Mostra Raffaele Castello “Opere dal 1930 al 1966”
Caserta, dal 7 novembre all'8 dicembre 2008
Comunicato stampa
Si inaugura venerdì 7 novembre 2008 alle ore 18,00 nelle sale
della Pinacoteca degli Appartamenti Storici della Reggia di Caserta, una
mostra su Raffaele Castello “Opere dal 1930 al 1966”, un pittore che alcuni
critici hanno definito "padre dell'astrattismo italiano".
L’esposizione, a cura di Maurizio Siniscalco dell’associazione Arteas e
della Soprintendenza per i beni Architettonici di Caserta e Benevento, è
coordinata da Ferdinando Creta.
Raffaele Castello (1905-1969) nato a Capri, visse in un luogo e in un'epoca
piena di figure leggendarie da Otto Sohn-Rethel a Curzio Malaparte, da
Giuseppe Ungaretti ad Alberto Moravia, da Peyrefitte a Sartre. Lasciò
l’isola nel ’29 per studiare Belle Arti presso l’Accademia di Varsavia, dove
incontrò Kandinsky, e poi si recò a Dusseldorf, frequentando i corsi di Paul
Klee. A Parigi incontrò Mondrian e strinse amicizia con Prampolini. Tornato
a Capri dopo l’avvento al potere di Hitler, entrò in contatto con i
futuristi e divenne amico di Malaparte e di Ungaretti.
Castello è stato un artista anomalo nel panorama italiano, attento alle
realtà sperimentali, spesso colte nel loro momento aurorale, ma amorosamente
nostalgico e fedele alla bellezza dell’isola di Capri alla quale non seppe
rinunciare.
L’esposizione chiarisce i diversi momenti pittorici dell’artista, da un
primo periodo, quello degli anni trenta, in cui è evidente la suggestione
delle avanguardie europee, soprattutto del gruppo di Abstraction-Crèation,
che fonde gli slanci slavi con la concettualità germanica, fino agli anni
cinquanta, nei quali l’artista, in uno stile personale, ricco di umori
mitici, dipinge figure taurine e immagini di donna con evidenti echi
picassiani. Dal 1957 al ’66 Castello torna ad un ambiguo astrattismo, con il
quale allude a fondali marini e a visioni cosmiche. Quadri che Ungaretti
descrive come « fili lievi e taglienti, quasi avvolti di arcobaleno, trame
di un tessuto per il sofà delle Uri».
Alla mostra di Castello si affianca la proiezione di due video accomunati da
un unico titolo “GALLERISTI ARTISTI”: il primo, LUCIO AMELIO (MA L’AMORE NO)
di Mario Franco (b.n. e colore, 25’ Italia, 1970 - 2004) è un invito a
visitare la Collezione Terrae Motus che è tutt’ora allestita nella Reggia di
Caserta dopo le esposizioni di grande successo a Villa Campolieto nel 1984 e
nel Grand Palais di Parigi, nel 1987. Il filmato segue l’attività del
geniale gallerista napoletano di fama internazionale, amico personale di
molti artisti contemporanei, soffermandosi sulla sua idea di creare una
grande collezione sul tema del terremoto che sconvolse Napoli nel 1980,
chiedendo ad artisti di ogni parte del mondo, di ispirarsi alla tragedia di
Napoli e dell'Irpinia. Il secondo documentario, “LEO CASTELLI, il signore
dell’arte” di Raffaello Siniscalco (colore, 55’ - U.S.A. 1992) è una
articolata intervista con il famoso gallerista di origine triestina, figlio
di un banchiere ebreo di origine ungherese (il suo vero nome era Leo Krauss,
ma adottò il cognome della prima moglie, Bianca Castelli). Castelli racconta
di come aprì una Galleria prima a Parigi e poi, in seguito all'invasione
tedesca della Francia, a New York, mettendo a confronto artisti americani ed
europei. Ben presto passò a promuovere nuovi pittori come Robert
Rauschenberg, Jasper Johns e Cy Twombly, divenendo, negli anni 60-70 il
maggior propagandista della corrente denominata pop-art affiancando il
lavoro di artisti importanti come Roy Lichtenstein, Andy Warhol, Robert
Morris, Donald Judd, e Dan Flavin. Si sposò in seconde nozze con Ileana
Sonnabend, gallerista di grande valore, con la quale promosse i più
importanti artisti del XX° secolo.
I due video sono i primi di una rassegna in progress che si propone di
documentare la grande stagione di creatività internazionale che dagli anni
sessanta agli anni ottanta rivoluzionò il mondo dell'arte in America ed in
Europa, grazie, appunto, alla genialità di alcuni "Galleristi Artisti". I
video, dopo la proiezione alla Reggia di Caserta, saranno presentati a New
York e ad essi si affiancherà tra breve un documentario su Marcoantonio
Vilaça, un gallerista brasiliano altrettanto geniale, ma meno noto di
Castelli e di Amelio per la sua collocazione marginale nel mercato
internazionale dell'arte. Seguiranno altre figure interessanti, protagonisti
europei e non, tutti legati dalla comune qualità di “Galleristi-Artisti”.
La mostra sarà visitabile in orari museali (9-19) tutti i giorni escluso il
martedì. Info 0823-277335