Settembre al Borgo 2008: Piergorgio Cinì e Pierluigi Tortora in Comunista!!!
Casertavecchia (CE), 31 Agosto 2008
Articolo e foto di Andrea Russo
Ho incontrato Piergiorgio Cinì e Pierluigi Tortora qualche ora prima
dello spettacolo "Comunisti". Lo spettacolo è in cartellone questa sera al
Settembre al Borgo edizione 2008.
L'intenzione era quella di fare un intervista a Pierluigi e nel farlo sapevo
che dovevo mantenere un certo distacco. Premetto che intervistare un amico è
una delle cose più difficili del mondo soprattutto perchè rischi di essere
inevitabilmente di parte. Ho cercato di evitarlo e spero di esserci
riuscito.
Andrea: Pierluigi che cosa ti ha spinto a fare uno spettacolo che ha
come tema il lavoro? Non credi che questo sia un argomento troppo abusato
oggigiorno?
Pierluigi: Intanto lo spettacolo tratta del precariato nel mondo del
lavoro e delle dinamiche che si vivono nelle “aziende moderne”. Non credo
che il tema sia abusato, anzi credo che fin ora non se ne sia ancora parlato
abbastanza.
Anche se a mio avviso più che parlare bisognerebbe fare. Il precariato
esprime una condizione di disagio alla quale siamo purtroppo drammaticamente
abituati. E'una condizione degradante.
Andrea: In che senso?
Pierluigi: Nel senso che la condizione di un uomo che rimane senza
lavoro degenera e sprofonda in una dimensione che ha un impatto drammatico
sulle componenti umane, sociali e politiche.
Andrea: Beh ma non dirmi che neanche questo è scontato.
Pierluigi: La cosa grave è proprio il ritenerlo scontato ma comunque
visto il tema anche se lo fosse non vedo perchè non se ne debba parlare,
condividere, riproporre, fare qualcosa insomma.
Andrea: Si, ma io e te che cosa ci possiamo fare? non è la politica
che si dovrebbe occupare di queste cose?
Pierluigi: Ti sbagli, tutto parte da noi e dall'imbarbarimento al
quale ogni giorno ci sottoponiamo e sottoponiamo gli altri. Vedi, i dialoghi
che sono proposti in questo lavoro sono stati elaborati in maniera
esasperata ma ti posso assicurare che non differiscono molto da certe
realtà.
Andrea: Si ma la realtà può essere letta da angolazioni diverse. Se
la leggi solo dal punto di vista del lavoratore "comunista" non è
indicativo.
Pierluigi: Infatti il testo non legge la realtà solo dal punto di
vista del lavoratore "comunista". Il testo analizza il dramma di entrambe i
personaggi e colui che sembrava essere il carnefice alla fine diventa la
vittima.
Andrea: Due uomini contro quindi....
Pierluigi: Più precisamente due uomini, ognuno per se stesso. Ognuno
dei due mortificato dal suo dramma interiore dal quale non riesce a
sfuggire. Nessuno dei due ha scampo e le condizioni che spingono entrambe i
personaggi nel baratro hanno la stessa origine.
Andrea: Quale origine?
Pierluigi: La perdita, la perdita dei valori, la corsa al profitto a
tutti i costi, il budget, il dividendo, la corsa alla ricchezza che
inesorabilmente ti porta ad allontanarti dagli altri.
Andrea: Si, ma si deve pur guadagnare per sopravvivere.
Pierluigi: vivere degnamente e non sopravvivere, questo è il punto,
considerando i valori e i talenti che ognuno di noi porta con se.
Andrea: Va bene aspetto di vedere lo spettacolo e poi ne riparliamo.
Una tua considerazione su questa edizione del settembre al borgo.
Pierluigi: Credo che questa edizione sia stata organizzata in maniera
intelligente e con il chiaro intento di voler ripartire dalle origini. Si è
cercato di lavorare utilizzando le risorse già presenti sul territorio senza
andare necessariamente a cercarle fuori. Il cartellone lo dimostra, molte
delle iniziative valorizzano quello che già abbiamo riproponendolo in
maniera nuova e più partecipativa. Il mio ringraziamento va
all'organizzazione per avere avuto questa sensibilità.
Si conclude con queste battute la breve intervista con l'attore casertano
Pierluigi Tortora. Le luci si accendono illuminando una scena minimale che
riproduce un possibile ufficio di una qualsiasi azienda di un qualsiasi
selezionatore di "risorse umane".
Sullo sfondo una caricatura animata del IV Stato di Pellizza da Volpedo in
cui i personaggi come si vedrà nel corso dello spettacolo trasfigurano,
scompaiono con lo scomparire dell'umanità dei due protagonisti.
Al centro della scena ci sono i due personaggi: il manager rampante e
l'aspirante dipendente. Sopra le loro teste c'è il database. Il database che
contiene tutte le informazioni del .povero comunista.. C'è di tutto sulla
sua vita e anche su quella dei suoi avi, ci sono le aspirazioni, le paure, i
pieni e i vuoti, le gioie i dolori, i dubbi, le perplessità e le debolezze.
Il database trasuda di umanità. Un umanità che, come si vedrà man mano che i
dialoghi diventeranno più aspri e accessi, verrà violata e violentata nella
sua dignità.
"C'è un tempo per tutto, lo sa? C'è un tempo per farsi le proprie storie, e
non mi importa neanche quali, uno può scopare persino con i coccodrilli, uno
nei
propri tempi può anche impiccarsi, se gli va, ma quando entra qua dentro
deve aver chiara oggettivamente una cosa: entra nel tempo dell'azienda. E
lei è in
ritardo di dieci minuti. Questa cosa non ci piace.."
Il database è il contenitore delle informazioni con le quali il manager
costruisce il ricatto, l'offesa, l'aggressione spietata fino ai limiti del
grottesco. Il database è il contenitore delle vite degli altri, è l'unica
fonte di informazione valida e affidabile.
Inutile e senza rimedio sono i tentativi dignitosi di sopravvivere a questo
strumento ed al suo bieco utente. A nulla valgono le prove di dignità e di
professionalità dimostrate dal bisognoso aspirante. Un comunista nel senso
dispregiativo del termine. Il manager definisce come tale tutto ciò che egli
percepisce ostile come le idee, le debolezze, i pregi, insomma i sentimenti
di un uomo.
L'epilogo è drammatico, c'è un colpo di scena e due colpi di pistola che
terminano questo scontro all'ultimo sangue. Il colpo di scena è una lettera
che l'aspirante impiegato tira fuori e utilizza come minaccia. I ruoli si
capovolgono la vittima diventa carnefice, il sistema ancora una volta
inesorabilmente vince. Il database può essere aggiornato con una nuova
informazione, un fatto di cronaca.
Piergiorgio Cinì si è laureato in filosofia all’Università degli
studi di Bologna. Inizia la sua formazione teatrale frequentando l’Accademia
Antoniana d’Arte Drammatica di Bologna dove si diploma nel 1986. Frequenta
seminari e stage con Dario Fo, Eugenio Barba, Leo De Berardinis, Francesca
Mazza, Gabriella Bartolomei, Gianfranco Rimondi, Marina Pitta, Salvo Nicotra,
Giuseppe Caruso, Marisa Miritello, Paola Chiama, Marco De Marinis. E’
attore, regista e direttore artistico del Laboratorio Teatrale Re Nudo di
San Benedetto del Tronto, con cui ha allestito più di 20 spettacoli. Presso
il Laboratorio Re Nudo è anche docente di dizione, fonetica, impostazione
della voce e recitazione. E’ direttore artistico dell’Incontro Nazionale dei
Teatri Invisibili.
Pierluigi Tortora nel corso degli anni ha caratterizzato il suo
lavoro basandolo sul necessario incontro tra l'avanguardia e la tradizione
teatrale, ritenendo che da quest'ultima non si possa prescindere, ma che
vada comunque aggiornata mettendola al passo con i tempi. Tortora ha
lavorato nelle ultime produzioni dei Teatri Uniti con Toni Servillo, Iaia
Forte e Anna Bonaiuto, e ha partecipato al primo film da regista di Fabrizio
Bentivoglio. Ha ideato e dirige le rassegne "Eremo visibile/invisibile" e
"Le origini".
Angelo Ferracuti (Fermo 1960), ha pubblicato la raccolta di racconti
Norvegia (Transeuropa 1993); i romanzi Nafta (Transeuropa 1997 e Guanda
2000); Attenti al cane (Guanda 1999); Un poco di buono (Rizzoli 2002); la
raccolta di testi teatrali Non avere paura del buio (Editoria & Spettacolo
2004). Collabora con “diario della settimana”, “Gente Viaggi” e “Nuovi
Argomenti”.
Comunicato stampa
31 Agosto, Chiesa Dell’annunziata, Ore 20.00
Piergorgio Cinì Pierluigi Tortora, Comunista!!! Se il teatro sfonda la
quarta parete dell’Azienda, Di Angelo Ferracuti
Interpreti in voce: Maria Libera Ranaudo, Riccardo Massacci, Stefano De
Bernardin, Marco Cortesi
Interventi grafici e video: Alessandro Amaducci
Luci: Massimo Massacci
Fonica: Riccardo Massacci
Foto di scena: Ennio Brilli
Assistente alla regia: Matteo Vallorani
Regia: Alessandro Perfetti
In scena si fronteggiano per sessanta minuti, durante un estenuante
colloquio di lavoro, un crudele e implacabile “cacciatore di teste” di una
grande azienda, e un aspirante dipendente laureato in antropologia
culturale. Subito s’innesca tra i due una specie di conflitto
verbale-corporale, nelle parole e nell’espressività mimico-gestuale, che è
l’ossatura ritmica del testo, ma presto si abbandonano i toni dell’impianto
realista di partenza riuscendo a liberare la tensione drammatica in un
crescendo di colpi di scena; una lenta pietrificazione dei rapporti umani
fino al rovesciamento dei ruoli e all’epilogo tragico.
Costo del biglietto 10 euro
Consulta:
Settembre al Borgo 2008