Conferenza di Massimo Cacciari: Il Grande Codice
Caserta, 17 ottobre 2008
Comunicato stampa
Massimo Cacciari commenta la Bibbia. Il filosofo e sindaco di Venezia
parlerà del Libro dei Libri venerdì 17 ottobre prossimo nella
cattedrale di Caserta in una conferenza sulle radici culturali europee dal
titolo "Il Grande Codice".
Con questa conferenza – i lavori inizieranno alle 17,30 alla presenza del
vescovo di Caserta Raffaele Nogaro – il professor Cacciari torna nel
capoluogo di Terra di Lavoro per riprendere l’ampio discorso filosofico,
storico e politico, sviluppatosi in questi anni di costante partecipazione
alle attività culturali promosse dalla Biblioteca del Seminario Vescovile di
Caserta. Con quest’iniziativa, dunque, si apre l’8 ciclo di conferenze
preordinate per l’anno 2008-2009, il cui filo è da ravvisare
nell’approfondimento delle tematiche intorno alle radici culturali
dell’Europa.
La relazione della serata verterà intorno al tema “Il Grande Codice”: è la
riproposizione, nell’attuale fase storica di incertezza in cui la stessa
vecchia Europa si interroga sulla propria identità, della lettura del
significato attuale del Grande Libro. La Bibbia, come testo
storico-culturale, parimenti ai poemi omerici, espressione della civiltà
greca preclassica e a loro volta fondanti la civiltà europea, è stato
definito il Grande Codice della letteratura occidentale, costituisce un
“codice” non solo nel versante artistico-letterario, ma anche in quello
etico e sociale. Quella di Cacciari è un’autentica lectio magistralis sul
valore della Bibbia, su un testo umano, ma nella sua essenza ultima come
parola che interpella l’uomo: “il titolo “Il Grande Codice” vuole indicare
il fatto che i nostri Libri (ta Biblia) informano di sè tutta la nostra
tradizione non solo religiosa e teologica, ma anche letteraria, artistica,
filosofica. Anzi, di più, il nostro intero immaginario. Ciò è reso possibile
dalla stessa multiversità e anche contraddittorietà tra le loro parti, dalle
distanze tra i tempi da cui sono composti, dalle grandi differenze tra i
loro autori. Qui appare un’immagine del “Sacro” del tutto paradossale:
l’opposto di una dimensione separata e perfetta. “Sacro” appare qui la vita
dello Spirito che tutto anima e pervade; anzi, dello Spirito che tutto
sovverte”.
Dinanzi al filosofo, all’uomo di ragione che indaga e parla della Scrittura,
il vescovo Raffaele Nogaro aggiunge che solo nella parola di Dio si trova
”la rivelazione della vita, della fecondità inesauribile della vita, della
immortalità della vita. La Bibbia conosce l’ascolto esplicito della Parola
di Dio, ma conosce anche l’ascolto delle cose, dell’esperienza e della
ragione dell’uomo, e considera anche queste realtà Parola di Dio. La
comprensione che l’uomo ha di se stesso si esprime attraverso alcune
tendenze di profonda decadenza umana. E’ la civiltà dell’utensile e del
mercato, la civiltà del predominio del consumo. Aumentano le conoscenze, ma
viene a mancare la “sapienza”, il gusto di dar sapore alla vita. Scrive
Cioran che l’uomo è in grande affanno, perché al posto dell’Immortalità ha
messo la sua gloria terrena. È indispensabile allora, oggi, recuperare il
dinamismo dell’essere coscienza nuova, anelito a una vita, in cui i propri
ideali concordano con il desiderio e con la progettualità. E’ questo può
accadere se si impara ad ascoltare e a vivere la Parola di Colui che non è
altro, ma presenza incarnata. Solo attraverso e nella sua Parola vediamo la
luce per imparare a costruire ogni aurora”.
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