S. Leucio, 26 Luglio. Uri Caine è indubitabilmente uno dei più chiari
talenti pianistici che calcano attualmente il globo terracqueo. Ed al talento
coniuga un humus di influenze musicali senza confini. E’ per questo che, al
pari di altri talenti transgenere (Bollani e Jarrett, per esempio), non sai mai
cosa aspettarti da un suo recital.
Dismessi i vincoli più o meno cogenti di una sezione ritmica da organico jazz
l’istrionico sopito viene a galla, le frontiere del genere si allentano e i
colori musicali si mescolano in un melting pot suggestivo ma non sempre
perspicuo.
E allora eccolo esordire in ottemperanza ai canoni del jazz ortodosso con
Honeysuckle Rose di Fats Waller per poi intercalarvi un Mozart sincopato,
concedere un omaggio alla terra ospite con Scarlatti e Pergolesi, per poi
saltabeccare a ritmo di ragtime.
Dal suo crogiolo, opportunamente temperate da dissonanze borderline, passano le
note di Fra Martino Campanaro, un blues di maniera, refrain da romanze
russian-style, intermezzi da accompagnamento di film muti.
Poi, novello Michael Moore, apre una parentesi di dissidenza politica con
Bush Wack, dove il New York New York di minelliana memoria deborda in
stolide marcette boriose.
E poi ancora un Mahler crepuscolare, l’Otello di Verdi, i Beatles.
Infine la chiosa con un paio di standard che richiamano le icone di Sinatra e
Fred Astaire: All The Way, e Cheek To Cheek di Irving Berlin.
Il pubblico applaude al genio istrionico e alle sue citazioni. Il jazzofilo
finitimo, che ne era stato estasiato con Dave Douglas in quintetto a Teano ed
in trio a Sessa Aurunca, storce la bocca e va a nanna perplesso. Ivi nel
dormiveglia lo raggiungeranno gli echi del suo Rhodes in The Infinite di
Dave Douglas, e si addormenterà sperando che Uri ritorni all’ovile.
Note
26 Giugno, ore 21.30, Uri Caine in “Solitaire”. Teatro dei Serici,
Belvedere Reale di San Leucio
‘Solitaire’ è un recital per piano solo, che comprende per lo più composizioni
originali, dove la contaminazione sembra essere la parola d’ordine: elementi di
ricerca, di blues e di free jazz incontrano la musica classica. Il risultato è
un’alchimia musicale complessa ed articolata che Caine suona con una facilità e
una naturalezza assoluta.
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