Concerto-spettacolo della Banda Osiris a "Capua tra letteratura e musica"

Capua (CE), 24 Maggio 2008

Articolo di Francesco Massarelli, foto di Pia Di Donato

Davvero difficile trovare il modo per raccontare l'incredibile performance della Banda Osiris che ieri sera a Capua ha entusiasmato il pubblico nell'ambito della terza serata della rassegna "Capua tra leteratura e musica - Il luogo della lingua" organizzata dall'associazione culturale Architempo. Un particolare forse basta a testimoniare quanto questi bravissimi artisti provenienti da Vercelli siano riusciti a conquistare la numerosa platea che gremiva il cortile di Palazzo Lanza: quasi mai gli spettatori sono riusciti ad attendere la fine di un brano o di uno sketch per tributare loro l'applauso di rito e nel susseguirsi di fragorose risate i presenti hanno voluto sottolineare con i loro applausi ogni singolo momento delle loro interpretrazioni. Lo spettacolo è davvero una miscela esplosiva di tante arti, dalla musica al teatro, dalla mimica al trasformismo, tutto condito da un'irresistibile comicità e dalla loro indiscutibile originalità che fa della Banda Osiris qualcosa di assolutamente incatalogabile. La loro formazione impone l'uso della musica classica a fare da filo conduttore di uno spettacolo in cui gli strumenti, le voci e persino i loro corpi vengono mescolati tra loro per offrire agli spettatori uno show in cui sottile è la linea di confine tra l'interpretazione musicale e la gag di sfrenata comicità. Si parte con un singolare medley dove "Le quattro stagioni" di Vivaldi si trasformano improvvisamente in "Oye, como va?" di Carlos Santana per poi arrivare al celebre jingle della colonna sonora de "La famiglia Adams". C'è poi spazio per una singolarissima versione di "Stand by me" e per un paio di omaggi al grande Renato Carosone, con "Caravan Petrol" e "Pigliate 'na pasticca". Nel mezzo la musica fa solo da collante per una serie di giochi di parole e di trasformismi che vedono, tra le tante cose, i loro corpi e i loro strumenti assumere grottesche figure di animali. Ma forse il momento più suggestivo è la coreografia che creano per accompagnare la danza de "Il lago dei cigni" dove basta un po' di tulle bianco ed il perfetto incrocio di sassofoni, tromboni e bassotuba per dare vita ad una ballerina che si muove con leggerezza sulle note di Ciaikowsky. Si chiude con un omaggio a Bach, dove la biografia del compositore tedesco letta dal Prof. Berti in un improbabile tentativo di farsi serio viene continuamente interrotta dal più scanzonato Giancarlo Macrì che crea divertenti giochi di parole secondo i quali i figli di Bach diventano i Bach..street Boys e chi resta incantato davanti alla sua musica ci resta come un Bach..calà. Ricordiamo che la Banda Osiris vanta una oramai quasi trentennale carriera e che ha vissuto la sua origine prevalentemente come spettacolarizzazione di strada. Sandro Berti (mandolino, chitarra, violino, trombone) Gianluigi Carlone (voce, sax, flauto) Roberto Carlone (trombone, basso, tastiere) Giancarlo Macrì (percussioni, batteria, bassotuba) sono gli eccezionali componenti di questa band che ha saputo mettere la propria straordinaria formazione musicale al servizio di un linguaggio artistico del tutto inedito.

consulta: Libreria Guida di Capua: eventi di Maggio

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