Incontro su "Il terrorismo
politico: quarant’anni di storia italiana"
Alla libreria Mondadori di Caserta: Giovanni Fasanella, Rosario
Priore, Andrea Cinquegrani e Rita Pennarola -
14 Aprile 2007
Articolo e foto di Valerio Lucarelli |
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Sabato 14 Aprile, Caserta. Viaggio lungo quarant’anni di misteri
italiani. Questo il titolo più appropriato per l’incontro, straordinario per
intensità e contenuti, vissuto sabato scorso alla Mondadori di Caserta.
Avevo invitato Giovanni Fasanella, giornalista di Panorama che da anni
con le sue inchieste sta fornendo un importante contributo alla ricostruzione
storica degli anni di piombo, a presentare i suoi libri. In particolare “Che
cosa sono le BR” dove il giornalista ha raccolto la preziosa testimonianza di
Alberto Franceschini fondatore, insieme a Renato Curcio, delle Brigate Rosse; e
l’ultimo “I silenzi degli innocenti” scritto con Antonella Grippo, un libro
coraggioso che dà la voce a chi viene mal sopportato per la sua grave colpa:
quella di essere stato vittima del terrorismo.
A rendere ancora più ricca la serata, la presenza del Giudice Rosario Priore,
colui che ha indagato ai cosiddetti “misteri d’Italia”: Piazza Fontana, Moro,
Ustica, per citare i più importanti.
Insieme al sottoscritto, Rita Pennarola e Andrea Cinquegrani della Voce
dela Campania.
Priore e Fasanella hanno spiegato quale fosse l’anomalia italiana: il fattore
K. Ossia la presenza del più forte partito comunista occidentale. Una presenza
ingombrante che paralizzava la vita politica italiana. Nel tentativo di
modernizzare il paese, Moro e Berlinguer imboccarono la via del compromesso
storico. Una strada che minava gli equilibri di Yalta, fissati all’indomani
della Seconda Guerra Mondiale. Entrambi subirono attentati, come Fasanella
racconta nel suo libro “Sofia 1973. Berlinguer deve morire”. Diversa fu la
sorte che toccò allo statista democristiano, che pagò con la vita l’impegno che
donò al suo partito. “Se l’attentato a Berlinguer avesse avuto un esito
diverso, Moro non sarebbe stato rapito”. Questo il pensiero di Fasanella.
E tanti altri ancora gli spunti su cui si è a lungo discusso in un dibattito
dove spiccava la presenza di avvocati e magistrati napoletani, richiamati
dall’importanza dell’avvenimento, e l’ancor più rumorosa assenza
dell’intellighenzia casertana e dei media cittadini.
Prima che l’incontro terminasse ho chiesto a Rosario Priore se in Italia fosse
percorribile la strada scelta dal Sudafrica per uscire dalla tragica esperienza
dell’apartheid: impunità in cambio di verità. Giornalisti, ex terroristi,
magistrati, politici, tutti dovrebbero dire tutto ciò che sanno, consentendo
finalmente al paese di voltare pagina.
“Il modello sudafricano andava applicato in Italia negli anni 80, quando le
persone coinvolte erano agli arresti. Oggi tutti gli ex terroristi sono fuori
dal carcere. Quale motivo avrebbero Renato Curcio e Mario Moretti a svelare i
segreti delle BR se sono già oggi in libertà? Purtroppo, manca la moneta di
scambio.”
E così non ci resta che continuare ad accumulare un ritardo nei confronti delle
altre democrazie occidentali e rimanere ostaggi di mezze verità. Così
permettendo l’indiscriminata proliferazione di ipotesi suggestive, ma che nulla
hanno a che vedere con la Storia. |
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