Al Kingston Music Club: James Senese e Napoli Centrale

San Nicola la Strada (CE), 26 febbraio 2010

Comunicato stampa

È tutto pronto per l’evento musicale dell’inverno casertano. Venerdì 26 febbraio, alle ore 22.00, James Senese e Napoli Centrale saliranno sul palco del Kingston Music Club di San Nicola la Strada. L’artista anfronapoletano - come egli stesso si definisce - e la band partenopea presenteranno nel club casertano una ricca antologia tratta dagli album sfornati durante la loro lunga e fortunata carriera. Concerto, quello organizzato dall’associazione Muma – music machine, che porta in città un pezzo pregiato della storia musicale napoletana e italiana. I biglietti per il concerto sono in prevendita presso il Caffè del Centro e lo stesso Kingston Music Club gli ingressi all’evento saranno limitati a 250 persone.

I primi passi dei Napoli Centrale sono da ricercare in quel miscuglio esplosivo che erano gli Showmen, gruppo molto noto alla fine degli anni ‘60 che proponeva un’originale mistura di soul, rhythm & blues e pop italiano. Esempio della verve che quel gruppo mise nel campo musicale italiano fu il loro grande successo Un’ora sola ti vorrei, che vinse il Cantagiro nel 1968. Dopo il successo però ci fu un momento di crisi, che culminò nello scioglimento all’inizio degli anni ’70. Si chiude così la parentesi avviata da Mario Muesella, Elio D’Anna, James Senese e Franco Del Prete. Furono gli ultimi due a dare vita band, ribattezzata Showmen 2. La nuova formazione si distinse anche per un diverso suono, maggiormente influenzato da nuove tendenze prog, e pubblicò un omonimo album. Anche questa esperienza durò pochi anni, infatti già nel 1975 Senese abbandonò il gruppo creando i Napoli Centrale, abbandonando così ogni traccia di rock progressivo e adottando un genere originale composto da jazz, rock e musica popolare napoletana. Ad accompagnarlo alla tastierista l’americano Mark Harris, mentre il basso fu affidato all’inglese Tony Walmsley. A completare la formazione il vecchio compagno di avventura Franco Del Prete. Nella nuova formazione fu proprio quest’ultimo a ricoprire il ruolo di paroliere, firmando efficaci liriche dalla tematica sociale. Brani cantati rigorosamente in dialetto napoletano, le cui musiche furono curate da James Senese. Vide la luce così Campagna, primo singolo dei Napoli Centrale, che ebbe subito un notevole successo stazionando a lungo nella hit parade. Come di consuete al successo susseguì il tumulto e i due stranieri lasciarono la band, andandosi ad unire ad una nuova versione del Rovescio della Medaglia (gruppo prog romano molto conosciuto nella sena nazionale). “Il gruppo non riusciva a decollare, dal punto di vista artistico e non riferendomi al successo, e a dare corpo alla musica che io avevo in testa. Questa mia insoddisfazione – afferma James Senese – negli anni mi portò ad allontanare grandi musicisti con i quali avevo instaurato un ottimo feeling come ad esempio Mark e Tony: un grande errore di cui mi sono pentito col tempo. Senza loro, nel 1976, realizzai il secondo disco Mattanza. Con questo lavoro discografico i problemi vennero definitivamente a galla. Le composizioni diventavano sempre più complesse, aperte, e quindi ci volevano musicisti sempre più preparati. Provammo per tre mesi ininterrottamente ma senza Franco. Per la verità provammo anche con lui ma non riusciva a suonare alcune parti di batteria”. A quel punto furono inseriti nel gruppo i batteristi Agostino Marangolo, dei Goblin, e Bruno Biriaco, dei Perigeo. Kelvin Bullen andò a completare il gruppo al basso. La collaborazione però portò solo all’impacchettamento di Mattanza, poiché la tournèe promozionale dell’album non partì mai vista la ‘cacciata’ dal gruppo di Marangolo. Furono gli anni in cui Pino Daniele entrò a far parte del gruppo. Daniele era una vecchia conoscenza di Senese in quanto già all’epoca della prima formazione degli Showmen apriva i loro concerti. Prima dell’uscita del terzo album, Senese intraprese la carriera solistica e un’intensa attività di session man, proprio al fianco di Pino Daniele. Alla fine degli anni ‘80 rispolverò la sigla Napoli Centrale pubblicando altri tre album: Jesceallah (1992), Ngazzate nire (1994), Zitte! Sta venenn’ ‘o mammone (2001), tutti ricchi di ospiti illustri. “Abbiamo dato vita ad alcuni buoni lavori in quel periodo, altri meno, ma mai realizzati in totale libertà creativa e compositiva. Per questo motivo sono contento al 60% - afferma il sassofonista di Miano al riguardo dei dischi allora composti - mancava quella vena soul black che non riuscivo a ricreare con il gruppo”. La proposta del Senese solista, era una formula canzone ‘alla Pino Daniele’ (come richiesto da chi lo produceva), ma molto più contaminata di sapori soul, jazz e blues, con minori interventi vocali e, naturalmente, con più evidenti protagonismi del sax. “Alhambra è stato il disco migliore. Ero riuscito a ricreare tra di noi, in studio, quel sound che avevo in testa. E il pubblico ci premiò con vendite molto alte e addirittura con un primo posto in classifica”. In quest’ultimo album hanno partecipato artisti del calibro di Paco Serè e Gil Evans . Tre anni dopo fu il momento di Hey James, caratterizzato da più marcate attenzioni alla tradizione napoletana e addirittura con puntate reggae, come in Oggi è venerdì. Seguiranno, nell’ordine: Sabato Santo (2000), Passpartù (2003) e …Jè stò ccà (2005). Nel corso di quegli anni è da registrare la collaborazione di Senese con Enzo Gragnaniello (Tribù e passione) nonché la composizione della colonna sonora del film No grazie, il caffè mi rende nervoso del 1982, che fa registrare per sempre nella mente di chi l’ha visto la storica scena fra Senese e Lello Arena. Fatta eccezione per Tony Walmsley, di cui si sono perse le tracce, gli altri membri originari dei Napoli Centrale sono oggi molto attivi: Mark Harris, dopo una carriera di session man (strumentista, cantante, arrangiatore, compositore, paroliere, produttore e, talvolta, anche direttore musicale) a fianco di molteplici artisti (tra cui De André, Gaber, Bennato, Jannacci, Pino Daniele, Renato Zero, Al Jarreau e Randy Crawford), ha fondato la Saint Rock, un’etichetta discografica volta alla promozione di nuovi artisti italiani; Franco Del Prete, oltre a collaborare occasionalmente con i Napoli Centrale, ha continuato la sua attività di paroliere per diversi artisti (tra cui Eduardo De Crescenzo e Peppino Di Capri) e ha suonato, tra gli altri, con Pippo Matino e Francesco Villani, ottimi musicisti del circuito jazz italiano. Recentemente suona con Movimento Sole.

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