L'orchestra Popolare Casertana a Casal di Principe per Don Peppe Diana
Casal di Principe (CE), 19 Marzo 2009
Articolo e foto di Giulio Finotti
Per gentile concessione di Giulio Finotti pubblichiamo l'articolo che potete trovare anche su www.finotti.info. Lo spirito della giornata è perfettamente inquadrato in tutte le sue sfaccettature. La cornice musicale dell'evento ha avuto come protagonisti, oltre all'O.P.C. anche gli Yo Yo Mundi e gli A67. Tutti e tre i gruppi hanno offerto, al pari delle organizzazioni presenti, quel che sapevano fare meglio: la musica
Due anni fa dopo essermi recato al Santuario di Villa di Briano per la
commemorazione di don Peppino Diana scrissi un
articolo. Uno sfogo per la situazione che trovai allora lì. Una situazione
molto differente da quella che mi ero immaginato. C'erano poche persone, e
alcune delle personalità che dovevano intervenire non intervennero. Così nasceva
questo sito internet (www.finotti.info), nato anche per dare voce a quello sfogo
che non sapevo dove "mettere".
Giovedì 19 marzo 2009, pochi giorni fa, ed esattamente due anni dopo
quell'episodio, sono tornato a Casal di Principe per la giornata in ricordo di
don Diana.
Ho trovato un clima completamente diverso. Arrivato a bordo di un pullman sono
rimasto felicemente colpito dallo scorgere tanti tantissimi giovani che
camminavano per le strade del paese, tanti scout ma non solo, e felicemente
sorpreso di notare dai vetri, visi di persone che conoscevo. Un amico
giornalista, un altro amico di Libera, e poi don Ciotti... Sceso dal pullman sul
corso Vittorio Emanuele ancora stupore, ancora emozione; ecco i ragazzi di una
scuola che hanno preparato una canzone contro la camorra, li riconosco, li
saluto. Giorni prima avevo fatto alcune riprese video delle loro prove a scuola
e poi nella saletta di registrazione. Il clima è di festa, tutti sorridono,
ragazzi e adulti. Chi arriva è accolto da un pezzo di pane con la nutella. E poi
ancora un altro amico, e ancora un altro, e un altro...
Il paese era vestito a festa, e si vedeva, si sentiva. Il pensiero che m'è
venuto spontaneo è stato davvero quello di un seme che dava i suoi frutti, che
la morte di quel prete di 36 anni era davvero diventata qualcosa di speciale,
qualcosa di grande, forse di imprevisto, di inatteso, ma con una grande forza.
Mi sono poi spostato con altri amici nella piazza Vittorio Emanuele, dove è
allestito il palco, dove si terrà la celebrazione religiosa con il Vescovo di
Aversa ed il concerto in serata. Torno in questa piazza dopo esservi passato
qualche altra volta nei mesi passati, quando i giornali riportavano le frasi
ingiuriose scritte sui muri contro Roberto Saviano e Rosaria Capacchione. Una
piazza nuova, viva, brulicante di giovani scout senza paura. M'è venuto da
pensare che con le strade così piene di scout, di ragazzi, nessuna camorra
avrebbe mai potuto far più alcun atto criminale.
La giornata scorre lenta, le scuole esibiscono i loro lavori in piazza, il palco
si anima degli artisti che si esibiranno in serata, intenti nelle prove
tecniche. Nel frattempo parlo con chi è stato presente anche la mattina, quando
s'è svolto il corteo. Erano migliaia mi dicono, una folla incredibile, mai vista
da queste parti. Le cifre sui giornali il giorno dopo saranno discordanti, ma
comunque si parla di centinaia di migliaia di persone. Resta la questione dei "casalesi",
quelli che a Casale ci vivono, quelli che "non ci sono". E' vero, la presenza,
per lo meno in piazza, dove sono stato, è quasi completamente di scout, e gli
altri restano un po' ai margini, ma ci sono anche tanti casalesi che animano le
stanze della chiesa vicina, che accolgono, che guidano, che indirizzano, che si
mettono a disposizione, che distribuiscono pasti e acqua, che spazzano la
piazza, e tanti altri ci saranno stati la mattina a fare altrettanto lavoro.
Ad ogni modo la piazza è piena, piena di giovani, e questo mi basta.
Mi aggiro silenzioso tra loro, per respirare la gioia, per godere di quella
presenza. Un riscatto rispetto a due anni prima, quando avevo sofferto l'assenza
delle persone ad una manifestazione che reputavo tanto importante. Cammino tra
loro solo per il gusto di vedere quella piazza in possesso dei giovani, e non
dei camorristi.
Qualche camorrista c'era, mi ha raccontanto chi essendo del posto conosce molto
meglio di me certe facce. Piccoli atti di sopruso, come passare in auto in una
zona interdetta proprio per la festa. Piccoli gesti che contraddistinguono
proprio la mentalità camorristica, il voler segnare il territorio e la propria
presenza anche in una situazione del genere, ma a cui non voglio pensare in un
giorno così bello. Quel che resta di oggi è un seme indistruttibile che
porteranno dentro i tanti giovani venuti a Casal di Principe. Questi camorristi
che godono nel passare con l'auto nelle zone interdette non potranno farci
niente.
In serata comincia a piovere. C'è l'ultimo gruppo sul palco, l'Orchestra
Popolare Casertana, che deve ancora esibirsi. La giornata è stata molto
lunga, e la stanchezza si fa sentire. Molti ragazzi però restano e si sistemano
come possono sotto i balconi delle case che affacciano sulla piazza, e appena
smette per 5 minuti si riaggregano sotto il palco. I musicisti dell'Orchestra
sono lì per esibirsi, ed è giusto dare onore anche a loro. E così l'esibizione
ha luogo, anche se in forma ridotta e con non poche difficoltà tecniche. Quando
gli strumenti si fermano i ragazzi continuano a chiedere una tammurriata,
qualche musico e Marcello Colasurdo scendono dal palco e cominciano a cantare
tra i ragazzi. E i camorristi oggi non esistono a Casal di Principe, né qui né
altrove, forse sono solo un'invenzione, forse la musica li ha veramente
sconfitti.
Consulta: L'Orchestra Popolare Casertana partecipa a "L'etica libera la bellezza"