Mostra di Pittura e Scultura "Resurrezione, messaggio di salvezza"
Duomo di Casertavecchia (CE), dal 27 marzo al 4 aprile 2010
Comunicato stampa
Sarà inaugurata sabato 27 marzo, alle ore 18.00, la mostra di Pittura e
Scultura dal titolo .Resurrezione, messaggio di salvezza.; l'esposizione,
curata da Carlo Roberto Sciascia ed allestita da Patrizia Moschese, si
avvale del patrocinio dell'Unicef, della Calatia di Maddaloni, delle
associazioni culturali Supra Partes e AltaVoce di Trentola Ducenta e del
Forum Giovani di Caserta.
Saranno esposte opere di: Antonia Acri, Cice, ClitorossoDR, Alfonso Coppola,
Costanzo Costanzo, Luigi Credentino, Gennaro Di Giovannantonio, Mrosaria Di
Marco , Belgiro Di Marzo, Salvatore D.Onofrio, Nicola Erboso, Mattia Fiore,
Caterina Gagliardi, Mario Lanzione, Salvatore Nuzzo, Vincenzo Piatto,
Pucciarelli, Francesco Russo, Anna Scopetta, Christian Taliento,
Massimiliano Treggiani, Giuseppe Vaccaro, Giovanni Valdelli.
La cerimonia di inaugurazione, presenzia Mons. Pietro De Felice, parroco di
Casertavecchia, si avvarrà degli interventi della prof. Rosalia Pannitti,
Responsabile provinciale Unicef, della prof. Immacolata D'Aniello,
Presidente Fidapa Calatia di Maddaloni, del prof. Francesco Russo,
Presidente dell'Associazione AltaVoce di Trentola Ducenta e di Gaetano
Ricciarelli, presidente Forum Giovani di Caserta. Coordinatore degli
interventi sarà la prof. Silvana Virgilio.
La manifestazione sarà presentata dal critico Carlo Roberto Sciascia, anche
nelle vesti di presidente dell'associazione Ars Supra Partes. Nella stupenda
cornice del Duomo di Casertavecchia, chiesa dell'XI secolo dalla elevata
spiritualità, questo gruppo scelto di artisti, provenienti anche da varie
città italiane, si cimenterà su un tema significativo del mondo cristiano,
che ha nel messaggio d.amore della resurrezione il suo punto centrale.
Ogni artista ha sviluppato nelle sue opere l'argomento, dalle forti
implicazioni religiose, umane, psicologiche, in modo autonomo e senza
condizionamenti, in assoluta libertà espressiva, contribuendo a segnare le
tappe di un percorso spirituale in grado di rivestire di significati
profondi
ogni opera. La mostra proseguirà fino alla domenica di Pasqua.
La fede cristiana, infatti, confessa che la resurrezione di Gesù Cristo,
avvenuta «il terzo giorno» cioè la domenica successiva al venerdì della sua
morte per crocifissione (assai probabilmente il giorno 14 del mese ebraico
di Nisan, dell'anno 30 circa), è un evento che, accaduto nella storia, ma al
tempo stesso trascende essa.
Infatti, nessuno è stato testimone oculare del momento della resurrezione.
Le prime testimonianze del sepolcro vuoto si registrano al mattino di
buon'ora e le prime apparizioni collettive alla sera dello stesso giorno.
Il giorno seguente, quello dopo la Parasceve, si riunirono presso Pilato i
sommi sacerdoti e i farisei, dicendo: «Signore, ci siamo ricordati che
quell.impostore disse mentre era vivo: Dopo tre giorni risorgerò. Ordina
dunque che sia vigilato il sepolcro fino al terzo giorno, perché non vengano
i suoi discepoli, lo rubino e poi dicano al popolo: È risuscitato dai morti.
Così quest'ultima impostura sarebbe peggiore della prima!».
.La celebrazione eucaristica - afferma il critico Carlo Roberto Sciascia -
non viene realizzata per ciò né il giovedì, giorno della sua istituzione
nell'ultima cena, né il venerdì, giorno della morte di Gesù, né tanto meno
il sabato, giorno del riposo festivo ebraico: essa inaugura una nuova
consuetudine, che può avere il suo fondamento solo nei fatti avvenuti la
domenica di Pasqua, cioè «il terzo giorno». Si tratta di una riunione
festiva, di ringraziamento, però con il segno sacramentale di un sacrificio
di morte, cosa che può comprendersi solo alla luce del fatto che
l'avvenimento della morte di Gesù sulla croce non costituiva affatto, per i
primi cristiani, l'ultima parola del ministero terreno del loro Signore. Ma
quali sono le implicazioni cosmiche della resurrezione, tenendo conto del
peculiare rapporto fra Cristo e il tempo (il NT parlerà dell'Incarnazione
del Verbo e della sua vicenda terrena come qualcosa avvenuto «nella pienezza
dei tempi»), ne fanno, quindi, un evento la cui portata certamente trascende
la storia degli uomini.
Si tratta, inoltre, di un evento capace di possedere le primizie di una
intera creazione rinnovata, le cui potenzialità, già date nel mistero del
Cristo risorto, non si sono ancora realizzate nel corso della storia, ma si
espliciteranno compiutamente solo nell'«ultimo giorno» cioé alla «fine dei
tempi». I 4 evangelisti, al di là di quanto dichiarato da scrittori che
<mescolano> senza ritegno verità, menzogne e fantasie, hanno descritto ciò
che si svolse 2000 anni fa. Luca sviluppa ciò che Marco racconta in modo più
essenziale. Matteo sottolinea i temi più significativi per gli ascoltatori
ebrei. Giovanni sviluppa alcuni temi in chiave maggiormente teologica. Le
differenze dei racconti evangelici non alterano la sostanza del fatto
riferito, ma potrebbero perfino rafforzarla, se si pensa che con essi non si
vuole trasmettere un contenuto predeterminato, bensì delle esperienze e dei
ricordi vivi (concordia discorso). La resurrezione ed il suo messaggio
d'amore è l'aspetto dell'escatologia cristiana maggiormente trattato così in
dettaglio dai Padri della Chiesa e dagli altri scrittori ecclesiastici.
Giustino, Atenagora, Ireneo, Tertulliano, Origene, Metodio, Cirillo di
Gerusalemme, Gregorio di Nissa, Agostino, Giovanni Crisostomo ed altri
ancora, profondamenteconsapevoli della "novità" del messaggio, scrissero
tutti ex professo sull'argomento per la semplice ragione che essi
percepivano non soltanto che la resurrezione di Gesù era il centro della
fede cristiana, e che la promessa di una resurrezione universale finale ne
era il logico e necessario complemento, ma si resero presto anche conto che
tale messaggio entrava in aperto conflitto con l'antropologia e la
cosmologia allora prevalenti, essenzialmente di radice stoica e
neoplatonica. Specificamente, la formula «resurrezione di questo corpo»
sorse anche per sottolineare la continuità "etica" fra la vita presente e
quella futura, e dunque il valore e la proiezione eterni delle azioni umane
compiute nelle storia, sebbene queste fossero svolte in un contesto finito e
limitato nel tempo. La resurrezione costituisce anche la perenne e suprema
affermazione del Padre sull'universo creato, il suo desiderio di esprimere
il suo potere e la sua sovranità sulla creazione senza per questo
distruggerla o umiliarla, ma assecondando e confermando la sua realtà
interna, ed elevando la creazione tutta, in Cristo, alla pienezza dello
splendore e della gloria..