“Fly Tour” di Zucchero
Caserta - 16 Novembre 2007
Articolo e foto di Max Pieri
Castelmorrone, 16 Novembre. Una serata a lungo attesa da tutti gli
appassionati campani del “bluesman” italiano più famoso al mondo. Una serata
purtroppo riuscita a metà! Pessime qualità acustiche del Palamaggiò o
impianto audio non adeguato alla situazione? Oppure entrambe le cose? Sta di
fatto che - almeno per quelli in “piccionaia” - la scarsa definizione e
insufficiente potenza sonora hanno compromesso le qualità generali della
tappa n° 97 del Fly Tour.
Alle 21,00 entra in scena Irene Fornaciari, una ragazzona alta,
vestita come un hippy appena uscita dalla “summer of love”, con una pasta
vocale molto interessante, ma con l'ombra lunga di Joss Stone alle spalle!
Irene canta una manciata di brani supportata da un eccellente chitarrista e
accompagnandosi col tamburello. Il pubblico apprezza, ma la dimensione
acustica esalta all’inverosimile i problemi audio! Sentiremo parlare ancora
di Irene, la partecipazione ai cori dell'ultimo lavoro del padre, è più di
una referenza per entrare nel mondo dello show business.
Alle 21,30 da un’enorme tenda argentata si apre un varco da cui appare
Zucchero, seduto su un trono rosso. Il primo pensiero che attraversa la
testa di tutti è Solomon Burke ed è certamente pilotato dallo stesso Sugar
Fornaciari. Senza preamboli attacca “Dune Mosse”, una canzone dall'album
BLUE’S, poi il via alla presentazione di FLY, ultimo disco e successo
mondiale annunciato! Qui entra in scena l’artista completo che ha deciso di
evitare qualunque bagarre. Come in tutti i destini segnati dalla maturità,
Zucchero prende in mano il suo cuore e ne osserva le sanguinanti cicatrici.
Ecco allora le ballate: “Occhi”, “L’amore E’ Nell’Aria”, “E’ Delicato”
(scritta a quattro mani con Ivano Fossati) e “Quanti Anni Ho”. Ecco allora
lo spiritual “Let It Shine”, vero e proprio archetipo di questo viaggio
interiore. La scenografia art decò con lampadari, canne d’organo e due
enormi specchi-maxischermo ai lati del palco, accompagna con il giusto
“mood” il percorso sonoro, lontano dal caos e dalla volgarità stigmatizzata
a più riprese in diversi brani del nuovo lavoro. La spensieratezza di “Bacco
Perbacco” e “Cuba Libre” fa storcere il naso a chi meno apprezza i brani da
classifica, funk, pimpanti e ironici. Ma Zucchero, forse per fortuna, è
anche questo! Lo dimostra la scossa elettrica che attraversa l’intero
palazzetto alle prime note di successi come “Baila (Sexy Thing)”, “Overdose
D’Amore”, “Con Le Mani”, “Solo Una Sana E Consapevole Libidine…”, “Diavolo
In Me” e “X Colpa Di Chi”. Non si può spiegare come, a dispetto di un audio
così pietoso, le vibrazioni arrivino ugualmente forti alle 5000 persone
presenti, attraversandone corpo e cervello e stimolandone il moto perpetuo!
E’ anche per questo credito acquisito sul campo che il silenzio si fa
liturgico quando tocca ai brani più sentiti e difficili come “Diamante”,
“Così Celeste” ed “Hey Man”. Un discorso a parte va fatto per alcune
canzoni, inattese ai più. “Miserere” è espressamente dedicata a Luciano
Pavarotti. Viene accolta da un’ovazione che culmina in applauso corale
quando si materializza la voce pre-registrata del tenore. “Nel Così Blu” è
un omaggio agli anni ’70, cover di “A Salty Dog” dei Procol Harum, riscritta
col contributo di Pasquale Panella. Infine, il secondo bis, “You Are So
Beautiful”, una brevissima canzone di Billy Preston, cantata con molto
trasporto e che chiude, magicamente e una volta tanto senza grancassa, la
performance.
Peccato, sarebbe stato proprio un bel concerto!
Comunicato
Fa tappa al Palamaggiò di Caserta il 16 novembre 2007 il “Fly Tour”
di Zucchero partito il 3 maggio scorso dall’Olympia di Parigi. Il tour ha è
approdato in oltre 60 città europee registrando il tutto esaurito, compreso
il debutto Italiano il 7, 8 e 9 giugno all’Arena di Milano, Valle dei
Templi, Taormina, sold out, macinando migliaia e migliaia di chilometri ...
‘giro il mondo da trent’anni ma questo è il tour più importante e piu’
lungo’. Il blues, per non dire il soul e il gospel, disegnano la mappa di
questo nuovo show che ruota intorno alla tastiera di David Sancious,ex
colonna della E-Street Band di Springsteen oltre che di Peter Gabriel,
Santana, Sting, Eric Clapton, ai chitarristi Mario Schilirò, storico della
Band, a Kat Dyson già chitarra di Prince (New Power Generation) che
improvvisa come una fuoriclasse dando alle canzoni accenti black, al
bravissimo batterista Adriano Molinari, al mitico Polo Jones al basso e alla
nuova vocalist potente e sicura Sara Grimaldi. Zucchero affronta oltre 150
concerti in nove mesi dopo un’assenza di 6 anni. Non c’è nulla di patinato
nel concerto di Zucchero, subito appare lui da solo seduto sul trono voodoo,
una poltrona forte di legno e velluto e corna di bufalo, con la chitarra in
braccio , lo sguardo fisso perché DUNE MOSSE è una canzone con il cuore in
mano, la scenografia è nelle canne d’organo, il protagonista assoluto di
questo nuovo show, stilizzate sullo sfondo e altri oggetti che sanno di
Mississipi, di taverne, di vecchi neri che parlano una lingua biascicata e
universale fatta di sangue amore e gloria, e nei tre grandi lampadari da
festa del ringraziamento, che pendono dall’alto tra fatiscenti tubi
industriali, affiancando miseria e nobiltà, nella rapida successione tra
chiesa e peccato. Un’enorme riproduzione del moscone geneticamente
modificato che campeggia sulla copertina di FLY l’ultimo album: un milione e
mezzo di copie già vendute in tutto il mondo, veglia dall’alto su quella
scena da botteghe di New Orleans, vecchi grammofoni ,maschere africane,
lamiere arrugginite, manifesti strappati. Un’aria di casa, antitecnologica.
Un contesto ruvido che rappresenta le sue radici. Il suono vintage pervade
sia il nuovo che il vecchio repertorio. Dopo anni Zucchero riscopre le
fascinazioni di MISERERE con la splendida ballad IT’S ALL RIGHT e L’URLO
edulcorata dei suoi contenuti più provocatori recuperata soprattutto per la
presenza dell’organo. Quando il sipario si alza scoprendo la band che gira
intorno, le luci del palco hanno i colori del sole al tramonto, e quando
Zucchero si alza allora sì che si vede un bluesman come deve essere, sporco
e maledetto e questa è la musica che deve suonare finchè si muove e mica
bisogna aver l’età di quando il blues era musica appena nata per farsi
prendere la pancia da QUANTI HANNI HO oppure BACCO PERBACCO o per mettersi a
ballare quando la batteria rulla per PRONTO e la tastiera s’accende mentre
la band caracolla sciolta, scherzando persino tra un accordo e l’altro.
Hanno scritto : ‘ E’ una notte di tequila bum bum ebbra e sensuale quella
che arrovella il nuovo spettacolo di Zucchero. Giusto un pugno di ballate
prima di scatenare lo scompiglio con la valentia musicale di cinque
musicisti travestiti da marchin band’.