Clinic e concerto di Paul Gilbert
Luogo, data e sottotitolo
Articolo e foto di Dario Crocetta
Chi vi scrive è un chitarrista (o almeno ci prova!).
Di solito i chitarristi ascoltano i dischi di altri chitarristi, spesso
strumentali, attirati come mosche dai virtuosismi dell’axeman di turno che
in molti casi, ahimè, non produce musica ma solo inseguimenti infiniti di
note e tecniche esotiche al solo scopo di impressionare l’ascoltatore.
E’ ovvio, non vale per tutti…esistono alcuni Musicisti (chitarristi) che
nonostante l’indubbia capacità tecnica riescono, disco dopo disco, a tenere
i piedi per terra traducendo in musica VERA le proprie idee ed il proprio
talento, raggiungendo felicemente lo scopo di distinguere efficacemente l’autocelebrazione
dall’arte.
E’ il caso, a mio avviso, di Paul Gilbert, chitarrista di fama mondiale,
sulla breccia dell’onda da 25 anni. Prima chitarrista dei Racer X, celebre
speed metal band della Los Angeles degli anni ’80 e poi axeman dei
grandissimii Mr.Big, al fianco di Billy Sheehan, Eric Martin e Pat Torpey.
Paul è sceso in Terra di Lavoro in occasione di una serie di seminari
organizzati in tutta la penisola, per una clinic-concerto in cui ha suonato
alcuni pezzi tratti dal suo recentissimo e bellissimo disco “Silence
followed by a deafening roar” e ha illustrato al pubblico in sala alcuni
aspetti fondamentali del suo stile.
Casertamusica ha avuto l’occasione (e non finiremo mai di ringraziare per
questo l’associazione FA-RE Musica, organizzatrice dell’evento, per la
grandissima cortesia dimostrata) di avvicinare il grande Paul per scambiare
quattro chiacchiere prima dell’evento, conoscendo da vicino un artista
davvero umile e pieno di humor.
La prima domanda che ho fatto a Paul è stata relativa al titolo del disco,
che tradotto in italiano significa più o meno “Silenzio seguito da un
assordante boato”. Paul mi ha spiegato che, tornato dallo scorso tour, aveva
dovuto cambiare casa, organizzando il trasloco e occupandosi di esso per
circa due mesi, durante i quali aveva avuto pochissimo tempo per suonare
(…ecco spiegato il “silenzio”). Così, quando finalmente ha potuto riprendere
in mano lo strumento, riuscendosi a sfogare come non aveva potuto nel
periodo precedente, per lui è stato un po’ come emettere “un boato
assordante”.
Paul mi ha spiegato che con questo CD era intenzionato a sviluppare il
concept del suo precedente disco strumentale “Get out of my Yard”,
incentrandosi però molto di più sulle melodie e sul suono della chitarra che
sulla tecnica pura. In particolare, pare non aver mai amato molto i dischi
strumentali per sola chitarra, almeno fino a qualche anno fa (se infatti
ascoltate qualche suo vecchio CD appurerete che sono infatti tutti cantati)
quando ha invece scoperto di sentirsi molto a suo agio potendosi concentrare
solo sullo strumento “In studio puoi registrare una linea di voce con calma
e concentrazione, anche facendo una frase alla volta, mentre dal vivo
diventa davvero difficile curare il cantato e la chitarra. In questo momento
mi sento davvero appagato dal poter scrivere musica per chitarra senza
dovermi preoccupare della mia voce, potendomi concentrare a fare quello che
so fare meglio”.
La clinic è stata davvero coinvolgente: a parte l’humor di Paul, sempre
gradevole e imprevedibile, è stata un’ottima occasione per scoprire da
vicino i concetti che stanno alla base del suo stile (approccio ritmico,
pennata, accordi, scelta delle note, strumentazione, approccio alla
composizione..).
Tantissimi i chitarristi (e non solo) presenti, anche provenienti da molto
lontano (Calabria), per un evento che sa un po’ di “straordinario”.
Due ore piene zeppe di musica e si, anche virtuosismi!!
Personalmente ho apprezzato molti aspetti apparentemente “nascosti” di Paul
Gilbert: innanzitutto l’intonazione perfetta, davvero sorprendente, poi
l’aspetto ritmico/percussivo del suo stile (durante il seminario ha
addirittura spiegato che alcune idee melodiche gli sono nate da pattern
ritmici) ed infine il suono, davvero ROCK, anche molto rumoroso (alla faccia
di chi si porta in giro il noise gate)..
Potrei parlarvi della sua fenomenale pennata alternata o del tapping ma su
quello è stato già detto tanto da altri per cui non mi rimane altro che
consigliarvi l’acquisto di uno qualsiasi dei dischi solisti di Paul Gilbert
(i miei preferiti sono King of Clubs e Space Ship One).
Rimane quindi la grande soddisfazione di aver potuto apprendere da un
artista come PG e soprattutto l’apprezzamento per il grande lavoro fatto dai
ragazzi di FA-RE Musica.
Speriamo di rivedere Paul al più presto in Italia!
consulta:
Masterclass di FA.RE
Musica