, né Goti, né Longobardi,
né Normanni, né Svevi, né Angioini, né Aragonesi, né Austriaci, né Spagnoli,
né Borbone, qui c’è solo stato un vuoto spinto, che si trasforma in una
grossa quantità di terra da usare senza nessun rispetto delle preesistenze.