
Intervista ad Anna D'Ambra
Caserta
Articolo di Marilena Lucente
Con Anna D’Ambra, regista qui nelle vesti di direttrice artistica, introduciamo
la rassegna Eventi teatrali che si apre tra qualche giorno presso il Teatro
“Caserta Città di pace”.
Marilena Lucente. Incominciamo dal titolo: Eventi teatrali. Sembra un
titolo che vuole alludere ad un teatro dai toni non urlati o non spettacolari.
Eventi, come quelli della vita, cose che accadono. Cosa accade in questa
rassegna?
Anna D'Ambra. Sono contenta per come hai posto la domanda, perché
entrambe abbiamo mirato bene: io per il lancio e tu per la giusta
interpretazione. E' proprio così, volevo attirare l'attenzione, ma sottovoce,
senza strafare con paroloni inutili, perché mi sono resa conto che le
titolazioni degli spettacoli parlavano da sole. In parole come soffi, anima,
chiusi, inerzie ed echi è racchiuso già di per sé l'urlo e lo spettacolo del
silenzio, creando ossimori di sensazioni. Quattro spettacoli oserei dire
poetici, tutti giocati sulla poesia dell'animo umano e l'ironia dell'uomo.
ML. Quattro spettacoli che sembrano oscillare tra il comico e
l’impegnato. Quel è il filo rosso che li unisce?
AD. Il filo che li unisce è la voce. La voce della poesia nei versi
recitati da Patrizio Rispo che si lega alla sonorità musicale di quella Di
Antonella D'Agostino; l'ambiguità dei rapporti umani nelle grida soffocate di
due uomini soli: personaggi, magistralmente interpretati da Pierluigi Tortora e
Rocco Di Santi. Ancora la voce ritorna con Debora Macini, una giovane attrice
del nostro teatro nazionale, ma questa volta sul filo dell'ironia nelle parole
dei grandi Petrolini, Campanile, Majakowsy, Valentin ed altri. Ed infine, "Echi
di donna", cioè voci tagliate a metà, che ci sono, ci inseguono, le avvertiamo,
ma non comprendiamo.
ML. Sembra esserci una perfetta divisione tra produzioni locali (La
Bottega
del Teatro e Gli esclusi) e produzione nazionale. Caserta ha dunque
ricominciato a fare teatro, è tornata in scena?
AD. Caserta, non si è mai assopita totalmente. Il lavoro di bottega è
quello che si fa in silenzio ed ha bisogno di tempi più lunghi rispetto ad un
lavoro
industriale, ma alla fine ti premia la fattura del prodotto. La difficoltà
maggiore, però, rimane la vendita del prodotto, specialmente in luoghi dove
l'apparire e l'ignoranza la fanno da padrone. La fusione delle due realtà è
stata voluta appositamente perché l'una serve all'altra da traino.
ML. Qual è il legame tra gli spettacoli e il luogo che li ospita:
Caserta Città di pace?
AD. Non c'è un legame particolare. C'è una struttura a disposizione,
sicuramente con delle pecche, ma pur sempre una struttura teatrale ed è giusto
che la si faccia conoscere oltre il suo uso parrocchiale, per permettere un
aggancio culturale completo della realtà Puccianiello con il centro casertano.
ML. Il suo spettacolo, "Echi di donna", chiude la rassegna. Quali sono
gli echi
che vorrebbe lasciare con Eventi teatrali?
AD. Una sensazione di poco, un sapore di nostalgia e vorrei che qualcuno
mi chiedesse di ripetere l'esperienza senza se e senza ma.