Festa di Sant’Antonio Abate con le “battuglie di pastellessa”
Macerata Campania (CE), dal 12 al 17 Gennaio 2008
Comunicato stampa
Macerata Campania - Sfilata dei Carri in Piazza De Gasperi - fonte www.maceratacampania.net
Saranno ben 14 i carri, meglio conosciuti come le
“battuglie di pastellessa”. che parteciperanno dal 12 al 17 gennaio
all’attesa festa di Sant’Antonio Abate a Macerata Campania, che attirerà
turisti da tutta la regione.
Il programma prevede per i giorni 12 e 13 le prime sfilate delle
‘battuglie’ per le strade cittadine, in particolare domenica sera in corso
Umberto, quando tutti i carri passeranno in rassegna.
Il 14 e il 15 ci saranno degli spettacoli musicali in una piazza da
definire, mentre per il 16 appuntamento con i tradizionali giochi in piazza
De Michele, tra questi spicca ‘Il palo di sapone’.
Il 17 mattina i carri, tutti numerati, sfileranno in piazza De
Gasperi, mentre dal pomeriggio si esibiranno ognuno per 15 minuti.
Per le avverse condizioni meteo che ha impedito la sfilata nei giorni 12
e 13, la festa si protrae fino al 20 Gennaio
Programma
Sabato 12
ore 16 - Apriranno la festa gli artisti di strada
ore 16,30 - Inizia la sfilata dei carri e l’esibizione nella frazione
Caturano
Domenica 13
Ore 16,30, Artisti di strada
17,30 - spettacolo di fuochi pirotecnici
18, Esibizione dei carri davanti al sagrato della chiesa di San Martino
Lunedì 14 (Triduo di preparazione alla festa liturgica)
Ore 18 – Santo Rosario meditato
18,30 – Celebrazione eucaristica (presiede mons. Tommaso Acconcia, del clero
della diocesi di Caserta)
Martedì 15 (Triduo di preparazione alla festa liturgica)
Ore 19,30 - Nella chiesa abbaziale concerto di canti gospel a cura del “Raul
Gospel Choir”
Mercoledì 16 (Triduo di preparazione alla festa liturgica)
Ore 16,30 - Inizio dei giochi tradizionali in piazza De Michele
19, Benedizione del fuoco e degli animali davanti alla chiesa
19,30 – Degustazione della “pasta ‘ lesse” in piazza De Michele
Giovedì 17
Ore 8,30 Celebrazione eucaristica
9, Inizia a girare per le strade del paese il carro per la raccolta dei beni
in natura offerti dal popolo
11, Processione con il venerato simulacro di Sant’Antonio Abate
11,30 - Celebrazione eucaristica solenne
12,30 - Tradizionale spettacolo di fuochi pirotecnici in piazza De Gasperi:
‘ a signora ‘ e fuoco, ‘o porco, ‘o ciuccio
15, Tradizionale riffa dei beni in natura raccolta nelle ore del mattino in
piazza Croce
18, Esibizione dei carri in piazza De Gasperi. Al termine la premiazione e
il sorteggio del maiale
23,30 - Spettacolo di fuochi pirotecnici a conclusione della festa
I 14 carri partecipanti
1) ‘I Ragazzi del 2000’; 2) ‘U carr e Vasc ‘o Vast; 3) Popolo and Lia cià
cià; 4) ‘E Facc Nov; 5) Suoni Antichi; 6) Cantica Populare Caturanese; 7)
Incanto Popolare; 8) ‘U Massar; 9) I Ragazzi sconosciuti; 10) I Furastieri;
11) I Ragazzi del York Caffè; 12) I Gladiatori; 13) I Magnifici 40; 14) Past
‘E Less Sound Group.
Link utili:
Un ottimo sito in cui trovare informazioni e un ricco archivio fotografico è: www.maceratacampania.net , che ringraziamo per la concessione delle foto.
Notizie sulla festa
La festa in onore di Sant’Antonio Abate è forse la festività più
importante e sicuramente più sentita dal popolo maceratese e dalle
popolazioni dei paesi limitrofi. Tale festa è caratterizzata sia da momenti
dedicati al culto del Santo che da momenti di puro e storico folklore
popolare.
II culto, inteso come devozione e venerazione, che i maceratesi tributano a
S. Antonio Abate segue i normali canoni della liturgia ecclesiastica e, nei
giorni di festività, questi si concretizzano in funzioni religiose come da
liturgia.
Per quanto riguarda il folklore abbiamo invece una serie di momenti di che
girano intorno alle ormai consolidate “battuglie di pastellessa”.
La Storia
La "battuglia di pastellessa" ripropone gli strumenti di uso contadino:
le botti, i tini, le falci e gli altri arnesi sotto una nuova veste di
natura musicale. Già nel XIII secolo il paese si presentava come una
comunità prevalentemente agricola ed artigianale, dove il lavoro dei campi
richiedeva l'uso di una ricca gamma di attrezzi e strumenti che venivano
fabbricati dagli artigiani locali. Costoro, per mettere in evidenza la
robustezza dei loro prodotti, percuotevano con magli le botti, i tini e le
falci e gli altri attrezzi creando una commistione di suoni che scoordinati
ed asincroni apparivano persino assordanti, ma che con i voluti o forse
fortuiti miglioramenti ritmici portarono alla creazione di quelle
peculiarità sonore che ancora oggi caratterizzano la musicalità di "pastellessa".
Il nome "pastellessa" deriva da una specialità tipica della cucina povera:
la past e llesse (pasta con le castagne secche).
Oggi, come ieri, il 17 gennaio, in occasione della festività di Sant'
Antonio Abate, a Macerata Campania si tiene la tradizionale sfilata delle "battuglie
di pastellessa”, accompagnati da una serie di momenti ricchi di significato
e di tradizione popolare.
La festa in onore del Santo infatti è caratterizzata da quattro momenti
legati alla devozione e alla tradizione folkloristica maceratese, infatti
durante la giornata del 17 Gennaio si succedono:
- i fuochi pirotecnici "figurati";
- la sfilata dei carri;
- la riffa;
- il fuoco (la "lampa").
L'iconografia tradizionale dei fuochi pirotecnici figurati, comprende la
presenza di un'immagine femminile (‘a signora), di un animale domestico ('u
puorco), di un animale da tiro ('u ciuccio) e di un attrezzo da lavoro (a
'scala).
La "signora 'e fuoco": la figura femminile rappresenta il demonio negli
episodi delle "tentazioni" nella vita del Santo. Questo tema del Santo
tentato nella carne dal demonio a forma di donna è quello più caro
all'iconografia popolare. In aspetto discinto, castigato, giovane, e dal
viso angelico la donna/demonio è identificata nell'immagine di cartapesta
che viene bruciata in piazza a significare l'alto potere (in senso figurato)
del fuoco purificatore.
Il "porco": per quanto concerne la presenza del porco nell'iconografia di
S.Antonio Abate, anche per Macerata Campania, essa è da attribuire alla
tradizione popolare secondo la quale nel maiale deve vedersi il diavolo,
che, sconfitto dal Santo, fu da Dio condannato a seguire il santo sotto
questo aspetto.
Il "ciuccio": non vi è spiegazione logica nel rito della distruzione con il
fuoco purificatore di un animale domestico di cui il Santo è protettore!
Il "ciuccio" sta a rappresentare qualche altro essere animalesco che sia
stato l'immagine falsa sotto la quale il demonio si è presentato al Santo
per tentarlo o per contrastarne il percorso verso la santità.
La "scala": non si ha notizia della eventuale motivazione giustificativa di
questa presenza, a meno che non si tratti di un ex-voto riferibile a qualche
miracolo operato dal Santo e nel quale la scala assume una presenza
negativa, demoniaca e perciò da purificare.
Questi quattro simboli rappresentano per il popolo l'aspetto prevalente
della figura di "Santantuono" e la sua forza protettiva dalle insidie del
mondo. La loro distruzione col fuoco, con il popolo festante, rappresenta la
vittoria del bene contro il male, dell'uomo di fede contro le tentazioni
terrene.
La sfilata dei carri di "Santantuono" o di "Pastellessa" è il momento più
importante del folklore maceratese.
Nella tarda mattinata della giornata del 17 Gennaio, ultimo giorno della
festività di S. Antonio Abate, tutti i carri si dispongono lungo la via
Garibaldi. Da qui poi partono, uno alla volta, per esibirsi davanti al
Comitato dei festeggiamenti, alle varie associazioni ed autorità, nella
piazza al centro del paese, dove il popolo si raccoglie per assistere
all'esibizione e all'accensione dei fuochi pirotecnici "figurati".
È questo il culmine della festa: le voci della piazza, la frenesia della
folla, il suono assordante degli strumenti si fondono e rendono questa
esperienza unica e coinvolgente.
Anticamente i carri venivano allestiti su carrette e trainati da persone.
Successivamente le carrette furono sostituite da carri trainati da buoi o da
cavalli ed abbelliti con frasche di palme, sotto le quali trovavano alloggio
i "suonatori", con i rispettivi peculiari strumenti, e il "capo battuglia",
il quale scandiva il tempo e la durata dell'esecuzione.
Oggi tutti hanno sostituito col trattore il lavoro del bue e del cavallo, e
i carri hanno aquisito dimensioni molto più imponenti di quelli originali,
ma nonostante ciò, la manifestazione conserva ancora i contenuti
tradizionali.
L'esibizione dei carri, il giorno di Sant’Antonio Abate, è il momento finale
di una serie di preliminari che sono i tasselli che formano l'intera
"immagine del carro 'e Santantuono". Il primo tassello è quello
dell'allestimento dei carri. Questi vengono organizzati da persone del paese
già uniti per rioni o per semplici gruppi di suonatori, i quali iniziano ad
individuare il percorso preparatorio ed a distribuire incarichi e mansioni.
Alcuni preparano il piano di interventi strutturali e di ampliamento della
superficie di carico del carrello/rimorchio (che poi diventerà il "carro e ‘Santantuono"),
mentre altri iniziano a controllare la sonorità di botti e "cupelle" e ad
intervenire con il procedimento della battitura dei cerchi e delle doghe,
nel caso che le botti o le tinello risultassero desonorizzate. Altri ancora
pensano alla scenografia e studiano drappeggi, colori, slogan. Tutti insieme
poi s’incontrano per dedicarsi al problema musicale, infatti già da qualche
mese precedente alla festa si dà inizio alle cosiddette prove del carro
momenti in cui si riascoltano le registrazioni dell'anno precedente e si
decidono quali filastrocche scegliere o se proporne di nuove.
Tutti questi interventi mirano a preparare il carro per il giorno della
festa. Anche ora il "carro" è il centro di tutta la manifestazione di
religiosità, oggetto e soggetto centrale di un folclore iniziato moltissimi
secoli addietro! Alla fine dei preparativi il "carro di pastellessa" si
presenta, al di là di addobbi, festoni, catenelle di carta ed altri
ornamenti colorati, sostanzialmente come un grosso carro con dei rami di
palma disposti ad arco con l'effigie di "Santantuono" appesa al primo arco
di palme a significare che l'aspetto folkloristico è motivato dalla
devozione ai Santo. I carri, così preparati, sfilano per le vie del paese e
dei paesi limitrofi, mentre gli occupanti cantano filastrocche, mottetti e
cantilene e percuotono ritmicamente botti, tini e falci.
Il Fuoco riportato su un libro che il Santo regge con la mano sinistra, è
una delle rappresentazioni iconografiche del santo più ricorrente, in quanto
esso rappresenta il fuoco purificatore che ricorda come questo Santo sia
considerato anche il vincitore del male, colui che sconfisse il diavolo.
La “lampa" (il grande falò) viene accesa dalla gente nelle strade e nelle
piazze fin dalle prime ore della sera per solennizzare il giorno dedicato a
Sant'Antonio Abate.
La "riffa" è il momento di chiusura di tutto l'impianto delle manifestazioni
folkloristiche di "Santantuono". La festa si chiude con la vendita all'asta
dì tutti i beni in natura (e non!) raccolti durante la processione del Santo
oppure offerti in precedenza dai credenti. L'asta di questi beni in natura
si fa per raccogliere soldi da distribuire in beneficenza. Ciò che non si
riesce a vendere viene consegnate al parroco perché lo dia ai poveri. Oltre
alla vendita all'asta dei beni in natura offerti dal popolo, a Macerata
Campania, si sorteggia un maiale allevato da alcune famiglie per coprire
parte delle spese.