Luigi Tresca e Javier Girotto

Alessandro del Signore

 

 

Teano Jazz Winter: quartetto di Giorgio Ferrera con Javier Girotto

Teano (CE), 5 Dicembre 2008

Articolo e foto di Gero Mannella

La suggestiva chiesetta di S.Pietro in Acquaris, con l’aura di sacro-profano e il clima raccolto che fa tanto jazzophile, è stato l’usuale scenario per il concerto d’esordio del 5 Dicembre di Teano Jazz Winter 2008.
Ad aprire la rassegna il quartetto di Giorgio Ferrera con Javier Girotto come guest star.
Si tratta di una nuova realtà del panorama jazz italiano, germinata dai fermenti del festival di Atina (e nativi della cittadina laziale sono un paio di componenti). Diciamo subito che pur animato da passione e good vibrations il gruppo è ancora ben lungi dal poter dirsi maturo, ed è per ora una formazione di belle speranze che intraprende il periglioso tragitto col viatico di un hard bopper di vaglia come Javier Girotto.
La ritmica è di per sé già solida, col multitimbrico Giulio Marcelli alla batteria ed il puntuale Alessandro del Signore al contrabbasso. Ma si sa che chi si espone di più, il solista, è a rischio di confronti e valutazioni. E per ora l’inclinazione tra il crepuscolare dei preludi e lo swing delle improvvisazioni del leader Ferrera non è sostenuta da una tecnica adeguata, mentre più definita è la voce del contraltista Luigi Tresca, maturo nella tecnica ma in fieri quanto a personalità.
Il repertorio è di pezzi originali tratti dal loro esordio discografico “Chromosome”.
Si parte dalla ballata “Through the windows” con reminiscenze evansiane, per passare al più hot “Song for Bird”, dove si intercalano cadenze coltraniane dell’assolo di Girotto mentre dal piano si levano echi di Cedar Walton. Le spazzole di Marcelli introducono la successiva ballata “Morning spring” dove le due ance duettano a lungo saltabeccando tra il melody alla Watson ed il bop tosto di Leibman. “Studio 1” è un break avulso dall’umore sin qui maturato. Ispirato da un concerto del virtuoso Gianluca Petrella il pezzo si muove su una multiritmicità ed uno sperimentalismo che fa presa, dove si intercalano gli effetti synth di Ferrera, mentre Girotto ci piazza un magistrale inciso che sembra fuoriuscito dalla “Survivor’s Suite” di Keith Jarrett. Il sound andino del flauto traverso basso di quest’ultimo è la novità di “Fragile”, pezzo dalla cadenza ciclica, sulla scia new age di Esbjorn Svensson Trio. Con “Atina” si torna allo swing sostenuto ed agli asolo modali che fanno da contraltare alla melodicità dell’arrangiamento. Il bis è “Non piangere più”, con una cadenza di bossa che lancia l’unica concessione al proscenio di Marcelli.
Il sound scalda il pubblico fradicio di pioggia, e questo tributa al notevole Girotto ed alle giovani promesse l’ultimo applauso.

Consulta: Teano Jazz Winter IV° edizione

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