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Tre corti d’autore per Macchina Da Presa

Caserta, 29 Aprile 2008

Comunicato stampa

Martedì 29 aprile l’associazione Macchina da Presa, a conclusione del ciclo di aprile dedicato al tema dei “CONFLITTI”, presenta "Tre corti d’autore".
Incontro presso il Comitato Civico di Rione Tescione sito a Caserta in Piazza Cavour, 1 (la piazza all'interno del rione Tescione) apertura ore 20,30 inizio ore 20,50
L'incontro sarà dedicato a:
Aventure malgache
Titolo originale: Aventure malgache. Regia: Alfred Hitchcock. Cast: Molière Players. Anno e durata: 1944, 30 min. Nazionalità e Società di Produzione: Ministry of Information, UK
Londra, 1944. I drammatici avvenimenti della Resistenza francese nel Madagascar, di 4 anni prima, ebbero ripercussioni in tutto il mondo. Le autorità francesi incaricarono un gruppo di attori di mettere in scena alcuni spettacoli per militari, civili ed inglesi francofili. La nostra storia inizia il 28 Giugno del 1940, a Tananarive, la Capitale del piccolo stato africano, colonia francese controllata fino ad allora dal Governo di Vichy. L’avvocato Clarousse difende un suo assistito dalla pesante accusa di infrazione doganale, accusando la polizia ed il suo direttore, Jean-Michel, di aver fatto sparire un grosso carico di merce. Clarousse non è un semplice avvocato. E’ il capo della Resistenza francese in Madagascar. Il piccolo Stato, infatti, per i suoi ricchissimi giacimenti, fa gola non solo agli alleati, Inghilterra e Sudafrica, ma anche ai tedeschi, che stanno occupando materialmente l’isola, e ai giapponesi. Tre le alternative: piegarsi all’invasione tedesca, al giogo dei giapponesi o accettare la supremazia inglese. Per evadere e organizzare al meglio la Resistenza bisogna agire d’astuzia. Ma un tradimento, pur causato da un alto intento, darà al corrotto Michel la prova inconfutabile per fare arrestare il nemico. Girato in 35 mm, Aventure malgache fu il secondo (ed ultimo) cortometraggio diretto da Alfred Hitchcock dopo Bon Voyage (1943). Tali lavori furono commissionati al regista dal governo inglese, direttamente in lingua francese. In sostanza due veri e propri film di propaganda bellica fatti da Hitchcock su commissione del Ministero dell’Informazione inglese. Un ruolo insolito per Alfred, che da pochi anni era emigrato in America, dove aveva già realizzato film importanti come L’Ombra del Dubbio e Rebecca, La Prima Moglie. Un ruolo che naturalmente lo legava abbastanza, non permettendogli di inserire quegli elementi geniali che lo avevano reso famoso anche oltreoceano. Il film non fu certo un successo. Mai proiettato, rimase a lungo nel dimenticatoio (per una quarantina d’anni) a prendere polvere negli archivi. Solo nel 1980 venne distribuito in videocassetta, in abbinamento con Bon Voyage.
Boy on a bicycle
Titolo originale: Boy on a bicycle. Regia: Ridley Scott. Cast: Tony Scott. Anno e durata: 1965, 25 minuti. Nazionalità e Società di Produzione: British Film Institute, UK
Lascia il segno un lavoro come Boy on a Bicycle, che ci fa scoprire un Ridley Scott in bianco e nero, vicino più a certe suggestioni da "Free Cinema" che alla performance di luce e colore dei Duellanti conradiani con cui esordirà dodici anni dopo. Interpretato dal fratello Tony (allora sedicenne), Boy on a Bicycle tenta con buon esito la strada di un soggettivismo da "stream of consciousness" e descrive la giornata lontano da scuola di un adolescente che bighellona girando in bicicletta in periferia e lungo la costa di North Shields. Retto da una voce fuori campo che dà fiato ai pensieri del ragazzino e inscritto in una spazialità che si riflette nella soggettività del protagonista e prende corpo in un uso intelligente della colonna sonora, il cortometraggio mostra già un Ridley Scott dalle idee filmiche ben chiare, capace di visualizzare e concettualizzare prima ancora di narrare.
The burning
Titolo originale: The burning. Regia: Stephen Frears. Cast: Roland Starke, Gwen Frangcon-Davies, Isabel Muller. Anno e durata: 1967, 31 minuti. Nazionalità e Società di Produzione: British Film Institute, UK
The Burning si affida a una più solida e tradizionale struttura narrativa, anticipando quella che del resto è la principale dote di un regista come Stephen Frears. La storia ci porta in Sudafrica ed elabora il tema dell’apartheid dal punto di vista di una famiglia di ricchi bianchi che cerca di non sentire gli echi neri di rivolta che giungono alla magione dalle campagne circostanti. Se narrativamente il cortometraggio si regge sull’incomprensione tra la vecchia padrona bianca e l’altrettanto vecchia serva nera, anche qui il punto di vista è quello di un ragazzino bianco. E’ infatti nel suo spiazzamento rispetto alla discriminazione tra neri e bianchi che si riflette il chiaroscuro tematico della violenza cui soggiace l’agire sia dei padroni che degli "schiavi". Classico nella forma espressiva così come nella struttura narrativa, The Burning ha buon gioco nell’elaborare le suggestioni minacciose di un evento incomprensibile e terribile, ignorato per supponenza sia dalla vecchia padrona e dalla sua serva che, per ingenuità, dal ragazzino.

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