I tre porcellini: spettacolo per i più piccoli
Caserta - 10 Novembre 2007
Comunicato stampa
Sabato 10 novembre, alle ore 17,30 presso il Teatro parrocchiale della Chiesa di Maria SS del Carmine in Via dei Ginepri, Parco La Pernice, Caserta, la Compagnia "La Mansarda, Il teatro dell'orco" presenta lo spettacolo Teatrale "I tre Porcellini" di Roberta Sandias, usiche Maurizio azzurro e Guglielmo Grillo, con Michele Tarallo, Valentina Elia, Stefania Frattari e Rita Pinna. Ingresso € 2,00
note
La trasposizione teatrale de “I tre porcellini” è tratta da una classica
fiaba della tradizione orale inglese, la cui prima versione scritta risale
al 1843, quando lo scrittore O.J.Helliwell la inserì nella sua raccolta di
racconti “Nursery Rhymes and tales”. La fortuna della fiaba è nota, tuttavia
la sua stesura originaria è andata modificandosi nel corso del tempo, fino a
giungere alla celeberrima versione del cortometraggio di Walt Disney, dove
le parti più crude della vicenda sono state eliminate. Nella fiaba
originale, infatti, i primi due porcellini vengono divorati dal lupo che ha
distrutto le loro case, ed il lupo stesso non ha una sorte migliore:
calatosi nella casa di mattoni del terzo porcellino attraverso la canna
fumaria del caminetto, finisce in un pentolone d’acqua bollente, viene
lessato ed infine mangiato dal maialetto. Inoltre, prima del triste epilogo,
per ben tre volte viene raggirato dall’astuto porcellino della casa di
mattoni, che lo precede in un campo di rape, in un frutteto ed al mercato,
luoghi dove il lupo lo aveva attirato con dei pretesti, nel vano tentativo
di catturarlo. Nella nostra messa in scena abbiamo privilegiato la versione
edulcorata della fiaba, nella quale i porcellini “scanzafatiche” si mettono
in salvo nella casetta di mattoni, e nel finale, il lupo, calatosi nel
caminetto, si brucia la coda e fugge via lontano. Della prima versione del
racconto inglese, abbiamo invece recuperato l’episodio della beffa al lupo
nel frutteto.
L’aspetto fiabesco dello spettacolo è accentuato dal linguaggio in versi,
proprio della favola, gradevole ed accattivante, infantile come una
filastrocca e ricercato come una poesia, immediato ed in perfetta armonia
con le musiche originali, le canzoni e le coreografie, con i costumi in
gommaspugna e con la scenografia, che riserva sorprese d’effetto grazie alle
suggestive proiezioni di una lavagna luminosa.
Infine, come in ogni fiaba che si rispetti, è chiara la morale ed è leggibile
la metafora: dal distacco dalla mamma alla costruzione delle tre casette,
fino all’ultimo gesto di sfidare il lupo e di sconfiggerlo, si evince la
conquista dell’indipendenza, il passaggio dall’infanzia (casa di paglia),
all’adolescenza (casa di legno) fino all’età adulta (casa di mattoni),
nonché la vittoria dell’astuzia sulla forza bruta e l’invito stimolante
all’operosità, senz’altro più proficua della pigrizia.
Lo spettacolo è indicato per tutte le classi della scuola elementare, sia per
l’universalità della fiaba, che lo rende idoneo ai più piccini ai quali è
senz’altro nota, che per la multimedialità dell’allestimento, utile ai più
grandi per decodificare i più codici della sfera teatrale.