Rossana Casale all'Auditorium Bianca D'Aponte
Aversa (CE), 6 Marzo 2010
Articolo e foto di Pia Di Donato
Aversa, 6 Marzo. Trovare l'auditorium Bianca D'Aponte non è facile... se
ci vai la prima volta. Perchè alla seconda vai li per riprendere qualcosa
che ci hai lasciato...
Ecco l'impressione finale che mi ha lasciato il secondo incontro
"ravvicinato" con Gaetano D'Aponte e l'associazione che, insieme
alla moglie e a tanti amici, hanno fondato per
continuare idealmente il percorso artistico che Bianca ha interrotto
improvvisamente pochi anni fa.
Gli spettatori-ospiti vengono accolti uno ad uno: per tutti c'è un sorriso,
una battuta, un bacio.
E Rossana Casale, come tanti altri (mi raccontano), entra insieme agli
ultimi spettatori e, dopo poche battute, sale sul palco in compagnia del
giovane e bravissimo pianista Emiliano Begni.
Inizia qui la magia: un'ora e passa con la musica, non le canzoni -si badi
bene- ma "La Musica". Si susseguono "Magritte" (primo brano da lei
scritto) e, con un salto nel tempo, brani da "Circo Immaginario" quali "Girasalta",
"Circo", "Bosco-mare", "Micol sul filo" e poi, saltando avanti e indietro
negli anni, "Destini","Salgari", "Vino Divino"... solo per citare quelli che
prima vengono in mente. Bianca è presente: la Casale la chiama sul palco per
"rimproverarla" dell'ennesimo brano ... su un orgoglioso bacarozzo.. che,
come per altri che ha interpretato, "non è mica facile, quando pensi che la
melodia vada di qua, invece lei la fa andare di la".
E nessuno nasconde i lucciconi alla fine di "Micol sul filo" dedicato alla
giovanissima cantautrice aversana
Ma c'è anche spazio per momenti "quasi di salotto" con il pubblico al quale
racconta la fiaba "Le belle fate" di Rodari oppure spiega come è nato uno
degli ultimi lavori "Circo Immaginario": "Ho letto il libro omonimo di Sara
Cerri in una notte e intanto sentivo la musica sotto..."
Il lungo bis che conclude la serata, contempla, ovviamente "Brividi" cantata
col pubblico.
Anche se l'auditorium è pieno come un uovo, siamo "in pochi"
per un evento del genere ma, vi sembrerà strano, questa è la cifra artistica
dell'Auditorium e che fa si che, più o meno volontariamente, ci si lasci
qualcosa per avere la scusa di ritornare.
Anche se Gaetano è un "ospite" impagabile, ha trovato in una serie di artisti
(la Casale, appunto, e Mariella Nava, e "il direttore artistico" Fausto
Mesolella, e...tanti altri) quella sensibilità e affinità di intenti per cui non
vengono per "vendere la loro arte" ma per "condividerla" con il pubblico che è
ben cosciente che ognuno degli eventi è una piccola gemma.
A proposito di
sensibilità: vi è mai capitato di chiedere un'intervista ad una "signora" della
canzone che, pur non conoscendovi affatto e non considerando le vostre domande
meno importati di altre, vi da il numero di cellulare per "poter parlare con
calma"?
Eccovi quindi il risultato di questa intervista che davvero mai avrei sognato di
fare (e per la quale ancora ringrazio):
Pia: La prima domanda è legata al genere da lei proposto. E'
particolare, sofisticato, colto: insomma non di cassetta. Da qui
l'interrogativo: quanto è difficile una tale scelta?
Rossana Casale: E' difficile, ma è una scelta naturale se non canti per
"puro mestiere". Io lo faccio perchè "lo sento" e ne ho un "ritorno di energia"
che mi ripaga del lavoro e dell'impegno che profondo
P.: Una domanda
più personale e dettata dal fatto che durante il concerto ha nominato suo figlio
(presente in sala). Riesce a conciliare famiglia e lavoro?
R. C.: Anche questa è un cosa difficile. Ci riesco perchè separo i due
momenti. Quando sono con lui lo sono totalmente, stacco anche il telefono se
necessario, per potermi dedicare senza distrazioni, cioè non solo fisicamente ma
anche mentalmente
P.: Ultima domanda. Qui al sud, quando si frequenta
spesso una persona o un luogo si dice "che ha il miele". Al D'Aponte lei è di
casa: che "miele" c'è?
R.C.: Un miele millefiori! posso dire di aver trovato una famiglia vera,
semplice, sicura. E' un rapporto continuo, ci si sente anche per dire "come
va?"... ed è per questo che ritorno.