Giovanni Sollima

Gianfranco Iannuzzo

Orchestra Collegium Philarmonicum diretta da Gennaro Cappabianca

Angelo Callipo

 

Sollima e il mistero di Farinelli incantano al Teatro di Corte

Caserta, 6 gennaio 2010

Articolo e foto di Pia Di Donato

7 gennaio 2010, Reggia di Caserta. Anche se il periodo festivo è passato, e con esso la maggiore disponibilità di tempo e voglia di far tardi, il Teatro di Corte è stracolmo fino alla "piccionaia" di pubblico eterogeneo, accorso per poter ascoltare il primo dei tre concerti che il violoncellista Giovanni Sollima, propone in provincia di Caserta nell'ambito sia di questa rassegna che per la parallela "Magnifici sette". Questo primo appuntamento lo vede in compagia dell'Orchestra Collegium Philarmonicum diretta da Gennaro Cappabianca.
L'orchestra, tranne una fila di quattro fiati, è composta da venti archi (fra violino, viole, violoncelli e contrabassi) che riempiono di vibrazioni lo spazio e fanno da perfetta corona al "mattatore" della serata
Sollima è un personaggio particolare. Come musicista ha un curriculum lungo e ricco ma è come compositore che si sta affermando nel mondo. I suoi sono fra i brani più eseguiti perchè riescono a fondere, e "L.B. Files" eseguiti questa sera ne sono un esempio, antico e moderno e si incastrano perfettamente con la prima parte del concerto dedicata ad Haydn.
Per dovere di cronaca chiarisco che LB sono le iniziali di Luigi Boccherini, compositore adorato da Sollima perchè "visionario" ed anche il primo che ha rivalutato, trovando nuove tecniche e proponendo innovative tecniche di costruzione, il violoncello.
E Sollima non solo percorre questa strada ma addirittura la supera utilizzando lo strumento in modo non convenzionale, compreso un "giro dell'orchestra" ovvero una "circumnavigazione dell'intera schiera di musicisti -direttore compreso- sempre suonando lo il  violoncello che sembra quasi levitare!
Ci riporta invece nella realtà storica l'intervento centrale dedicato alla figura di "Farinelli" ovvero Carlo Broschi, il più famoso cantante lirico castrato della storia.
Su testi di Angelo Callipo, Gianfranco Iannuzzo, ci parla di un uomo che ha accettato la propria condizione e non nutre astio per nessuno. Non ne nutre per il padre, che per la propria ambizione lo fa menomare, ne per il fratello che, avviato ad una carriera di compositore, non sarà che una mediocre figura al suo seguito, ne per il pubblico che, inizialmente richiamato dal suo "stato particolare, dopo averlo sentito cantare dimentica il "fenomeno" perchè ne intuisce l'arte.
Scopro anche, con sorpresa, che Farinelli ha cercato di usare a fin di bene la sua fama, cercando, con gli artisti del suo tempo, momenti di accordo e rifuggendo, invece, da possibili diatribe e dispetti.
Dolce e forte la sua amicizia con Metastasio, cui sopravviverà solo 1 mese, sempre improntata alla ricerca del bello.
Gianfranco Iannuzzo esplora tutte quete pieghe, ora dolce, ora forte ora malinconico, con l'Orchestra Collegium Philarmonicum in sottofondo a ricreare le melodie del tempo
La serata si conclude con vari bis di Sollima che diverte pubblico e musicisti dell'Orchestra alla fine, con il motivo del "La stangata" di Scott Joplin riarrangiata e stravolta per un violoncello "fuori del comune"....

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