Scavi archeologici: scoperto dente umano appartenente a un bambino neandertaliano
Mondragone, 9° campagna di scavo nella grotta di Roccia San Sebastiano in località Incaldana
Comunicato stampa
La nona campagna di scavo nella grotta di Roccia San Sebastiano in
località Incaldana, condotta con il contributo finanziario del Comune di
Mondragone dall’Università di Roma “Sapienza” in accordo con la
Soprintendenza archeologica delle Province di Napoli e Caserta, si è
conclusa la settimana scorsa con una scoperta tanto inattesa quanto
importante. Proprio l’ultimo giorno di scavo ha permesso il ritrovamento di
un dente umano appartenente a un bambino neandertaliano, tra i numerosi
resti di fauna pleistocenica e di industria litica musteriana rinvenuti nei
livelli più antichi raggiunti dallo scavo.
Secondo l’antropologa Loretana Salvadei, cui è stato affidato, fin
dall’inizio delle ricerche, lo studio dei resti umani rinvenuti nei diversi
livelli della Grotta, il dente è un secondo molare deciduo mandibolare (m2)
di sinistra.
"Si tratta di un risultato di assoluta importanza" afferma l'Assessore
Antonio Taglialatela "che ci impone, come Amministrazione Comunale ed in
particolare come Assessorato alla Cultura, a rendere fruibile in breve tempo
la grotta per consentire di condividere con il grande pubblico questi
splendidi risultati. Molti reperti rinvenuti presso Roccia San Sebastiano
sono oggi visibili presso il Museo Civico Archeologico "Biagio Greco".
Dobbiamo, tuttavia, fare un passo in più: dobbiamo permettere di poter
visitare la grotta in piena sicurezza alle scolaresche e al pubblico in
generale. Su questo obiettivo intendo spendere le mie energie, in
collaborazione con il prof. Piperno, la Soprintendenza Archeologica ed
ovviamente il Direttore del Museo dottor Luigi Crimaco"
Nonostante la diffusa presenza di siti musteriani, i resti fossili dell’Uomo
di Neandertal non sono molto frequenti in Italia. Questa specie, distinta
dall’Uomo moderno, frequentò diverse grotte costiere del Lazio e della
Campania centro-meridionale.
Era già nota la sua presenza nelle numerose grotte del Monte Circeo, tra cui
la famosa grotta Guattari dove venne rinvenuto, nel 1939, un cranio di
questa specie e, più a sud, le grotte costiere ed interne del Parco del
Cilento e Vallo di Diano, quali ad esempio la grotta di Castelcivita, la
Grotta dei Vallicelli e il riparo del Molare vicino Scario in provincia di
Salerno. Anche in questa ultima località venne rinvenuta, nel 1985, una
mandibola di bambino neandertaliano.
Con la scoperta di Roccia San Sebastiano, sappiamo che la vasta pianura
davanti al Monte Massico, popolata circa 40.000 anni fa da cavalli, buoi
selvatici, cinghiali e cervi, i cui resti sono presenti in gran numero nel
livelli preistorici della cavità, attirò per molto tempo, grazie alla sua
conformazione, alla presenza di acqua e di materie prime quali la selce,
numerosi gruppi umani della specie che precedette la nostra comparsa nella
penisola italiana e in questi territori della Campania.