Uthopia Librerie: eventi di Gennaio
Capua, gennaio 2008
Comunicato stampa
Sabato 5 gennaio, ore 18,30, Capua, Palazzo Fazio, Via Seminario
Presentazione del libro "Io, per fortuna c'ho la camorra" di Sergio Nazzaro
Con l'autore Sergio Nazzaro ne parlano Gaetano Treppiccione, vice presidente
di Capuanova e Pasquale Iorio, vice presidente di AISLO.
Riprende sabato 5 gennaio la programmazione del Follaro d’Oro 2007 ed a
Capua, si ricomincia a parlare di legalità con la presentazione del libro
“Io, per fortuna c’ho la camorra” di Sergio Nazzaro.
Il libro racconta la storia di tutti i giorni di molti cittadini della
Provincia di Caserta. Ed infatti subito l’autore fa dire ad un suo
estemporaneo interlocutore “Ma gli Italiani lo sanno che esistiamo?
C’è un’altra Italia che vive sul confine tra la provincia di Caserta e
Napoli. Posti come Mondragone, Castelvolturno, Arzano, Villa Literno, Aversa,
Frattamaggiore. Un mondo a stento registrato dai media che se ne accorgono
solo quando ci scappa un morto di troppo. Un mondo fato di gente che ogni
mattina riprende a lottare per la propria dignità senza alcuna garanzia di
farcela e un mondo di gente che ha dichiarato guerra al mondo degli altri.
Nazzaro affonda le mani in una realtà fatta di sfruttamento, dolore,
disoccupazione, morte, violenza, sottosviluppo. Il suo sguardo registra le
piccole cose delle grandi tragedie che nessuno vuole vedere. Le storie che
nessuno racconta diventano 24 ore in terra di Camorra: un giorno come tanti
altri. Non a caso il sottotitolo del libro è “Ventiquattro ore in terra di
Camorra” che Sergio Nazzaro, nato e cresciuto a Mondragone, giornalista
pubblicista, racconta in questa sua opera prima presentata, in anteprima
assoluta per la Campania, da Capuanova con la preziosa collaborazione della
libreria Uthòpia.
Nazzaro, in queste vicende marginali di muratori abusivi, poliziotti
mortuari, legionari napoletani, avvocati cocainomani, spacciatori e vedove
di morti ammazzati, ci entra con tutte le scarpe. La sua rabbia è una
disperata forma di compassione. Un atto di solidarietà e cruda testimonianza
scandito con il ritmo serrato del vero romanzo d’azione. Un romanzo duro e
bruciante come la vita di tutti i giorni tra l’Asse mediano e la Domiziana.
Domenica 27 gennaio, ore 18,00, Capua, Palazzo Fazio, Via Seminario
In occasione della Giornata della Memoria, Reading musicale "Poesia e musica
per non dimenticare". Letture di: Antonella Fiore. Brani musicali: Nicola
Fiorillo (flauto traverso), Antonio Simone (pianoforte)
In questi tempi turbolenti celebrare il Giorno della Memoria sembra a
qualcuno un vacuo esercizio di commemorazione. A questa sensazione si deve
rispondere con chiarezza. La memoria della Shoah non esclude né oscura la
riflessione su altre tragedie passate e presenti, ma non va utilizzata per
fuorvianti paragoni che finiscono per banalizzare tutto. Come ha scritto
Georges Bensoussan ne L’eredità di Auschwitz, “la radicale novità
dell’assassinio di massa non sta solo nella tecnica [...] ma nella
distruzione del concetto mai dimenticato secondo il quale un uomo o una
donna restano una persona anche quando li si odia”. La singolarità della
Shoah quindi sta nell’aver annullato, nel bel mezzo della “civile” Europa,
il concetto stesso di persona. Questo evento fa parte della nostra storia,
si è sviluppato all’interno della nostra cultura e sarebbe ottimistico
pensare che ogni sua traccia sia stata cancellata per sempre, come i tanti
episodi di intolleranza oggi dimostrano. Un Paese che sceglie di ricordare
una delle pagine più buie della propria storia, manda ai suoi cittadini il
messaggio che una repubblica libera e democratica può trovare forza e
arricchimento della propria identità proprio da un’analisi sincera degli
errori più tragici della sua storia. Il Giorno della Memoria dev’essere
quindi un momento di meditazione di tutti i cittadini, al di là delle
appartenenze politiche, perché impegna su valori democratici condivisi da
tutti. Alla magnitudine di quegli eventi si reagisce spesso con commozione,
ma piú di ogni altra cosa il Giorno della Memoria deve essere un esercizio,
serrato, difficile, doloroso, di riflessione critica radicata nella
consapevolezza storica.