Caserta brucia...
Caserta, 1 Gennaio 2008
Articolo e foto di Emilio Di Donato
Via Acquaviva, ore 1.50 del 1 Gennaio 2008 - foto E. Di Donato
Caserta, 1 Gennaio 2008. Sta accadendo l'inevitabile. Stanotte scene da guerriglia urbana per le strade di Caserta. Scene largamente prevedibili, nonostante i cosiddetti "divieti" del Comune di vendita ed uso di fuochi d'artificio. Innanzitutto erano sotto gli occhi di TUTTI le DECINE di venditori di ordigni di ogni tipo, nel cuore della città, nelle strade principali. Bancarelle piccole e grandi, sempre ben illuminate, nei posti più visibili possibile. Il "divieto" è quindi solo un "buttare le mani avanti" in attesa dell'inevitabile rogo di alcuni degli enormi cumuli di immondizia che, stanotte, ha avvolto le vie della città. Non c'era alcuna intenzione di farlo rispettare (sarebbe bastato concordare una azione con i vigili, banalmente). A questo si aggiunga l'ignoranza di alcuni casertani che, per protesta, appiccano incendi pericolosissimi ed altamente tossici sotto il balcone in cui dormono i loro figli, ed il quadro da terzo mondo è completo.
Già da alcuni giorni osserviamo lungo le strade i sepolcri imbiancati, o della vergogna. E così oltre al puzzo, inaliamo (noi e i nostri bambini) la calce. Centinaia di discariche a cielo aperto nel cuore della città, immensi container maleodoranti dinanzi alle scuole, famiglie e negozianti umiliati ed in ginocchio. Che senso ha la nostra promozione della cultura musicale, artistica, turistica casertana, se poi noi e i nostri figli hanno maggiore probabilità di ammalarsi di tumore, come ha testimoniato il Consiglio dell'Ordine dei medici della Campania? Ci stiamo facendo assassinare lentamente. Senza quasi fiatare, scansando l'immodizia invece di rimuovere le cause di questa, come nei paesi più sottosviluppati del mondo. Qui in redazione siamo sempre abituati a pensare ed agire in positivo, quasi alla Don Chisciotte, ma la misura è ormai da tempo colma. Un felice anno a tutti gli uomini di buona volontà; e che gli altri abbiano il coraggio di scomparire.